Da La Repubblica del 24/09/2004

Turchia-Ue: "Non ci sono più ostacoli"

Erdogan: "L´adulterio non sarà reato". Verheugen: "Problemi risolti"

L´appuntamento al 6 ottobre per il via libera alle trattative con l´Unione
Romano Prodi promette: "Il nostro giudizio sarà obiettivo e giusto"
Il premier turco a Bruxelles garantisce il ritiro della norma dal codice penale
Borrel, presidente di Strasburgo: "Non siamo un club cristiano"

di Marco Marozzi

BRUXELLES - -Il commissario Guenter Verheugen applaude: «Non ci sono più ostacoli sul tavolo». Romano Prodi sull´uscio fa ciao con la mano all´ospite, come negli arrivederci in famiglia. Il presidente del Parlamento europeo Josep Borrel, socialista spagnolo, nega persino il «problema adulterio» e stende tappeti rossi: «L´Europa non è un club cristiano». Lo scontro è rientrato, il sogno europeo della Turchia riparte con più chance. Anche se sarà lungo.

L´Europa ha abbracciato Recep Tayyip Erdogan arrivato sventolando la palma della democrazia: il premier turco ha promesso che l´adulterio non sarà reato, come vorrebbero nel suo partito islamico e che l´impegno sarà suggellato ad Ankara lunedì quando il Parlamento approverà il nuovo codice penale. Seduta straordinaria per rispettare tempi e obblighi imposti dall´Unione. In cambio della marcia indietro dopo scontri sull´orlo della rottura, Erdogan riparte convinto di aver aperto al suo paese la porta dei negoziati di adesione alla Ue. «Abbiamo fatto i compiti, non c´è motivo per ricevere una risposta negativa» ha commentato, mente ed occhi rivolti al 6 ottobre, giorno in cui la Commissione dirà se, come, quando la Turchia può cominciare a trattare. Da Verheugen arrivava in contemporanea un quasi-viatico alle speranze. «Con il mio amico Erdogan - diceva - abbiamo risolto tutti i problemi. La mia raccomandazione ora può essere molto chiara».

Il commissario all´Allargamento il 6 ottobre dovrebbe dare semaforo verde ad Ankara, anche se con bilanciamenti ancora in gestazione. «Sì» al fatto che la Turchia è in regola con i «criteri di Copenaghen» sulla democrazia; discorso più complesso sugli altri due punti: impatto sulla Ue dell´adesione, raccomandazione su come muoversi, con quali tempi. Su questo si devono pronunciare il 17 dicembre i leader europei, in una situazione in movimento: già verso il 6 ottobre si agita la contrarietà di vari commissari, da Fischler, austriaco, a Bolkestein, olandese, alla spagnola aznariana de Palacio, a molti dell´Est. Poi ci sono i dubbi, i tempi lunghi di Raffarin e Schroeder, dell´Austria, dei paesi nordici e di un Est ostile fra l´altro a cedere fondi strutturali a nuovi venuti. Per i negoziati ci vuole l´unanimità dei 25 e ieri Erdogan è stato maestro di diplomazie, beccandosi un ironico «Machiavelli» alla conferenza stampa. «Serve anche un cambio di mentalità e non è facile come adattare la legislazione», ha spiegato alle diffidenze delle opinioni publiche nella Ue e in patria. Prodi ricorda che non contano solo sulle leggi, «ma la loro applicazione nella vita quotidiana». «Ci siamo trovati su una visione comune - si è limitato a dire ieri - sul ruolo della Turchia e delle relazioni bilaterali. Il nostro giudizio sarà obiettivo e giusto».

Strategia per convincere la Ue e insieme rassicurare pro-europei e islamici duri in patria. A molte facce. «Finché sarò premier l´adulterio non sarà reato», ha scandito. E con i governanti futuri? «Posso solo garantire per il mio governo. Non posso dire cosa succederà dopo». Mentre Verheugen si felicitava perché secondo gli esperti Ue non esistono torture e violazioni «sistematiche» nella prigioni di Ankara, lui assicurava: «C´è tolleranza zero. Sono stato in carcere, so cosa sono i diritti umani. Farò molta attenzione». Stesso atteggiamento sul problema curdo e i militari. E mentre i dc tedeschi, il gruppo più forte in Parlamento, ripetevano la loro ostilità e Hans-Gert Poettering, il loro capo, avvisava «se come sembra i negoziati partiranno, devono essere aperti a ogni conclusione», il presidente turco commentava: «L´Europa non è un club cristiano, l´Unione rappresenta culture e civilizzazioni che si integrano».

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