Da La Repubblica del 24/09/2004
Riforme, il no di Regioni e Comuni
Bocciato il Senato federale. Slitta a oggi il "sì" alla devolution
Polemica tra l´Udc e il ministro Calderoli. "Il testo è annacquato". "No, la sostanza è restata"
di Silvio Buzzanca
ROMA - L´approvazione della devolution slitta ad oggi, dopo che ieri la Casa delle libertà ha inserito altri tasselli della sua complicata riforma costituzionale. Nello specifico ha votato il comma dell´articolo 117 con l´elenco delle materie di competenza statale e quello che elenca le materie di competenza mista Regioni-Stato. Il passo successivo è la devolution, il comma quarto la giornata dei deputati è stata caratterizzata da un nuovo scontro maggioranza-opposizione su sanità, scuole e polizia locale. Con qualche incursione di Bruno Tabacci e Teodoro Buontempo che hanno fatto propri emendamenti dell´opposizione e uno scontro fra il diessino Augusto Battaglia e il relatore forzista Donato Bruno sull´interpretazione della frase, giudicata poco chiara, che affida allo Stato la competenza sulle «norme generali sulla tutela della salute, sicurezza e qualità alimentare». Alla fine Bruno ha replicato che si potrebbe introdurre un punto e virgola per dividere l´espressione "tutela della salute" dal resto.
La Cdl però più che con l´opposizione - nettamente in minoranza dal punto di vista numerico - deve fare i conti con Regioni e enti locali che continuano a bocciare le proposte sul Senato federale e la sua composizione. Soprattutto Comuni e Province danno un giudizio negativo sul nuovo organismo. Regioni ed enti locali infatti non sono riusciti a trovare un accordo su una piattaforma comune e si sono presentati alla Conferenza unificata di ieri sera divisi. Ma prima una delegazione dei "governatori" ha incontrato i ministri Calderoli e La Loggia. Alla fine è venuta nuovamente fuori l´idea di "costituzionalizzare" la Conferenza Stato-Regioni, magari integrata da rappresentanti di Comuni e Province. Troppo poco per gli enti locali, che alla Conferenza hanno presentato un documento zeppo di critiche e richieste.
Il clima fra Udc e Lega si è surriscaldato anche a causa di un´intervista del costituzionalista Stefano Ceccanti. Il giurista ha detto che «la devolution ormai non esiste più» e il centrista Giampiero D´Alia gli ha subito dato ragione. «E´ quello che cerchiamo di dire da qualche settimana: la devolution è stata annegata in quel mare di buonsenso che Follini chiedeva» ha spiegato D´Alia, invitando l´Ulivo a prenderne atto e lavorare insieme per migliorare ancor di più il federalismo. Non c´è nulla da condividere, ha replicato Luciano Violante. Secondo il capogruppo diessino, «il governo non risponde alle richieste di verità sui costi. L´andamento delle votazioni conferma che nell´azione del centro destra nulla è mutato nella sostanza». Intanto Tabacci dava maliziosamente atto ai leghisti di essere approdati ad un devolution ragionevole.
Le affermazioni dei centristi non sono piaciute al ministro Calderoli che ha voluto subito ribadire che, con buona pace di Ceccanti e D´Alia, «la potestà esclusiva delle Regioni c´è, esiste per determinate materie, per tutte quelle che non sono state attribuite allo Stato». Secondo il ministro, «sono state introdotte delle norme di garanzia che tranquillizzano nei confronti di possibili squilibri, ma il concetto che la Regione possa avere potestà legislativa esclusiva c´è e rimane completamente nel testo».
La Cdl però più che con l´opposizione - nettamente in minoranza dal punto di vista numerico - deve fare i conti con Regioni e enti locali che continuano a bocciare le proposte sul Senato federale e la sua composizione. Soprattutto Comuni e Province danno un giudizio negativo sul nuovo organismo. Regioni ed enti locali infatti non sono riusciti a trovare un accordo su una piattaforma comune e si sono presentati alla Conferenza unificata di ieri sera divisi. Ma prima una delegazione dei "governatori" ha incontrato i ministri Calderoli e La Loggia. Alla fine è venuta nuovamente fuori l´idea di "costituzionalizzare" la Conferenza Stato-Regioni, magari integrata da rappresentanti di Comuni e Province. Troppo poco per gli enti locali, che alla Conferenza hanno presentato un documento zeppo di critiche e richieste.
Il clima fra Udc e Lega si è surriscaldato anche a causa di un´intervista del costituzionalista Stefano Ceccanti. Il giurista ha detto che «la devolution ormai non esiste più» e il centrista Giampiero D´Alia gli ha subito dato ragione. «E´ quello che cerchiamo di dire da qualche settimana: la devolution è stata annegata in quel mare di buonsenso che Follini chiedeva» ha spiegato D´Alia, invitando l´Ulivo a prenderne atto e lavorare insieme per migliorare ancor di più il federalismo. Non c´è nulla da condividere, ha replicato Luciano Violante. Secondo il capogruppo diessino, «il governo non risponde alle richieste di verità sui costi. L´andamento delle votazioni conferma che nell´azione del centro destra nulla è mutato nella sostanza». Intanto Tabacci dava maliziosamente atto ai leghisti di essere approdati ad un devolution ragionevole.
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