Da La Repubblica del 24/09/2004
Lotta serrata al lavoro nero dopo il flop degli interventi in vigore. Nel mirino edilizia e agricoltura
Sommerso, nuovo piano del Welfare
Sgravi su straordinari e integrativi. Sanzioni di 10 mila euro a lavoratore
di Riccardo De Gennaro
ROMA - Il governo ci riprova. Dopo il fallimento, per sua stessa ammissione, delle precedenti iniziative finalizzate a contrastare l´economia in nero (soltanto 1.029 piani di emersione presentati per 3.854 lavoratori emersi), spunta ora un nuovo documento anti-sommerso - predisposto dal ministero del Welfare - che dovrà presto passare al vaglio del Tesoro. Il documento del Welfare è articolato in tre parti: la prima riguarda le misure di carattere generale, la seconda le misure specifiche per il settore edile, la terza quelle per il settore agricolo: due tra i settori più colpiti dal «nero».
Per combattere la pratica del «fuori busta», cioè i compensi versati per le ore lavorate oltre il normale orario di lavoro, il Welfare prevede di escludere gli straordinari dall´imponibile fiscale e sottoporre queste somme a tassazione "separata" con un´aliquota agevolata. Secondo il Welfare, le quote salariali aggiuntive alla retribuzione prevista dai contratti collettivi (aumenti individuali e derivanti da eventuali integrativi) andrebbero poi esclusi dall´imponibile contributivo (la decontribuzione riguarderebbe gli aumenti erogati dopo l´entrata in vigore del provvedimento). Tali aumenti parteciperebbero comunque alla formazione dell´imponibile fiscale. Il 10 per cento dell´importo annuo oggetto della decontribuzione andrebbe ai diversi enti previdenziali.
La proposta del Welfare prevede inoltre, sempre a livello generale, una sanzione amministrativa che, al contrario di quanto avviene oggi, sarebbe differenziata a seconda della lunghezza del periodo di impiego di manodopera irregolare: la sanzione andrebbe da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 10mila euro. Attualmente la multa va dal 200 al 400 per cento del costo del lavoro di ogni lavoratore irregolare.
Per quanto riguarda il settore edile, il documento predisposto dal ministero del Welfare prevede la possibilità di rendere strutturale sia l´agevolazione fiscale del 41 per cento per gli interventi di ristrutturazione edilizia, sia l´agevolazione contributiva dell´11,5 per cento, «limitando il beneficio alle imprese iscritte e in regola con gli obblighi previdenziali, di legge e contrattuali, compresi i versamenti alle casse edili». Il Welfare suggerisce anche la riduzione dall´attuale 5,2 all´1,9-2,2 per cento del contributo dovuto dalle imprese edili per gli operai. A giudizio del Welfare, la riduzione potrà consentire alle parti sociali di destinare agli ammortizzatori sociali di settore parte del risparmio così ottenuto dalle imprese.
Nel settore agricolo, infine, i tecnici del ministero guidato da Roberto Maroni propongono agevolazioni contributive per le imprese che assumano a tempo indeterminato o trasformino a tempo indeterminato rapporti di lavoro a termine. L´obiettivo è quello di stabilizzare l´occupazione, fermo restando che l´agricoltura è caratterizzata da una forte componente di lavoro stagionale.
Per combattere la pratica del «fuori busta», cioè i compensi versati per le ore lavorate oltre il normale orario di lavoro, il Welfare prevede di escludere gli straordinari dall´imponibile fiscale e sottoporre queste somme a tassazione "separata" con un´aliquota agevolata. Secondo il Welfare, le quote salariali aggiuntive alla retribuzione prevista dai contratti collettivi (aumenti individuali e derivanti da eventuali integrativi) andrebbero poi esclusi dall´imponibile contributivo (la decontribuzione riguarderebbe gli aumenti erogati dopo l´entrata in vigore del provvedimento). Tali aumenti parteciperebbero comunque alla formazione dell´imponibile fiscale. Il 10 per cento dell´importo annuo oggetto della decontribuzione andrebbe ai diversi enti previdenziali.
La proposta del Welfare prevede inoltre, sempre a livello generale, una sanzione amministrativa che, al contrario di quanto avviene oggi, sarebbe differenziata a seconda della lunghezza del periodo di impiego di manodopera irregolare: la sanzione andrebbe da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 10mila euro. Attualmente la multa va dal 200 al 400 per cento del costo del lavoro di ogni lavoratore irregolare.
Per quanto riguarda il settore edile, il documento predisposto dal ministero del Welfare prevede la possibilità di rendere strutturale sia l´agevolazione fiscale del 41 per cento per gli interventi di ristrutturazione edilizia, sia l´agevolazione contributiva dell´11,5 per cento, «limitando il beneficio alle imprese iscritte e in regola con gli obblighi previdenziali, di legge e contrattuali, compresi i versamenti alle casse edili». Il Welfare suggerisce anche la riduzione dall´attuale 5,2 all´1,9-2,2 per cento del contributo dovuto dalle imprese edili per gli operai. A giudizio del Welfare, la riduzione potrà consentire alle parti sociali di destinare agli ammortizzatori sociali di settore parte del risparmio così ottenuto dalle imprese.
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