Da Corriere della Sera del 28/09/2004

Il ministro degli Esteri francese Barnier chiede il ritiro delle truppe Usa e la «partecipazione della resistenza»

Parigi detta le sue condizioni per accettare la Conferenza sull’Iraq

Da Washington nessun commento ma si sottolinea che sono in corso «attive consultazioni» con le nazioni interessate

di Ennio Caretto

WASHINGTON - È di nuovo braccio di ferro sull'Iraq tra la Francia e gli Stati uniti, questa volta a proposito della Conferenza internazionale proposta dal premier ad interim iracheno Allawi. Il ministro degli Esteri francese Michel Barnier ha ieri posto tre condizioni per la sua convocazione: che verta anche sul ritiro delle truppe Usa e alleate dall'Iraq; che si svolga all'Onu a New York; e che vi partecipino «le diverse comunità e Paesi della regione e tutte le forze politiche irachene comprese quelle che hanno scelto la resistenza». Barnier ha insistito sul disimpegno americano, «problema sollevato dal caos in Iraq e dalla insicurezza generale», ricordando poi che la risoluzione 1546 dell'Onu, di aprile, stabilisce che «il mandato della coalizione sia riesaminato dopo 12 mesi o su richiesta del governo iracheno».

La presa di posizione della Francia (e forse Germania e Russia, che non si sono ancora pronunciate) minaccia di far slittare la data della Conferenza che, ha annunciato l'Egitto, inizierebbe al Cairo il 15 ottobre. Barnier ha ammonito che «perché sia utile è necessario un consenso approfondito» sui suoi tempi e sul suo contenuto, un parere condiviso dal responsabile della politica estera dell'Ue Javier Solana, secondo cui «esiste la volontà di tenere una conferenza costruttiva e positiva, e l'intento deve essere di mantenere la data fissata per le elezioni irachene, la fine di gennaio». Su questo punto, ha espresso forti dubbi il monarca giordano Abdallah II. «Mi sembra impossibile indire le elezioni nelle attuali condizioni - ha detto il re a Le Figaro -. La fazione estremista è la meglio organizzata e il risultato la premierebbe».

Il dipartimento di Stato non ha fatto commenti, ma ha sottolineato che «attive consultazioni» sono in corso con tutte le nazioni interessate.

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