Da Corriere della Sera del 06/10/2004

Una mini-sanatoria per gli affitti in nero

Fisco, nella relazione tecnica della Finanziaria possibile revisione delle rendite per tre milioni di immobili

di Mario Sensini

ROMA - «Non è possibile prevedere le calamità naturali che si verificheranno». Al Tesoro si sono arresi solo davanti all’imponderabile. Così, nella Relazione tecnica che accompagna la Finanziaria quantificando l’effetto delle misure che la compongono, manca solo la stima dei benefici attesi dallo Stato con la nuova assicurazione obbligatoria sugli immobili contro le catastrofi. Per il resto, nella dettagliatissima relazione, c’è tutto. Anche qualche notizia poco piacevole. A cominciare dall’impatto della manovra sugli affitti, che secondo gli stessi tecnici del Tesoro determinerà un aumento del 5% del valore dei canoni di locazione registrati. Con un probabile effetto indiretto sugli affitti pagati dagli inquilini. Per finire con la revisione dei classamenti catastali, che dovrebbe far scivolare nelle fasce superiori quasi tre milioni di abitazioni e negozi, con un aumento della rendita pari in media al 30%, e conseguenti maggiori tasse. Per un conto accertato di 592 milioni di euro per il 2005, incluso il recupero dell’evasione della tassa sui rifiuti, a carico dei contribuenti.


CARO AFFITTO - Potrebbe essere un effetto collaterale della manovra per l’emersione degli affitti. Il nuovo limite che i proprietari devono dichiarare per evitare gli accertamenti (scegliendo il più alto tra il valore del contratto registrato ridotto del 15% e il 10% del valore dell’immobile, di norma infinitamente più alto), comporterà secondo il ministero dell’Economia «un aumento del valore dei canoni iscritti nei contratti di locazione registrati, con conseguente aumento dell’imposta pagata, pari al 5%». Aumento che potrebbe facilmente riverberarsi sugli stessi canoni di locazione.

I rincari degli affitti, da sempre vissuti nella penombra fiscale, sono tutt’altro che da escludere. Soprattutto considerando che i nuovi controlli incrociati, la prevista nullità dei contratti non registrati e le forti penalità che rischiano i furbi (ai quali si presume un reddito da locazione anche per i quattro anni precedenti), sono un deterrente molto forte contro un’evasione che si ritiene assai consistente. Secondo la Relazione, i redditi Irpef da locazione immobiliare ammonterebbero infatti a soli 15,5 miliardi di euro.


CARO CATASTO - Anche la revisione dei classamenti immobiliari rischia di rivelarsi una brutta sorpresa per moltissime famiglie italiane. Quasi tre milioni, per l’esattezza, tante quante sono, secondo la Relazione, le unità immobiliari che potrebbero essere concretamente riclassificate nelle fasce superiori perch non più adeguate. Per la revisione la Finanziaria prevede due procedure. La prima, che farà comodo ai piccoli comuni, consentirà loro di individuare «casa per casa» gli squilibri di rendite e classamenti. La seconda, nelle grandi città, permetterà la rivalutazione di intere «microzone». I tecnici del Tesoro stimano che nel primo caso le unità revisionabili siano oltre un milione: 700 mila abitazioni (100 mila in classe A3, 286 mila A4, 327 mila A5) e 250 mila fabbricati rurali. Con effetti "pesanti", perché i 100 mila appartamenti A3 sarebbero tutti destinati a scivolare nella categoria A2 (con l’aumento da 435 a 647 euro della rendita media nel catasto urbano). Così come circa 10 mila unità commerciali oggi di grado C2, con una rendita di 137 euro, passerebbero in C1, dove la rendita media è più di dieci volte superiore (1.675 euro). Per non parlare dei fabbricati rurali, di cui almeno un terzo finirebbero a essere riclassificati come A7, ville di lusso con rendita catastale media di 887 euro.

Passando alle grandi città la musica non cambia. La revisione potrebbe riguardare 2 mila delle 15 mila «microzone» censite dai comuni e, dentro queste, circa la metà delle unità immobiliari presenti. Cioè un milione 970 mila abitazioni e negozi. «Con un aumento medio della rendita di circa il 30%» assicura il Tesoro. Naturalmente la revisione comporterà dei costi, il lavoro di verifica dell’Agenzia del Territorio che, visti i tempi, non si esclude di recuperare «imputando i relativi oneri ai privati stessi».


CHI CI GUADAGNA - Sicuramente non gli inquilini, difficilmente i proprietari soprattutto se evadono (ma questo è il problema minore), certamente lo Stato e i Comuni. Dalle nuove norme per l’emersione degli affitti nel 2005 sono attesi 304 milioni di euro (10 per le maggiori imposte di registro, 196 di gettito addizionale Irpef dalle nuove locazioni, 98 dalle vecchie). Cui si aggiungono 5,8 milioni di addizionali spettanti alle Regioni. La manovra sui classamenti porterà nel 2005 123 milioni di euro, 112 dei quali andranno ai comuni, anche se nel 2006 e nel 2007 gli incassi quadruplicheranno (405 e 499 milioni). Ai comuni, inoltre, arriveranno nel 2005 165 milioni dai nuovi accertamenti sulla Tarsu. Anche questi dalle tasche dei cittadini, per un totale di 592 milioni di euro.

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