Da La Stampa del 06/10/2004
L'ombra che viaggia
di Massimo Gramellini
Dopo Pieno Di Lacrime e Polizza Sbalorditiva, un altro mostro si aggira fra le tasche degli automobilisti. Il Pedaggio Ombra. Non ha un nome, non ha un volto, non ha un passato. Per il momento non ha neppure una strada definitivamente asfaltata su cui colpire. Quindi può farlo ovunque. Il ministero del Tesoro assicura: è solo una partita di giro, noi vendiamo le strade statali a una società pubblica e poi le corrispondiamo un canone: il Pedaggio Ombra. Ma nella Finanziaria non si trova traccia dei soldi necessari all'operazione e in ogni caso chi garantisce che dopo tanta ombra la nuova proprietà non chieda ai cittadini un Pedaggio Luce, chiamato volgarmente biglietto? Così l'Ombra si infittisce, precipitando addosso ai contribuenti quando il ministro Marzano si lascia scappare: potremmo far pagare un abbonamento a chi le usa più di frequente. Ma allora le vendono o se le tengono, queste benedette strade? E quante volte bisognerà passarci sopra per entrare nella lista degli abbonati?
L'Ombra avanza, trascinandosi dietro neologismi irriferibili: sulle labbra di politici e sindacalisti spunta l'abominevole «pedaggiare». Pedaggia pedaggia, ma da Cuneo a Salerno, passando per Venezia, molte delle strade da spremere non ci sono ancora. Strade Ombra con Pedaggi Ombra. E allora perché parlarne già adesso, nell'anno delle elezioni regionali, per giunta? Gli italiani capiranno, assicura il viceministro Urso. Invece è proprio questo il punto: che non si capisce più niente.
L'Ombra avanza, trascinandosi dietro neologismi irriferibili: sulle labbra di politici e sindacalisti spunta l'abominevole «pedaggiare». Pedaggia pedaggia, ma da Cuneo a Salerno, passando per Venezia, molte delle strade da spremere non ci sono ancora. Strade Ombra con Pedaggi Ombra. E allora perché parlarne già adesso, nell'anno delle elezioni regionali, per giunta? Gli italiani capiranno, assicura il viceministro Urso. Invece è proprio questo il punto: che non si capisce più niente.
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