Da Corriere della Sera del 01/10/2004

La regola vale anche per gli italiani senza visto e con documenti appena emessi

Usa, foto e impronte per tutti gli europei

Partita la schedatura alle frontiere statunitensi

di Ennio Caretto

WASHINGTON - «Lei usa il telepass ai caselli stradali in Italia? Ebbene, presto potremmo avere il passaporto telepass. La tecnologia esiste, speriamo che funzioni nei sistemi di transito di massa». Non è un progetto troppo futuristico? James Williams ride. Spiega che si tratterebbe di una «radio frequency card», uno speciale passaporto che sarebbe verificato in tempo reale da una grande banca dati elettronica che registrerebbe tutti gli ingressi e le uscite dagli Usa. «Ci risparmierebbe un mucchio di tempo, renderebbe più facile individuare potenziali terroristi e immigranti clandestini».

James Williams è il direttore di «Us visit», il piano di schedatura alla dogana dei visitatori in America, dai turisti agli uomini d’affari, che si è inaugurato ieri per i Paesi amici, i 27 membri del Vwp, il programma di esenzione dal visto, e che è già in vigore da tempo per gli altri.

Fanno parte del Vwp molti stati dell’Ue, Italia inclusa (e San Marino): il programma consente ai loro cittadini di entrare e rimanere negli Stati Uniti 90 giorni senza chiedere il visto. Williams è uno dei massimi esperti di elettronica, sposato a una parente di Dino Grandi, il ministro degli esteri che complottò contro Mussolini. Racconta al Corriere che cosa attenda i 600 mila italiani che ogni anno visitano gli Usa.

«A tutti, anche quelli col passaporto biometrico, con i dati in codice - sottolinea - saranno prese impronte senza inchiostro, e scattate foto digitali. E’ roba di un minuto, una misura di sicurezza che è anche nel loro interesse. Non c’è da avere paura di nulla». Impronte e foto saranno inserite in una banca dati che verrà aggiornata a ogni visita. Come reagiranno gli europei in genere e gli italiani in particolare, abituati ad avere una «special relationship» con l’America? «Tom Ridge, il nostro ministro della sicurezza, si è recato in Europa - risponde Williams - e le reazioni sono state positive. La gente per bene sa che serve contro il terrorismo».

Complessivamente, i visitatori annui negli Usa dei 27 membri del Vwp sono 13 milioni. Ma Williams sostiene che la banca dati sarà utile anche all’Ue: «Abbiamo gli stessi nemici, condividiamo il problema della immigrazione clandestina: più lavoreremo insieme, e più sarà facile sconfiggerli». Per facilitare il piano, dal 26 ottobre 2005 i passaporti dei 27 Paesi dovranno essere tutti biometrici: «Lo saranno anche quelli americani - precisa Williams -, così scopriremo subito se un passaporto è stato rubato o falsificato».

Le difficoltà maggiori l’America le incontra ai posti di frontiera di terra, col Canada e col Messico, «dove passano ogni anno 358 milioni di persone», riferisce James Williams: «più della nostra popolazione». Il traffico è formato sia da auto sia da pedoni, e milioni di canadesi e messicani fanno i pendolari tra il loro territorio e quello Usa. «I canadesi e i messicani sottostanno a un regime speciale - continua Williams -. Ma gli altri dovranno farsi prendere le impronte digitali e farsi fotografare come nei porti e negli aeroporti». Via terra, l’America sperimenta ora un secondo programma, la pre-registrazione: i visitatori si lasciano schedare preventivamente assieme alle auto, e sono forniti di un telepass provvisorio. Secondo Williams, questa è la strada che l’Europa dovrà imboccare per stroncare il terrorismo e l’immigrazione illegale. «Il diritto dei cittadini alla riservatezza viene tutelato in modo ferreo - insiste -. I dati elettronici non sono accessibili a estranei». Negli Stati Uniti, conclude, si calcola che ci siano 15 milioni di clandestini, di cui il 40 per cento entrati con un visto o con il Vwp: «E’ un flusso che va bloccato».

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