Da La Repubblica del 07/10/2004
Clandestini, 372 respinti in Nord Africa dalla Sicilia
Libia, riparte il ponte aereo Berlusconi vede Gheddafi
I ds: una deportazione. Fini: volgari bugie, rimpatri previsti dalla Turco-Napolitano
di Enrico Bellavia
LAMPEDUSA - È ripreso ieri il ponte aereo per riportare gli immigrati clandestini in Libia. Il centro d´accoglienza di Lampedusa è stato quasi svuotato. "Una deportazione", la definisce il presidente dei senatori Ds Gavino Angius. E il vicepremier Gianfranco Fini ribatte "Volgari bugie. Il rimpatrio è previsto dalla legge Turco Napolitano". E oggi il presidente del Consiglio Silvio Berluscono incontrerà a Tripoli il premier Gheddafi.
Quando 372 extracomunitari con le fascette ai polsi come fossero manette sono già da qualche parte tra Tripoli e il deserto, arrivano una dietro l´altra le autorizzazioni dal Viminale che aprono le porte della struttura di accoglienza. Il primo a entrare in quella che Peppe Fioroni della Margherita definisce "una piccola Guantanamo" è il parlamentare siciliano dei Verdi Calogero Miccichè. In una struttura che fatica a contenere meno di 200 persone, finora ne sono state tenute fino a 1200. "Non c´è posto neppure per farli dormire tutti. Non ci sono fogne e le fosse vengono svuotate fino a 6 volte al giorno. La stanza dove dovrebbero avvenire le identificazioni con il prelievo delle impronte era chiusa da settimane. Impolverata e con le apparecchiature spente. Qui non è garantito neppure il rispetto della Bossi-Fini". Oggi tornerà sull´isola Jurgen Humburg, l´inviato dell´Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati che per quattro giorni aveva atteso invano il via libera alla verifica del rispetto delle procedure per la richiesta di asilo. Il sì è arrivato quando la struttura è tornata al livello di capienza definita tollerabile in vista di uno svuotamento.
Un primo punto sul pattugliamento per impedire nuovi arrivi verrà fatto oggi a Lampedusa dove è atteso anche il Direttore centrale dell´immigrazione Alessandro Pansa.
L´accelerazione ai rimpatri è arrivata alla vigilia dell´incontro tra Gheddafi e Berlusconi. Quattro Hercules C130 planano così sull´isola tra le 13 e le 14. Il primo imbarco procede lentamente mentre l´aereo tiene i motori accesi. "Dall´altra parte non ci hanno garantito il carburante", spiega un pilota che sollecita a fare presto. Il primo aereo militare viene stipato. "C´è posto ancora per 6", urlano a bordo pista. In aeroporto e di fianco alla pista gli attivisti della Rete antirazzista urlano in arabo la parola "Libertà". La scrivono anche in lingua su un cartello giallo. Occorre l´intervento di Anouar, l´interprete del centro, per garantire sul significato della scritta. Poliziotti e carabinieri temono che passi l´informazione sulla destinazione del volo e gli immigrati si ribellino. Come accaduto un mese fa sul volo che da Tripoli stava riportando ad Asmara 75 persone. Il volo è stato dirottato in Sudan e lì, dopo l´intervento dell´Unhcr, l´alto commissariato per i rifugiati, 60 hanno ottenuto asilo, mentre i 15 ritenuti responsabili del dirottamento sono stati arrestati. "Tutti - riferisce Laura Boldrini, portavoce Unhcr - hanno poi raccontato di giorni e giorni di detenzione in Libia senza alcuna accusa e di abusi anche fisici".
Quando 372 extracomunitari con le fascette ai polsi come fossero manette sono già da qualche parte tra Tripoli e il deserto, arrivano una dietro l´altra le autorizzazioni dal Viminale che aprono le porte della struttura di accoglienza. Il primo a entrare in quella che Peppe Fioroni della Margherita definisce "una piccola Guantanamo" è il parlamentare siciliano dei Verdi Calogero Miccichè. In una struttura che fatica a contenere meno di 200 persone, finora ne sono state tenute fino a 1200. "Non c´è posto neppure per farli dormire tutti. Non ci sono fogne e le fosse vengono svuotate fino a 6 volte al giorno. La stanza dove dovrebbero avvenire le identificazioni con il prelievo delle impronte era chiusa da settimane. Impolverata e con le apparecchiature spente. Qui non è garantito neppure il rispetto della Bossi-Fini". Oggi tornerà sull´isola Jurgen Humburg, l´inviato dell´Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati che per quattro giorni aveva atteso invano il via libera alla verifica del rispetto delle procedure per la richiesta di asilo. Il sì è arrivato quando la struttura è tornata al livello di capienza definita tollerabile in vista di uno svuotamento.
Un primo punto sul pattugliamento per impedire nuovi arrivi verrà fatto oggi a Lampedusa dove è atteso anche il Direttore centrale dell´immigrazione Alessandro Pansa.
L´accelerazione ai rimpatri è arrivata alla vigilia dell´incontro tra Gheddafi e Berlusconi. Quattro Hercules C130 planano così sull´isola tra le 13 e le 14. Il primo imbarco procede lentamente mentre l´aereo tiene i motori accesi. "Dall´altra parte non ci hanno garantito il carburante", spiega un pilota che sollecita a fare presto. Il primo aereo militare viene stipato. "C´è posto ancora per 6", urlano a bordo pista. In aeroporto e di fianco alla pista gli attivisti della Rete antirazzista urlano in arabo la parola "Libertà". La scrivono anche in lingua su un cartello giallo. Occorre l´intervento di Anouar, l´interprete del centro, per garantire sul significato della scritta. Poliziotti e carabinieri temono che passi l´informazione sulla destinazione del volo e gli immigrati si ribellino. Come accaduto un mese fa sul volo che da Tripoli stava riportando ad Asmara 75 persone. Il volo è stato dirottato in Sudan e lì, dopo l´intervento dell´Unhcr, l´alto commissariato per i rifugiati, 60 hanno ottenuto asilo, mentre i 15 ritenuti responsabili del dirottamento sono stati arrestati. "Tutti - riferisce Laura Boldrini, portavoce Unhcr - hanno poi raccontato di giorni e giorni di detenzione in Libia senza alcuna accusa e di abusi anche fisici".
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