Da Corriere della Sera del 13/10/2004
CONTI PUBBLICI
Istat: deficit fuori linea. La replica: sotto controllo
Senza l’effetto condoni, il disavanzo sale al 3,5% nei primi sei mesi del 2004. Siniscalco: nessuna preoccupazione Trichet: i bilanci in rosso spingono i tassi d’interesse al rialzo
di Mario Sensini
ROMA - «Il rapporto tra il deficit e il Prodotto interno lordo è già in miglioramento e pensiamo che la situazione della finanza pubblica sia sotto controllo, non sono affatto preoccupato». Il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, tranquillizza dopo la diffusione dei dati Istat sul deficit pubblico calcolato in versione «Maastricht», salito al 3,5% nel primo semestre a fronte dell’1,7% dei primi sei mesi 2003. Un peggioramento solo apparente, visto che i dati del 2003 sono gonfiati da ben 19,3 miliardi di entrate straordinarie del condono fiscale. Un extra gettito di cui i conti dovrebbero beneficiare anche quest’anno (ma in misura minore, per circa 7 miliardi di euro) ma che ancora non figura nei dati Istat. Al netto dei condoni la situazione dei conti 2004 è migliore rispetto al 2003, sebbene non sia certo rosea. Tanto che il governo, a luglio, è dovuto intervenire con la manovra correttiva per evitare lo sfondamento del 3% nel rapporto tra deficit e Pil.
«Quelli del secondo trimestre sono dati che conoscevamo perfettamente già quando abbiamo presentato all’Ecofin e poi deciso la correzione dei conti» ha detto ieri Siniscalco, secondo il quale «l’andamento dei conti procede secondo le aspettative», e fa già registrare un miglioramento tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno.
Nel primo il deficit era stato calcolato al 6,1% del Pil. Nel solo secondo trimestre, invece, il deficit è stato pari all’1%, contro un avanzo del 2,6% nell’analogo periodo dell’anno scorso (l’Istat in prima battuta aveva calcolato un deficit dell’1,5% del Pil rettificandolo al più 2,6% dopo l’imputazione delle entrate da condono).
Nel dettaglio i dati Istat sulla finanza pubblica nel secondo trimestre indicano un peggioramento del saldo primario (la differenza tra le entrate e le spese al netto di quelle per gli interessi) dovuto sempre all’effetto condono, ma anche un deciso miglioramento del saldo corrente (la differenza tra le entrate e le spese correnti, su cui le entrate in conto capitale del condono non impattano). Tra aprile e giugno di quest’anno il saldo primario è stato positivo per 13,1 miliardi (3,9% del Pil) contro i 25,9 miliardi di attivo (8% del Pil) nello stesso periodo dell’anno scorso, mentre il saldo corrente denota un surplus di 7,5 miliardi di euro (2,3% del Pil) a fronte degli 1,3 (0,4% del Pil) nel secondo trimestre 2003.
Anche la dinamica della spesa corrente appariva in leggero miglioramento. Sempre con riferimento al secondo trimestre 2004 la crescita tendenziale è stata pari al 2,9% contro il più 3,7% registrato dodici mesi prima.
Nonostante le rassicurazioni del Tesoro, i dati diffusi dall’Istat hanno suscitato allarme nell’opposizione. Il Ds Mauro Agostini sottolinea lo scadimento dell’avanzo primario e conclude che «i conti pubblici sono ormai fuori controllo». Qualche preoccupazione, non specifica sull’Italia, ma estesa in generale alla tenuta della finanza pubblica nella zona euro, è stata espressa ieri anche dal governatore della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet. «Senza una sana politica di bilancio la stabilità dei prezzi può essere mantenuta solo a prezzo di tassi d’interesse più alti, a scapito della crescita e dell’occupazione».
«Quelli del secondo trimestre sono dati che conoscevamo perfettamente già quando abbiamo presentato all’Ecofin e poi deciso la correzione dei conti» ha detto ieri Siniscalco, secondo il quale «l’andamento dei conti procede secondo le aspettative», e fa già registrare un miglioramento tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno.
Nel primo il deficit era stato calcolato al 6,1% del Pil. Nel solo secondo trimestre, invece, il deficit è stato pari all’1%, contro un avanzo del 2,6% nell’analogo periodo dell’anno scorso (l’Istat in prima battuta aveva calcolato un deficit dell’1,5% del Pil rettificandolo al più 2,6% dopo l’imputazione delle entrate da condono).
Nel dettaglio i dati Istat sulla finanza pubblica nel secondo trimestre indicano un peggioramento del saldo primario (la differenza tra le entrate e le spese al netto di quelle per gli interessi) dovuto sempre all’effetto condono, ma anche un deciso miglioramento del saldo corrente (la differenza tra le entrate e le spese correnti, su cui le entrate in conto capitale del condono non impattano). Tra aprile e giugno di quest’anno il saldo primario è stato positivo per 13,1 miliardi (3,9% del Pil) contro i 25,9 miliardi di attivo (8% del Pil) nello stesso periodo dell’anno scorso, mentre il saldo corrente denota un surplus di 7,5 miliardi di euro (2,3% del Pil) a fronte degli 1,3 (0,4% del Pil) nel secondo trimestre 2003.
Anche la dinamica della spesa corrente appariva in leggero miglioramento. Sempre con riferimento al secondo trimestre 2004 la crescita tendenziale è stata pari al 2,9% contro il più 3,7% registrato dodici mesi prima.
Nonostante le rassicurazioni del Tesoro, i dati diffusi dall’Istat hanno suscitato allarme nell’opposizione. Il Ds Mauro Agostini sottolinea lo scadimento dell’avanzo primario e conclude che «i conti pubblici sono ormai fuori controllo». Qualche preoccupazione, non specifica sull’Italia, ma estesa in generale alla tenuta della finanza pubblica nella zona euro, è stata espressa ieri anche dal governatore della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet. «Senza una sana politica di bilancio la stabilità dei prezzi può essere mantenuta solo a prezzo di tassi d’interesse più alti, a scapito della crescita e dell’occupazione».
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