Da Il Messaggero del 22/10/2004

Latte e farmaci a peso d’oro, lo scandalo si allarga

Sirchia: abbassare il prezzo del prodotto in polvere. I produttori: serve l’accordo di tutti

di Elena Castagni

ROMA - La battaglia sta diventando ancora più impegnativa di quella che ha portato alla riduzione del prezzo del vaccino antinfluenzale. Intorno al latte in polvere e allo scandalo del costo del prodotto in Italia (quattro volte superiore agli altri paesi europei) si sta alzando un coro di critiche e arrivano le prime rassicurazioni per i consumatori: «La diminuzione del prezzo è l’obiettivo del ministero», ha sentenziato Sirchia, che vuole bissare in questa occasione il risultato positivo ottenuto con il vaccino. Già, da ieri l’antinfluenzale costa in media il 26,1 per cento in meno. Tre o quattro euro risparmiati, che non sono pochi visto quanto spendono gli italiani per i farmaci.


I PREZZI DEI MEDICINALI - Curarsi in Italia costa ben più che in altri Paesi. Per l’acido acetil salicilico, l’antinfiammatorio che non manca mai negli armadietti degli italiani, paghiamo circa il doppio di quanto spendono tedeschi e francesi e un quarto in più degli spagnoli. Un sedativo come il Tavor, rimedio a molte notti insonni, in Francia costa l’87,5 per cento in meno e lo Xanax il 63,6. Che dire poi della pillola anticoncezionale? Anche qui il prezzo italiano è più alto di quello spagnolo, francese e tedesco e così le vitamine che in Spagna costano il 60 per cento in meno.

L’elenco è molto più lungo: va dall’analgesico, alla pomata antimicotica, fino al Viagra. L’Italia, insomma, sul prezzo della salute batte tutti.


SIRCHIA E IL LATTE IN POLVERE - E con i beni di consumo necessari, proprio come è invece il latte in polvere? Il prezzo, dice il ministro della Salute «è veramente troppo alto». E passa alla pratica: «Stiamo studiando come si possa essere più forti nella trattativa con le aziende che ci hanno molto deluso perché hanno fatto solo molte promesse mostrando ancora poca sensibilità nei confronti delle classi disagiate».


LE AZIENDE - Anche le aziende hanno rotto il muro di silenzio. Humana Italia, leader nel settore dei latti per l’infanzia, si appella a Sirchia. Chiede «un tavolo allargato a imprese produttrici, pediatri, farmacisti, canali distributivi, sul modello di quello che ha portato all’accordo sul prezzo del vaccino antinfluenzale. Solo se tutti i soggetti coinvolti faranno la loro parte - dice l’amministratore delegato Renato Valsina - si potrà ridurre il prezzo dei latti per l’infanzia venendo incontro alle famiglie e alle richieste dei consumatori».


L’ANTITRUST - Certo, la situazione per le ditte produttrici sta prendendo una brutta piega. L’Antitrust ha riaperto un’inchiesta per verificare l’eventuale sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza. Ieri sono stati sentiti i rappresentanti del Movimento dei consumatori. Per un’ora e mezza Cristiano Mattebruni è stato interrogato da cinque commissari dell’Autorità garante e ne è uscito «molto soddisfatto». Alessandro Miano, segretario nazionale dell’organizzazione, dice di avere l’impressione che si tratti di un’inchiesta molto seria, serrata: «Se riescono a mettere insieme tre indizi che fanno una prova, picchieranno duro. E non credo di sbagliarmi a dire che stanno per arrivare a scoprire cose molto importanti».


LA FEDERFARMA - Un modo per andare incontro ai consumatori lo stanno cercando anche le sedicimila farmacie rappresentate dalla Federfarma. Vogliono al più presto importare latte atificiale per neonati dall’estero e riuscire così a venderlo a prezzo scontato. «In questa operazione contiamo sulla collaborazione della distribuzione intermedia, più vicina alla nostra categoria, e delle associazioni dei consumatori che ringraziamo perché ci affiancano in questa battaglia di civiltà».

Ma in serata la prima delusione. Viene da Franco Caprino, segretario nazionale della Federfarma: «Due multinazionali da noi interpellate in Austria e Germania ci hanno comunicato di non avere scorte di latte in polvere sufficienti per le nostre richieste. La cosa è molto sospetta. Sarebbe un fatto molto grave», ha detto. Perplessità analoghe sono giunte dal segretario nazionale del Tribunale dei Diritti del Malato, Stefano Inglese.


I GENITORI - Ad unirsi al coro di quanti chiedono un allineamento del prezzo del prodotto a quello praticato negli altri paesi europei, è anche il Moige, Movimento italiano genitori, che invita a fermare subito ogni speculazione sul latte per neonati: «E’ incredibile come il latte in polvere possa costare da noi 40 euro al chilo e all’estero solo 10 euro, quando poi il reddito disponibile è più basso che altrove». Il latte in polvere, afferma il Movimento genitori, «è una necessità primaria e ogni speculazione va immediatamente fermata».

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