Da Corriere della Sera del 30/10/2004

Perplessi anche i fedelissimi di Putin: «Un’idea barbara»

Piano choc a Mosca «Prendiamo in ostaggio i parenti dei terroristi»

Il procuratore generale sconcerta la Duma

di Fabrizio Dragosei

MOSCA - La Russia è sotto attacco, con ottanta kamikaze addestrati all'estero pronti a colpire. Per questo è necessario cambiare le leggi e forse addirittura arrivare al punto di prendere in ostaggio i parenti dei terroristi. Ieri alla Duma (la camera bassa del Parlamento) i responsabili della sicurezza del paese hanno tracciato un quadro allarmante della situazione. E il Procuratore generale ha lanciato la sua proposta choc sulla presa di ostaggi: «Catturare e trattenere i familiari. Mostrare ai terroristi quello che potrebbe accadere ai loro cari». Secondo Vladimir Ustinov, «di fronte a certe azioni inumane commesse dai terroristi, sarebbe giusto far vedere che noi potremmo far subire la stessa sorte ai loro parenti». Vivaci le polemiche anche tra i fedelissimi di Vladimir Putin: «Un'idea semplicemente barbara», ha tuonato la vice presidente della Duma Lubov Sliska, esponente di punta del partito Russia Unita che sostiene il presidente. Ma il procuratore non si dà per vinto, anche perché interpreta bene il pensiero di milioni di russi che nei sondaggi affermano senza esitazione di voler tornare ai metodi di una volta per «tenere al loro posto» islamici, caucasici in generale, e altre minoranze poco ortodosse.

Alla Duma era in programma una seduta sul dopo Beslan. I deputati dovevano discutere, con l'aiuto di esperti, gli interventi da attuare per evitare il ripetersi di tragedie come quella verificatasi due mesi fa in Ossezia del Nord dove la cattura di 1200 ostaggi da parte di terroristi ceceni si è conclusa con la morte di 330 ostaggi, (più di metà bambini).

Il ministro dell'Interno Rashid Nurgaliyev ha magnificato il lavoro degli organismi di sicurezza, affermando che almeno duecento attentati sono stati sventati nell'ultimo anno. Poi ha aggiunto che alcuni dei 32 terroristi di Beslan erano cittadini sauditi ed egiziani, ma non ha fornito i loro nomi o altri particolari.

Insomma il suo intervento è sembrato soprattutto uno sforzo di pubbliche relazioni, per migliorare un’immagine molto compromessa. Nikolaj Patrushev, responsabile dell'FSB (successore del KGB) ha denunciato il «pericolo estero». Ottanta terroristi pronti a immolarsi nelle strade russe (ma alcuni sarebbero già stati neutralizzati). Il capo dell'FSB ha lanciato accuse precise: «La preparazione di questi kamikaze viene effettuata da organizzazioni segrete militari-religiose con l'appoggio diretto di governi di vari paesi del Medio Oriente». Patrushev ha quindi esortato il parlamento a varare nuove norme legislative, assolutamente indispensabili per combattere il terrorismo.

Quali norme? Il procuratore generale Ustinov si è assunto l'onere di proporne alcune. La più clamorosa è certamente quella sui familiari dei terroristi. «Prendere dei contro-ostaggi», ha esordito il procuratore. Quando i deputati gli hanno chiesto spiegazioni, non ha esitato a chiarire meglio il suo pensiero. Per non lasciare adito a dubbi, il procuratore ha citato un proverbio russo, quasi identico al nostro «chi di spada ferisce, di spada perisce».

Alcuni hanno protestato, come la Sliska che ha ricordato l'epoca staliniana nella quale «il fratello pagava per il fratello, il figlio per il padre». Ma altri non si sono turbati. E lo speaker della Duma ha olimpicamente osservato che l'idea del procuratore potrà essere discussa se verrà trasformata in un regolare emendamento alla proposta in discussione.

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