Da Il Messaggero del 29/10/2004
Sharon prepara le strategie del dopo-Yasser
Il premier deciso a proseguire il ritiro da Gaza. Voci di un assalto militare alla Muqata
di Eric Salerno
RAMALLAH - Israele, dalle pagine dei giornali colme di analisi e commenti, guarda già al dopo Arafat. Il leader palestinese è grave, ma forse meno di quello che si pensa, o forse di quello che pensa lui. Se ha accettato di andare all'estero, è il parere di esperti israeliani e palestinesi, vuol dire che è convinto di poter tornare. Sono mesi che Arafat parla di morire da martire tra le mura strette e già bombardate della Muqata. Ma se gli è stato concesso di poter tornare, se Sharon ha ceduto, suggeriscono gli stessi analisti, forse è più grave di quanto non pensi. Tra i palestinesi, un'altra paura è filtrata in serata. Con Arafat fuori dalla Muqata, Israele potrebbe dare l'assalto finale al quartiere generale dove, secondo quanto sostengono da tempo, si nasconderebbero alcuni militanti ricercati.
Fino a quando Arafat è in vita difficilmente potrà emergere una nuova dirigenza e difficilmente chi lo dovrà sostituire, provvisoriamente, avrà il coraggio e il sostegno interno per andare oltre l'ordinaria amministrazione. Se ne rendono conto anche gli israeliani, tanto che il ministro degli esteri Silvan Shalom, ha parlato ieri di rinnovare il processo di pace con chi dovesse emergere dopo la morte del rais. «Abbiamo sempre detto che siamo sinceramente pronti al negoziato con una dirigenza che si impegnerà a porre fine agli spargimenti di sangue». Il progettato ritiro da Gaza andrà avanti come previsto in modo «unilaterale» ma se Arafat dovesse morire Israele potrebbe coordinare con l'Autorità palestinese la fine dell'occupazione nella "striscia". Gli oppositori del ritiro che si apprestano a dare battaglia a Sharon: in parlamento e nel suo governo lo stanno sollecitando, ora, a sospendere il suo piano in attesa degli sviluppi.
Per il premier sono considerazioni irrilevanti, almeno per ora. ieri Sharon si è consultato con i suoi più stretti collaboratori per esaminare i piani approntati da tempo per un intervento militare israeliano qualora, sulla scia della morte di Arafat, la situazione nei territori palestinesi dovesse deteriorare ulteriormente. Ne ha scritto il quotidiano Haaretz sul suo sito internet e appena è apparso in mattinata si sono sparse voci a Ramallah che una colonna corazzata stava avanzando sulla città. Le truppe sono pronte, probabilmente, ma non sono stati segnalati spostamenti nella zona. Ci sono stati scontri a nord di qui, nella zona di Jenin, e a Gaza. Sette soldati sono rimasti feriti, quattro in modo molto grave.
Secondo Haaretz, nei mesi scorsi, pensando ai problemi che emergeranno con la morte del leader palestinese, governo e militari hanno anche discusso di un possibile luogo di sepoltura per Arafat. Si sa che gli piacerebbe riposare sulla spianata delle Moschee a Gerusalemme ma difficilmente Israele potrebbe accettare una richiesta del genere. Non viene escluso un luogo a ridosso del nuovo muro costruito in mezzo alla cittadina palestinese di Abu Dis, una periferia di Gerusalemme, da dove si possono guardare le moschee di Al Aksa e di Omar.
Fino a quando Arafat è in vita difficilmente potrà emergere una nuova dirigenza e difficilmente chi lo dovrà sostituire, provvisoriamente, avrà il coraggio e il sostegno interno per andare oltre l'ordinaria amministrazione. Se ne rendono conto anche gli israeliani, tanto che il ministro degli esteri Silvan Shalom, ha parlato ieri di rinnovare il processo di pace con chi dovesse emergere dopo la morte del rais. «Abbiamo sempre detto che siamo sinceramente pronti al negoziato con una dirigenza che si impegnerà a porre fine agli spargimenti di sangue». Il progettato ritiro da Gaza andrà avanti come previsto in modo «unilaterale» ma se Arafat dovesse morire Israele potrebbe coordinare con l'Autorità palestinese la fine dell'occupazione nella "striscia". Gli oppositori del ritiro che si apprestano a dare battaglia a Sharon: in parlamento e nel suo governo lo stanno sollecitando, ora, a sospendere il suo piano in attesa degli sviluppi.
Per il premier sono considerazioni irrilevanti, almeno per ora. ieri Sharon si è consultato con i suoi più stretti collaboratori per esaminare i piani approntati da tempo per un intervento militare israeliano qualora, sulla scia della morte di Arafat, la situazione nei territori palestinesi dovesse deteriorare ulteriormente. Ne ha scritto il quotidiano Haaretz sul suo sito internet e appena è apparso in mattinata si sono sparse voci a Ramallah che una colonna corazzata stava avanzando sulla città. Le truppe sono pronte, probabilmente, ma non sono stati segnalati spostamenti nella zona. Ci sono stati scontri a nord di qui, nella zona di Jenin, e a Gaza. Sette soldati sono rimasti feriti, quattro in modo molto grave.
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