Da La Repubblica del 01/11/2004

Il candidato riformista Yushenko sorpassa il premier Yanukovich, "delfino" del capo dello Stato, filo-russo. Ora il ballottaggio

Ucraina, opposizione in testa

Guerra di exit poll alle presidenziali del dopo Kuchma

di Giampaolo Visetti

KIEV - L´Ucraina va a dormire senza sapere se è riuscita a mandare in pensione il regime di Leonid Kuchma. Il riconoscimento della evidente voglia di cambiamento, resta ancora una speranza. Tre certezze, a tarda notte: tre elettori su quattro sono andati a votare per il nuovo presidente, le elezioni sono state viziate da diffuse e pesanti irregolarità, gli exit poll di una decina di istituti diversi appaiono assai poco attendibili. Secondo la media dei sondaggi all´uscita dai seggi, il candidato dell´opposizione riformista Viktor Yushenko avrebbe ottenuto tra il 41 e il 45% delle preferenze. L´attuale premier Viktor Yanukovich, delfino del vecchio presidente, oscillerebbe tra il 36 e il 42% dei voti. Il socialista Moroz e il comunista Simonenko avrebbero raccolto tra il 5 e il 6% delle indicazioni. Un pugno di voti per gli altri 20 candidati di facciata. Tutti gli istituti demoscopici meno uno, quello russo, danno in testa il leader dell´opposizione liberale. In base agli exit poll le presidenziali non sarebbero state decise al primo turno e tutto sarebbe rinviato al ballottaggio Yushenko-Yanukovich del 21 novembre. La realtà è però ben diversa da dichiarazioni e primi dati ufficiali. Il conteggio parallelo delle schede, organizzato a campione da opposizione, osservatori internazionali e associazioni indipendenti, certificherebbe che Yushenko avrebbe raccolto tra il 53 e il 60% dei voti, relegando Yanukovich tra il 35 e il 37%. Secondo questo scenario il leader dell´opposizione liberale, ex premier ed ex governatore della banca centrale, sarebbe stato eletto già ieri nuovo presidente dell´Ucraina. Decisivo sarà dunque il lavoro notturno della commissione centrale elettorale, a cui sono state inviate per il conteggio finale le schede dei 33 mila seggi del Paese. Qui tutto può accadere, compreso un clamoroso rovesciamento della volontà popolare. Ad una campagna elettorale non democratica, viziata dalle repressioni del regime, seguirebbe uno scrutinio deciso dai brogli di Stato. Vista la consistenza reale del vantaggio di Yushenko, è improbabile l´assegnazione della vittoria al primo ministro sponsorizzato dallo stesso presidente russo Vladimir Putin. Tutti gli osservatori concordano invece nel prevedere un aggiustamento che consenta alle autorità di non precipitare l´Ucraina nella guerra civile e di lasciare lo spazio per trattare la propria uscita di scena.

Alla chiusura dei seggi la tensione è salita di ora in ora. La sede della commissione elettorale di Kiev, già recintata a tempi record, è stata circondata da centinaia di militari, dieci blindati e dieci cannoni. Nella sola capitale sono arrivati 140 mila poliziotti. I seggi sono stati presidiati da 6600 agenti. Migliaia di sostenitori dell´opposizione, appresi gli exit poll, sono scesi per le strade dirigendosi verso la sede dove avviene il conteggio delle schede. Yushenko ha rilanciato l´appello a far rispettare il voto «anche con la forza». Gli oltre 4 mila osservatori internazionali hanno denunciato «gravi irregolarità»: sezioni mai aperte, urne aggiuntive, propaganda e minacce nei seggi, voti controllati, migliaia di nomi aggiunti o cancellati dagli elenchi, pullman di persone trasportate da un seggio all´altro per votare più volte, squadristi incaricati di respingere elettori sgraditi. Gli stessi exit poll sono stati resi vani dalla paura della gente di dichiarare il proprio orientamento. Solo oggi si saprà da dove riparte l´Ucraina. Dopo dieci anni di dominio dell´ex comunista Kuchma, il Paese è deciso a combattere la corruzione pubblica e ad abbattere il potere degli oligarchi sostenitori del regime. Yanukovich manterrebbe l´ex repubblica sovietica nell´orbita russa, Yushenko ha promesso di spostare la nazione verso Ue, Nato, e Wto. Una prova di democrazia ancora difficile da superare.

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