Da La Repubblica del 01/11/2004

Oggi l´incontro decisivo con l´azienda che chiede riduzioni dei costi del 30% per evitare 30.000 licenziamenti

Volkswagen rischia il blocco totale

Sindacati pronti a proclamare il primo sciopero nella storia del gruppo

L´ Ig Metall invece vuole aumenti salariali Si teme la fine della "cogestione" tedesca

di Andrea Tarquini

BERLINO - Prova di forza imminente tra aziende e sindacati in un´azienda-simbolo del Modell Deutschland. La Volkswagen, primo costruttore d´automobili europeo, investita da una grave crisi, rischia ormai il primo sciopero della sua storia. Sarebbe una svolta in un dopoguerra vissuto sotto il segno della concertazione e della cogestione aziendale, e un duro colpo all´immagine dell´impresa e del paese intero.

Il clima si fa sempre più pesante e teso. Oggi a Wolfsburg, la città-fabbrica dove hanno sede la direzione Vw e lo stabilimento principale, si terrà infatti l´incontro dell´ultimo tentativo di un compromesso che però tutti prevedono impossibile. Da una parte ci saranno il Ceo di Volkswagen, Bernd Pischetsrieder, e il suo capo del personale Peter Hartz, artefice delle riforme di welfare e mercato del lavoro del cancelliere Schroeder. Dall´altra il numero uno del sindacato Ig Metall, Juergen Peters, e il capo della centrale operaia in Vw, Hartmut Meine. Una rottura e uno sciopero, dicono gli osservatori, appaiono quasi inevitabili.

«Un´agitazione avrebbe solo effetti negativi: porterebbe un grave danno all´immagine e soprattutto alla competitività della nostra azienda», ha detto Hartz a Welt am Sonntag, lanciando alla Ig Metall un appello alla moderazione. Discrete pressioni sul sindacato sembra siano effettuate anche dal potere politico. Ma le posizioni dei due fronti sembrano a molti troppo lontane per consentire un compromesso.

L´azienda divenuta global player con il Maggiolino e poi con la Golf versa infatti in una grave crisi. I suoi utili sono calati per il settimo trimestre consecutivo: rispetto al terzo trimestre 2003 sono diminuiti del 62 per cento. Il che vuol dire che Vw non guadagna più soldi vendendo auto. Le perdite ammontano a 38 milioni di euro nei primi nove mesi dell´anno. Ma in realtà la situazione è ben peggiore: depurati delle "sovvenzioni interne" consentite dagli utili dei marchi di successo del gruppo, Audi e Skoda, i conti lamentano un passivo di ben 200 milioni di euro. La quota di mercato cala in Europa, in Cina, e negli stessi Usa.

«Non si vede come Volkswagen potrà evitare licenziamenti», dice Ferdinand Dudenhoeffer, uno dei massimi esperti dell´industria dell´auto tedesca. La direzione aziendale vuole salvare il gruppo tagliando i costi di produzione del 30 per cento entro il 2011. Per farlo, chiede alla Ig Metall un congelamento dei salari per almeno due anni, orario flessibile con il pagamento dello straordinario solo dopo la 40ma ora, un aggancio del 30 per cento del salario (che è del 20 per cento superiore al livello del contratto nazionale dei metalmeccanici tedeschi) agli utili aziendali. Senza questi tagli, ammonisce Vw, trentamila posti di lavoro diverranno esuberi da eliminare.

Non se ne parla, replica duro il sindacato. Ig Metall vuole aumenti del 2,2 per cento l´anno prossimo e del 2,7 per cento nel 2006 e rifiuta le richieste di flessibilizzazione dell´orario dell´azienda. Se, come i più temono, l´ultimo negoziato fallirà, la Ig Metall è già pronta ad avviare la procedura d´agitazione. Ereditata dal Regno Unito laburista dell´epoca di Clement Attlee, questa prevede la consultazione della base: se almeno il 75 per cento degli iscritti al sindacato voterà sì a scrutinio segreto, partirà lo sciopero. Il blocco della produzione potrebbe durare anche giorni o settimane, visto che le casse del sindacato sono abbastanza forti da aiutare gli operai a compensare le perdite di salario. Se scatterà il primo sciopero della storia Vw, la cogestione, cioè la concertazione alla tedesca, ne uscirà a pezzi. A tutto vantaggio degli imprenditori che ne chiedono un drastico ridimensionamento.

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