Da La Repubblica del 06/11/2004

La prima ha aperto a Modena: una formula alternativa al vecchio ospizio, messo in crisi dalle badanti

Anziani, ecco la casa di riposo a ore "E il weekend è in offerta speciale"

Basta una telefonata e un´auto va a prendere il nonno a casa per riportarlo più tardi
Tariffe scontate per chi prenota un posto per quattro fine settimana e promozioni d´autunno

di Jenner Meletti

MODENA - Ci sono anche le promozioni, come nei supermercati. «Dal 20 novembre al 5 dicembre il nonno può stare da noi tutto il giorno a soli 15 euro». Hanno inventato le offerte speciali, come fossero agenzie di viaggio. «Possiamo offrivi un pacchetto weekend, dalla cena del venerdì sera alla colazione del lunedì mattina: tre notti e due giorni, 312 euro». A Modena hanno costruito la casa di riposo a ore, e come ogni azienda che si rispetti si danno da fare con la pubblicità. «Vogliamo essere di sollievo alle famiglie che hanno in casa un anziano. Se riusciamo a "liberare" i figli dai genitori almeno per qualche ora, possiamo impedire che per questi nonni si apra troppo presto la porta di una casa di riposo. Insomma, con il nostro aiuto i vecchi possono restare in famiglia».

Si chiama Aster la nuova casa nel villaggio Modena Est dove gli anziani possono vivere per qualche ora o per qualche giorno. Non servono pratiche, domande, visite mediche, graduatorie. Basta una telefonata e da Aster parte un´auto che viene a casa a prendere il nonno. «Li trattiamo benissimo: oggi a pranzo - dice Mariteresa Zamboni, coordinatrice della casa - c´erano risotto alla pescatora e nasello gratinato. Abbiamo aperto un anno fa ma solo adesso abbiamo deciso di farci conoscere dalla stampa. Vogliamo aumentare il numero dei nostri assistiti, anche se il nostro servizio costa. Se non vengono da noi, questi anziani (ci sono quelli che stanno bene, ma anche gli affetti da vari gradi di demenza) rischiano di finire nel mercato incontrollato delle badanti».

La casa di Aster (Assistenza terza età, «ma in latino significa anche stella») è aperta giorno e notte, Ferragosto e Natale compresi. Si può scegliere il part time, dalle 7,30 alle 13,30, o dalle 13,30 alle 19,30. Venticinque posti in tutto, e per la notte ci sono 6 posti letto. «Mezza giornata costa 27 euro, pranzo o cena compresi. Un giorno intero 43 euro. Chi si ferma di notte - due camere doppie, due singole - paga 67 euro. Ma giorno e notte, se fatte di seguito, costano 75 euro». C´è un giardino "protetto" da una recinzione, «perché gli anziani che soffrono di demenza potrebbero fuggire via». «Ci sono anche quelli che scambiano la notte con il giorno, e magari si mettono a lavorare in casa quando tutti dormono. C´è chi li porta qui anche soltanto per riuscire a dormire in pace per otto ore filate. C´è chi non resiste più alla tensione ed ha bisogno di "scaricarsi" con un weekend libero».

Di notte è presente un Adb, che è un addetto all´assistenza di base. Di giorno, assieme agli Adb, ci sono anche un infermiere ed un medico geriatra. «Per i nostri ospiti, ma anche per le loro famiglie - dice Katia Cuoghi Costantini, responsabile area anziani della coop sociale Gulliver di cui Aster fa parte - abbiamo anche uno psicologo. Certo, cerchiamo clienti perché riteniamo di offrire un servizio che può cambiare la vita degli anziani. Senza un aiuto, la famiglia scoppia e il nonno si trova in casa protetta prima del tempo. Il nostro non è un parcheggio per vecchi: c´è anche l´animatore che insegna a disegnare, c´è la musicoterapia».

L´offerta speciale che partirà il 20 novembre, quella dei 15 euro per un giorno o una notte, «è anche una provocazione». «Figli e parenti, per i nostri nonni, dovrebbero poter pagare sempre 15 euro. Il resto dovrebbe essere messo a disposizione da enti, istituzioni, fondazioni? Con un contributo di 200.000 euro all´anno la nostra cooperativa potrebbe offrire 1550 notti e 4000 giornate di assistenza ad un prezzo, appunto, di soli 15 euro. Meglio ricordare che le case protette pubbliche - nelle quali gli anziani vanno solo quando non trovano altre strade - non costano meno di 150 euro al giorno».

Nel mercato dell´assistenza agli anziani (nella provincia di Modena ci sono 135.000 persone con più di 65 anni e 9450 di loro - il 7% - sono affetti da demenza) si cercano forme nuove di intervento anche perché l´arrivo delle badanti, soprattutto dall´Est, ha messo in crisi ospizi, ricoveri e case protette che dagli anni '60 in poi sono diventate più numerose dei campanili delle chiese. Anche la cooperativa Gulliver, a giugno, ha chiuso villa Richeldi di Concordia. «Avevamo 90 posti letto e non avevamo più di 38 ospiti». A Formigine, sempre nel modenese, ha chiuso i battenti villa Carducci. «La colpa - ha spiegato Giancarlo Nicoli, uno dei 10 soci di questa impresa privata - è tutta delle badanti. Sono come le mosche e ci hanno portato via il lavoro. Sono organizzatissime, queste donne dell´Est. Si passano parola, sanno dove sono le case dei vecchi, si presentano? Non hanno certo le nostre spese: solo per la pubblicità sull´elenco telefonico abbiamo speso 10.000 euro. E poi queste badanti hanno l´aiuto delle parrocchie e del vescovo. Noi abbiamo fatto un esposto in questura, perché arrivano con un visto turistico e poi non se ne vanno più. Nulla da fare».

Fra i soci privati di villa Carducci c´erano un commerciante di rottami, il titolare di una catena di lavanderie, il proprietario di un´agenzia di pompe funebri? «Portare i soldi in banca non rendeva nulla e allora vent´anni fa abbiamo investito in questa ed in altre case di riposo. Ma allora tutto era diverso. C´era la coppia che stava bene ma voleva assicurarsi un futuro. Vendeva l´appartamento, investiva in Bot e con quelli e la pensione pagava la retta nella nostra villa, quattro stelle con giardino. Ma da quando sono arrivate le badanti, nella nostra casa di riposo sono arrivati solo quelli che non riescono più a stare in piedi. E allora gestire una casa piena di non autosufficienti, a letto o in carrozzella, diventa troppo oneroso».

Le donne della Moldavia, dell´Ucraina e della Polonia hanno provocato un crollo pesante del mercato. Di fronte a rette che arrivano quasi a 3000 euro al mese, offrono il loro lavoro - giorno e notte, due soli pomeriggi liberi alla settimana - a cifre comprese fra i 600 e gli 800 euro al mese. «A Milano - dice Piero Calandriello, direttore dell´Anaste, l´associazione nazionale strutture terza età - sono state costruite 7 Rsa, residenze sanitarie assistenziali, ma nessuno le ha prese in affitto. Ognuna di queste ha fra i 120 ed i 200 posti letto: sono bellissime e vuote. Il motivo della crisi? Per gli anziani ci sono tante parole e pochissimi soldi. Si parla di loro quando muoiono per il caldo dell´estate, o quando una figlia uccide la madre perché non ce la fa più ad assisterla. Poi le convenzioni fra Regioni e privati si fanno al ribasso e il privato, da solo, non riesce a reggere». E allora, nel mercato preso d´assalto dalle donne dell´Est, bisogna trovare l´idea giusta. «Stasera ho una cena fuori. Venite a prendere il nonno?».

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