Da La Repubblica del 06/11/2004
Ormai solo il 26% dei francesi appoggia il suo operato. Difficile però trovare un sostituto
Francia, Raffarin in bilico
Il premier a picco nei consensi, Chirac pensa a un cambio
La data giusta potrebbe essere fine novembre, quando è programmato un rimpasto
Si fanno i nomi di Villepin e Sarkozy, che però è il primo rivale del presidente
di Giampiero Martinotti
PARIGI - La popolarità di Jean-Pierre Raffarin sprofonda a livelli raramente raggiunti e la voci di una sua sostituzione riprendono a soffiare sul mondo politico parigino. «C´è un´impressione di affanno», dice il capogruppo dei deputati Ump, il partito di maggioranza assoluta, confermando così il malumore dei parlamentari di destra. Certo, non è la prima volta che si parla delle sue dimissioni e Jacques Chirac è sempre molto restio a separarsi dai suoi uomini di fiducia, ma le circostanze alimentano le congetture.
Il dato di partenza è nei sondaggi. L´ultimo, pubblicato oggi dal Figaro Magazine è catastrofico: il 71 per cento dei francesi non ha nessuna fiducia in Raffarin, solo il 26 per cento continua a sostenerlo. Mese dopo mese il primo ministro perde quota e la sua autorità è sempre meno rispettata. Come se non bastasse, Raffarin non riesce a svolgere il suo ruolo di mediatore fra Chirac e Nicolas Sarkozy, che continuano ad affrontarsi (mercoledì il presidente ha rifiutato di nominare questore di Parigi il braccio destro del ministro delle Finanze). In queste condizioni, sostengono i fautori di una sua sostituzione, Raffarin rischia di diventare una palla al piede in vista del referendum sulla costituzione europea. Un primo ministro inviso al paese potrebbe infatti incitare gli elettori a trasformare la consultazione in un voto contro il governo.
L´occasione per un ricambio potrebbe arrivare tra poco: il 28 novembre, Sarkozy sarà eletto presidente dell´Ump e dovrà lasciare il ministero delle Finanze. Chirac potrebbe prendere la palla al balzo e approfittare dell´uscita del numero due del governo per cambiare tutta la squadra. Molto dipenderà, paradossalmente, dal referendum interno dei socialisti sulla costituzione europea. Il 1 dicembre, i militanti dovranno decidere se appoggiare o no il trattato firmato la settimana scorsa a Roma. Una risposta negativa metterebbe in serio pericolo la vittoria del sì al referendum nazionale e richiederebbe l´arrivo alla guida del governo di un leader popolare.
Il guaio è che Chirac non ha a disposizione un uomo in grado di rimpiazzare Raffarin. Nei mesi scorsi si era molto parlato di Dominique de Villepin, ministro dell´Interno ed ex titolare degli Esteri, ma la sua candidatura perde quota; Sarkozy sarebbe gradito al paese, ma il presidente non ne vuol sentir parlare; gli altri nomi che circolano non sembrano abbastanza forti politicamente. L´assenza di una vera candidatura di ricambio è l´unica vera forza di Raffarin, che ha detto più volte di voler restare in carica fino al referendum sulla costituzione europea. Del resto, il primo ministro fa finta di nulla di fronte al moltiplicarsi delle voci sulla sua sorte: nel suo ufficio sono attaccate alle pareti le prime pagine dei giornali che in passato hanno annunciato la sua uscita di scena.
Il dato di partenza è nei sondaggi. L´ultimo, pubblicato oggi dal Figaro Magazine è catastrofico: il 71 per cento dei francesi non ha nessuna fiducia in Raffarin, solo il 26 per cento continua a sostenerlo. Mese dopo mese il primo ministro perde quota e la sua autorità è sempre meno rispettata. Come se non bastasse, Raffarin non riesce a svolgere il suo ruolo di mediatore fra Chirac e Nicolas Sarkozy, che continuano ad affrontarsi (mercoledì il presidente ha rifiutato di nominare questore di Parigi il braccio destro del ministro delle Finanze). In queste condizioni, sostengono i fautori di una sua sostituzione, Raffarin rischia di diventare una palla al piede in vista del referendum sulla costituzione europea. Un primo ministro inviso al paese potrebbe infatti incitare gli elettori a trasformare la consultazione in un voto contro il governo.
L´occasione per un ricambio potrebbe arrivare tra poco: il 28 novembre, Sarkozy sarà eletto presidente dell´Ump e dovrà lasciare il ministero delle Finanze. Chirac potrebbe prendere la palla al balzo e approfittare dell´uscita del numero due del governo per cambiare tutta la squadra. Molto dipenderà, paradossalmente, dal referendum interno dei socialisti sulla costituzione europea. Il 1 dicembre, i militanti dovranno decidere se appoggiare o no il trattato firmato la settimana scorsa a Roma. Una risposta negativa metterebbe in serio pericolo la vittoria del sì al referendum nazionale e richiederebbe l´arrivo alla guida del governo di un leader popolare.
Il guaio è che Chirac non ha a disposizione un uomo in grado di rimpiazzare Raffarin. Nei mesi scorsi si era molto parlato di Dominique de Villepin, ministro dell´Interno ed ex titolare degli Esteri, ma la sua candidatura perde quota; Sarkozy sarebbe gradito al paese, ma il presidente non ne vuol sentir parlare; gli altri nomi che circolano non sembrano abbastanza forti politicamente. L´assenza di una vera candidatura di ricambio è l´unica vera forza di Raffarin, che ha detto più volte di voler restare in carica fino al referendum sulla costituzione europea. Del resto, il primo ministro fa finta di nulla di fronte al moltiplicarsi delle voci sulla sua sorte: nel suo ufficio sono attaccate alle pareti le prime pagine dei giornali che in passato hanno annunciato la sua uscita di scena.
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