Da La Repubblica del 07/11/2004

Lascia il capo dell´anti-terrorismo del Dipartimento di Stato, Cofer Black. Voci di dimissioni anche per il ministro Tom Ridge

La battaglia dell´Intelligence i "vecchi" contro la linea Bush

Rumsfeld punta a controllare l´intero budget dello spionaggio
In ascesa il direttore della Cia Porter Goss: è la pedina chiave della riforma dei servizi

di Carlo Bonini

WASHINGTON - Il direttore dell´Antiterrorismo del Dipartimento di Stato, Cofer Black, lascia. La Cia è in piena fibrillazione. Tom Ridge non è più così sicuro di aver voglia di restare al Dipartimento per la sicurezza nazionale (Department for Homeland Security). Il grande gioco è cominciato. Vale il controllo dei 40 miliardi di dollari del bilancio federale che tengono viva l´intera intelligence americana, una poltrona nuova di zecca alla destra del presidente nel gabinetto della Casa Bianca con il titolo di Direttore nazionale dell´intelligence, la nomina, appunto, di un nuovo direttore dell´Antiterrorismo al Dipartimento di Stato, la possibile successione di Tom Ridge, il nuovo staff di vertice della Cia.

Che la macchina del più potente apparato di spionaggio e sicurezza del mondo si preparasse alla sua rivoluzione domestica non era un segreto. O almeno aveva smesso di esserlo dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione parlamentare di inchiesta sull´11 Settembre e le conclusioni rassegnate dal Comitato congiunto di controllo sui servizi segreti di Senato e Congresso. Le elezioni dovevano decidere chi questa rivoluzione avrebbe condotto. Come e quando. Giovedì, all´Eisenhower Executive Office Building, nella sua prima uscita pubblica da presidente rieletto, George W.Bush ha spiegato con una qualche enfasi che il tempo è arrivato. «Abbiamo il dovere solenne di proteggere il popolo americano - ha avvertito - E a questo dovere terremo fede. In un tempo di guerra, il governo del paese ha bisogno della migliore intelligence. Per questo motivo chiedo ora al Congresso di approvare la riforma che io farò diventare legge».

Musica per le orecchie di Porter J. Goss, per 16 anni deputato repubblicano della Florida e oggi direttore della Cia. Una fonte vicina all´Amministrazione che ha avuto modo di incontrarlo dopo il voto di martedì, racconta di un uomo «euforico». La vittoria di John Kerry lo avrebbe consegnato alla storia come uno dei direttori meno longevi dell´Agenzia. I democratici ne avevano ostacolato la nomina nel settembre scorso, censurandone la partigianeria politica. Erano pronti a liberarsene. «E invece - osserva la fonte - con la riconferma di Bush, Porter Goss è oggi la pedina chiave dell´intero piano di riforma dell´intelligence. Appena la legge sarà approvata, Goss diventerà la spia più potente del mondo. Sarà lui il nuovo Direttore nazionale dell´intelligence. Lavorerà alla Casa Bianca e a lui risponderanno personalmente i direttori di tutte le agenzie di spionaggio e controspionaggio del Paese. A cominciare dalle più importanti: Cia, Fbi, Nsa (la National security agency, spionaggio elettronico), Dia (la Defence intelligence agency, lo spionaggio militare). Lui e soltanto lui sarà l´interlocutore del presidente in materia di intelligence. Nessuno gli farà ombra, tantomeno Tom Ridge, il segretario del Dipartimento per la sicurezza nazionale». Quando lo scelse, Bush lo aveva solennemente incoronato Zar della nuova stagione dell´Antiterrorismo. Ora, Ridge ha chiesto al Presidente di trovare qualcun altro disposto a succedergli.

Al Congresso esistono oggi i numeri per chiudere in fretta la partita che ridisegna l´intelligence. E se un ostacolo esiste è dentro l´Amministrazione e si chiama Donald Rumsfeld. Il segretario alla Difesa non intende mollare la direzione della sua "intelligence". Quella che, al Pentagono, ha costruito il "caso Iraq". Per farlo sta provando a sottrarre alla figura del futuro Direttore nazionale dell´intelligence i cordoni della borsa, vale a dire il controllo del budget destinato a sostenere l´intera bolletta dello spionaggio americano: 40 miliardi di dollari. O, quantomeno, quella fetta destinata allo spionaggio militare. A fare insomma di Goss un monarca senza spada o dalla spada dimezzata.

Si vedrà. Quel che è certo è che Porter Goss non fa mistero di quale intelligence abbia in mente e quale sia il mandato politico ricevuto da Bush. Ha avvisato il Congresso che non consegnerà al Parlamento il rapporto con cui era stato chiesto all´ispettore generale della Cia, John Helgerson, di individuare le responsabilità individuali all´interno dell´Agenzia per il fallimento nella raccolta e analisi dell´intelligence precedente l´11 Settembre. Ha spiegato di aver restituito il voluminoso incarto al suo autore con l´ordine di purgarlo di ogni nome, lasciando sopravvivere soltanto «fatti e circostanze» di quel fallimento, prive di paternità tecnica o politica.

C´è dell´altro. Porter Goss ha chiamato a Langley Michael V. Kostiw, un ex case officer allontanato dalla Cia vent´anni fa perché inseguito da un´accusa di malversazione, quindi rigenerato da una lunga stagione di consulente per il partito repubblicano all´interno del Comitato di controllo sull´intelligence (di cui Goss faceva parte). Goss voleva nominarlo numero tre dell´Agenzia (direttore esecutivo), con l´incarico di gestirne la cassa (5 miliardi di dollari l´anno). La rivolta che lo ha investito gli ha consigliato una mossa alternativa. Kostiw sarà suo consulente particolare. Al suo posto, direttore esecutivo diventerà un altro repubblicano che, come Kostiw, ha orbitato nel tempo intorno al Comitato di controllo sui servizi. Per il momento, l´Agenzia ne ha diffuso solo il nome in codice, "Dusty", "polveroso", aggiungendo che si tratta di un funzionario che in 22 anni di «servizio sotto copertura» si è «esclusivamente occupato di logistica».

Un modo elegante per tratteggiare la figura di un burocrate politicamente orientato e dare voce alle paure che agitano la pancia della struttura. Racconta una qualificata fonte di intelligence: «Mercoledì scorso, dopo il voto, ci siamo ritrovati ad un corso di formazione per funzionari di Cia ed Nsa. Non ho mai visto in vita mia tanti musi lunghi. Soprattutto, non ho mai visto tanti operativi ammettere di aver votato per un candidato democratico». Chi può sta cercando un altro lavoro. I "vecchi" sembrano preferire non dover proseguire oltre. Come Cofer Black, appunto. Leggendario direttore dell´Antiterrorismo della Cia fino al 2002, è rimasto al Dipartimento non un giorno oltre la fine del primo mandato di Bush. Martedì pomeriggio, a seggi volutamente ancora aperti, si è congedato dagli uomini della sua struttura con un semplice «Me ne vado in pensione». Mercoledì sarà il suo ultimo giorno a Foggy Bottom. Nel grande gioco, un´altra casella chiave da riempire.

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