Da La Repubblica del 07/11/2004

L´omicidio del regista scuote il paese. Il vice premier Zalm: "Inaspriremo la lotta contro gli estremisti"

Caso Van Gogh, Olanda sotto shock "Cacciamo via gli islamici radicali"

Il primo ministro invita alla cautela. La comunità araba: "Accusati senza prove"
Tra la gente esplode la rabbia: "Finora siamo stati troppo tolleranti verso gli stranieri"

di Riccardo Staglianò

AMSTERDAM - Sono state pugnalate inflitte ai valori più profondi dell´Olanda quelle che hanno tolto la vita a Theo van Gogh. E soprattutto l´ultima, quella con cui Mohammed B., marocchino ventiseienne, gli avrebbe fissato sul petto con un coltello cinque pagine deliranti in cui spiegava le ragioni di quel gesto e prometteva sorte analoga a Hirsi Ali e a Geert Wilders, due parlamentari di centro destra fortemente critici, quando non offensivi, verso alcuni aspetti dell´islam. «Siamo stati troppo tolleranti e questo è il ringraziamento» è la frase più ripetuta dai passanti che si lasciano avvicinare a Rembrandt Plain. Venerdì il principale quotidiano conservatore De Telegraf titolava a tutta pagina, a caratteri di scatola bianchi su fondo nero, «Dodenlijst», «la lista dei condannati a morte», con sotto le foto enormi dei 6 principali destinatari di quella che ha definito una «fatwa». E ieri, il telegiornale di prima serata, dava conto del sentimento che angoscia il Paese. Con il vice-premier Gerrit Zalm che ha dichiarato «guerra ai movimenti islamici radicali»: «Inaspriremo la lotta e ci assicureremo che scompaiano dall´Olanda», ha promesso.

Disattendendo, nei toni, la preghiera di cautela venuta sia dal primo ministro Peter Balkenende che dal sindaco di Amsterdam Job Cohen (uno dei minacciati, in quanto ebreo): «Non saltiamo alle conclusioni troppo in fretta». Nel senso di mettere nello stesso canestro i pochi estremisti e i tanti musulmani liberali.

Ma la tentazione di una resa dei conti, che covava sotto traccia da tempo, è forte. All´inizio della prossima settimana il Parlamento discuterà la proposta di togliere il passaporto olandese a coloro che si macchiano di reati di sangue. Sia il presunto assassino che vari degli altri 8 arrestati in relazione all´omicidio hanno duplice nazionalità, marocchina e olandese. Nelle perquisizioni di questi giorni la polizia ha sequestrato computer e materiale jihadista che inneggia alla lotta contro gli infedeli. E c´è chi punta il dito contro la moschea Tawhid (monoteismo), un anonimo edificio di tre piani in mattoni rossi al 114 di Jan Hanzenstraat, come loro centro di reclutamento. Il portavoce Farid Zaari smentisce qualsiasi rapporto: «Ci accusano senza prove per un brutale omicidio commesso da gente che niente ha a che fare con noi e che abbiamo fermamente condannato». Il presunto esecutore materiale sembra essere precipitato su posizioni integraliste circa due anni fa, dopo la morte della madre. Viveva ad Amsterdam West, a pochi caseggiati dall´imam Mahmoud el Shershaby, di cui alcuni deputati hanno già chiesto l´espulsione. Palazzi bassi, popolari ma molto decorosi, costruiti dal governo 30-40 anni fa quando incentivava l´arrivo della manovalanza emigrante. Con i take away di shawarma accanto a pizzerie e cibo giapponese da asporto. «Non andavano più in moschea da tempo - insiste Ahmed Markouch, capo dell´Unione delle moschee marocchine di Amsterdam - perché non ne trovavano di abbastanza radicali per loro. A quanto sappiamo avevano contatti diretti con dei sauditi».

Ma qualche avvisaglia islamofobica si è fatta subito sentire. Tra venerdì e sabato otto lettere minatorie contenenti una polvere che solo dopo si è scoperto essere innocua sono state consegnate ad altrettanti negozi islamici di Van Wonstraat. «L´Olanda aspettava questa grande occasione per poter sfogare il suo razzismo» ci spiega Erdal, ventenne con i genitori di Istanbul. Fa il tassista e non si lamenta per sé: «Non ce l´hanno con i turchi ma con i marocchini». Le gang giovanili, soprattutto, nei mesi scorsi spesso protagoniste della cronaca per aver terrorizzato interi quartieri: piccoli furti e bravate varie, principalmente, ma abbastanza per intorbidire il clima. E per far reclamare all´81 per cento dei cittadini intervistati in un sondaggio per il quotidiano Algemeen Dagblad misure aggiuntive per combattere l´estremismo islamico (il 79 ritiene che l´uccisione di van Gogh abbia cambiato per sempre la società olandese).

L´atmosfera giusta per l´ascesa dei «liberali conservatori» di Wilders, cacciato pochi mesi fa dal partito di governo perché troppo ferocemente contrario all´entrata della Turchia in Europa. Nel 2002, quando un folle militante dei diritti degli animali uccise lo xenofobo Pim Fortuyn, le quotazioni politiche della sua formazione schizzarono alle stelle. Vari commentatori scommettono sullo stesso effetto riguardo al movimento dell´uomo appena finito nel mirino degli integralisti. Adesso h una lista familiare, in pochi mesi potrebbe diventare il terzo partito del Paese prevedono gli analisti del tg delle 8. Theo van Gogh ce l´aveva con la «sottomissione» (così si intitolava il suo contestatissimo documentario) delle donne musulmane, che aveva mostrato nude con indosso un burqa mentre leggevano dei versetti del Corano. La sua morte rischia di scatenare, nel più mite dei Paesi europei, una piccola «guerra di civiltà».

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