Da Corriere della Sera del 11/11/2004
Privatizzazione Rai: cda contro Cattaneo
di Paolo Conti
ROMA - Contrasto alla Rai tra il Consiglio e il direttore generale Flavio Cattaneo. Il Cda di martedì è slittato per l’assenza di Marcello Veneziani, consigliere «vicino» ad An. La nuova riunione è fissata per mercoledì 17 ma la polemica sui tagli annunciati da Cattaneo (lui parla di «ottimizzazione») in vista della quotazione in Borsa è aperta. Marcello Veneziani ha inviato ai consiglieri e a Cattaneo una lettera: stiamo affrontando la privatizzazione ma continuiamo a saperne poco dalla direzione generale, il Cda ha una sua dignità operativa e non è un notaio, occorre un rilancio della qualità dei programmi, qualsiasi intervento economico non può danneggiare il prodotto, vero marchio distintivo della Rai. Giorgio Rumi, consigliere di area cattolica, concorda: «Condivido l’iniziativa di Veneziani, se ci fossero quei tagli di cui si parla certamente la qualità ne soffrirebbe. Ma più in generale questa è l’occasione per ripensare il ruolo di un Consiglio che deve continuare ad avere una sua efficacia. C’è un problema di contenuti». Su una linea analoga sarebbe schierato anche il consigliere anziano Francesco Alberoni, ora presidente pro tempore.
Il presidente della Vigilanza, Claudio Petruccioli, annuncia che chiederà chiarimenti a Cattaneo. E ancora in Vigilanza si registrano altri attacchi al direttore generale dalla maggioranza. Pippo Gianni, Udc: «I tagli mi sembrano un regalo alla concorrenza, ovvero a Mediaset». Davide Caparini: «I tagli di oggi pesano sulla programmazione di domani con nocumento sulla Rai del futuro». Replica Cattaneo: «Le ottimizzazioni si stanno verificando in accordo con le strutture editoriali e dovranno essere convalidate dal Cda. Garantiscono la leadership di gruppo e di Raiuno e non intaccano le attività di servizio pubblico». Inoltre i capigruppo ds di Senato e Camera, Gavino Angius e Luciano Violante, hanno scritto ai presidenti dei due rami del Parlamento, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini chiedendo di sanare uno «squilibrio non formale» nato dopo le dimissioni di Lucia Annunziata «che aveva assunto un ruolo di garanzia essenziale nell'equilibrio gestionale dell'azienda e che non è oggi più ricoperto da nessuno». E nelle redazioni si respira aria di crisi. Bruno Socillo, direttore del Giornale radio, vicino ad An, è stato sfiduciato ieri sera con 109 voti contrari, 49 favorevoli e 8 schede bianche.
In fermento anche il mondo della fiction. Carlo Degli Esposti, presidente dell’Apt, i produttori indipendenti: «Il clima di incertezza sulla collocazione in Borsa della Rai pone il nostro mercato in uno stato di precarietà, anche se nelle ultime riunioni Cattaneo e il responsabile della fiction, Agostino Saccà, hanno assicurato che non ci saranno variazioni negative. L’augurio è che la privatizzazione sia un’ottima occasione per mettere al primo posto il prodotto, in particolare la fiction che ora assicura lavoro a 300 mila persone ed è forse l’unica industria italiana con una possibilità di sviluppo fino al 200%. Il solo modo per arrivare alla privatizzazione è avere i produttori al fianco. Se non sarà così, saremo i più grandi nemici di un’operazione grave e autolesionista».
Il presidente della Vigilanza, Claudio Petruccioli, annuncia che chiederà chiarimenti a Cattaneo. E ancora in Vigilanza si registrano altri attacchi al direttore generale dalla maggioranza. Pippo Gianni, Udc: «I tagli mi sembrano un regalo alla concorrenza, ovvero a Mediaset». Davide Caparini: «I tagli di oggi pesano sulla programmazione di domani con nocumento sulla Rai del futuro». Replica Cattaneo: «Le ottimizzazioni si stanno verificando in accordo con le strutture editoriali e dovranno essere convalidate dal Cda. Garantiscono la leadership di gruppo e di Raiuno e non intaccano le attività di servizio pubblico». Inoltre i capigruppo ds di Senato e Camera, Gavino Angius e Luciano Violante, hanno scritto ai presidenti dei due rami del Parlamento, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini chiedendo di sanare uno «squilibrio non formale» nato dopo le dimissioni di Lucia Annunziata «che aveva assunto un ruolo di garanzia essenziale nell'equilibrio gestionale dell'azienda e che non è oggi più ricoperto da nessuno». E nelle redazioni si respira aria di crisi. Bruno Socillo, direttore del Giornale radio, vicino ad An, è stato sfiduciato ieri sera con 109 voti contrari, 49 favorevoli e 8 schede bianche.
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