Da Il Messaggero del 10/11/2004
Volontè: il più assente in aula è stato il governo
di Mario Ajello
ROMA - Il super-berlusconiano dell’Udc, Epifanio Barbieri, chiede la testa di Volontè, imputandogli le assenze in Aula nel voto sulla Finanziaria. Il segretario Follini difende il capogruppo e dice che sono «ingiusti e meschini» questi attacchi.
Onorevole Volontè, il 78 per cento di assenti del suo partito sono un segnale politico al governo?
«Lo escludo proprio».
Solo una casualità?
«Un fatto grave. Che riguarda non solo il nostro ma anche gli altri partiti della maggioranza. E pure il governo».
Il governo?
«Si è registrata una scarsissima presenza da parte dei rappresentanti dell’esecutivo. Sono voti persi anche quelli».
Nessuno dei vostri assenti ha voluto mandare un avvertimento: magari quello di spingere Follini a non entrare nel governo?
«Non capisco questi discorsi. So soltanto che io, come tutti gli altri, sono dispiaciuto per il fatto che non ero in Aula».
E dov’era?
«Al partito. Impegnato in una riunione con Follini, per discutere di Finanziaria e preparare il vertice con Berlusconi».
Il 22 per cento di presenze non è pochissimo?
«Bisogna pensare agli assenti. E molti di questi erano in missione».
E quelli del governo dov’erano?
«Lo deve chiedere a loro. Su 60 componenti dell’esecutivo, in Aula ce n’erano due. E’ un dato impressionante anche questo, no?».
Sì.
«Ora c’è bisogno da parte di tutti, a cominciare dal sottoscritto, di un maggiore senso di responsabilità».
Guai a marcare visita?
«Guai. Visto che questa maggioranza, che prima era di 100 voti superiore all’opposizione, adesso lo è solo di 80. E i rischi aumentano».
Onorevole Volontè, il 78 per cento di assenti del suo partito sono un segnale politico al governo?
«Lo escludo proprio».
Solo una casualità?
«Un fatto grave. Che riguarda non solo il nostro ma anche gli altri partiti della maggioranza. E pure il governo».
Il governo?
«Si è registrata una scarsissima presenza da parte dei rappresentanti dell’esecutivo. Sono voti persi anche quelli».
Nessuno dei vostri assenti ha voluto mandare un avvertimento: magari quello di spingere Follini a non entrare nel governo?
«Non capisco questi discorsi. So soltanto che io, come tutti gli altri, sono dispiaciuto per il fatto che non ero in Aula».
E dov’era?
«Al partito. Impegnato in una riunione con Follini, per discutere di Finanziaria e preparare il vertice con Berlusconi».
Il 22 per cento di presenze non è pochissimo?
«Bisogna pensare agli assenti. E molti di questi erano in missione».
E quelli del governo dov’erano?
«Lo deve chiedere a loro. Su 60 componenti dell’esecutivo, in Aula ce n’erano due. E’ un dato impressionante anche questo, no?».
Sì.
«Ora c’è bisogno da parte di tutti, a cominciare dal sottoscritto, di un maggiore senso di responsabilità».
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