Da Corriere della Sera del 12/11/2004
Privatizzazione Rai, via libera del Tesoro Sfida Cattaneo-direttori
di Paolo Conti
ROMA - «Il governo è determinato a proseguire nella privatizzazione della Rai, il Tesoro già da dieci giorni ha avviato la procedura per scegliere l’advisor». Con poche parole pronunciate ieri pomeriggio entrando a Palazzo Chigi, il ministro dellì’Economia, Domenico Siniscalco, ha confermato la linea del direttore generale di Viale Mazzini, Flavio Cattaneo: privatizzazione a passi serrati con quotazione in borsa, proprio l’oggetto della polemica infuocata di queste ore. Tra poco verrà scelto, tra gli istituti bancari invitati dal Tesoro, l’advisor, ovvero il consulente finanziario che dovrà stabilire il valore della Rai. Si parlava di incertezze del Tesoro, invece Siniscalco ha rotto gli indugi nelle ore in cui Cattaneo fronteggia le perplessità interne di una Rai, preoccupata delle voci di tagli ai budget per far lievitare l’utile a cento milioni di euro e ottenere una buona collocazione in Borsa. Cattaneo ha convocato nella sala degli Arazzi di Viale Mazzini tutti i direttori e vicedirettori di «prima fascia». Ha chiesto e ottenuto un confronto franco, a volte aspro. Ha difeso il progetto: niente tagli ma ottimizzazioni («se per La vita in diretta bastano tre telecamere perché usarne dodici?») che non incideranno «sui prodotti da servizio pubblico». All’inizio è stato difficile rompere il ghiaccio. Ha provveduto Giancarlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema: conosco il progetto e lo condivido, ma forse una parte dell’azienda ha bisogno di approfondimenti e si chiede se gli interventi non incideranno sul prodotto.
Da Paolo Ruffini, Raitre, il primo interrogativo: continuiamo a riunirci sui tagli ma non parliamo mai di cosa fare della Rai che resta la prima industria culturale del Paese. Roberto Morrione, Rainews 24: dove vanno a finire i soldi dei risparmi? Bisogna investire negli apparati tecnici, sempre più obsoleti, per recuperare competitività: e la collocazione in Borsa è l’anticamera di future dismissioni? Cattaneo ha ripetuto: no, no e poi no. Infine il duro scontro con Agostino Saccà, ex direttore generale della Rai e ora capo della Fiction, una delle aree destinate alle «ottimizzazioni»: d’accordo con la privatizzazione, ma qual è il modello? L’Ue, con i protocolli aggiuntivi di Amsterdam, ha reso quasi intoccabili i servizi pubblici radiotv e i francesi, se potessero tornare indietro, non privatizzerebbero mai più il primo canale perché hanno perso un elemento di coesione culturale nazionale, attenzione perché si potrebbe sradicare la Rai dal territorio quando in passato è stata elemento di unità nazionale... Cattaneo lo ha interrotto: stai facendo un comizio o un intervento? E dov’eri, da direttore generale, quando il Parlamento avviava di fatto la privatizzazione Rai?
L’aria a Viale Mazzini è insomma tesa proprio nel recinto politico del centrodestra: prima le contestazioni a Cattaneo da parte del consigliere Marcello Veneziani, «vicino» ad An e ieri il confronto con Saccà (area Forza Italia). Mercoledì ci sarà Consiglio di amministrazione ma il Cda intende vedere chiaro sulla privatizzazione. Lo vuole anche Francesco Alberoni, consigliere anziano e presidente pro-tempore: nessuna polemica col direttore generale, fa sapere, ma è bene chiarire le cose per non fermarsi alle voci, a ciò che si legge sui giornali, ben venga la privatizzazione ma bisogna ricordarsi che si tratta di un servizio pubblico e quindi occorrono prodotti adeguati, di qualità, anche sganciati dall’ansia da audience, i tagli alla cieca sarebbero disastrosi, c’è modo e modo di risparmiare. Fino a mercoledì sono previsti incontri «chiarificatori» tra consiglieri e direzione generale.
Da Paolo Ruffini, Raitre, il primo interrogativo: continuiamo a riunirci sui tagli ma non parliamo mai di cosa fare della Rai che resta la prima industria culturale del Paese. Roberto Morrione, Rainews 24: dove vanno a finire i soldi dei risparmi? Bisogna investire negli apparati tecnici, sempre più obsoleti, per recuperare competitività: e la collocazione in Borsa è l’anticamera di future dismissioni? Cattaneo ha ripetuto: no, no e poi no. Infine il duro scontro con Agostino Saccà, ex direttore generale della Rai e ora capo della Fiction, una delle aree destinate alle «ottimizzazioni»: d’accordo con la privatizzazione, ma qual è il modello? L’Ue, con i protocolli aggiuntivi di Amsterdam, ha reso quasi intoccabili i servizi pubblici radiotv e i francesi, se potessero tornare indietro, non privatizzerebbero mai più il primo canale perché hanno perso un elemento di coesione culturale nazionale, attenzione perché si potrebbe sradicare la Rai dal territorio quando in passato è stata elemento di unità nazionale... Cattaneo lo ha interrotto: stai facendo un comizio o un intervento? E dov’eri, da direttore generale, quando il Parlamento avviava di fatto la privatizzazione Rai?
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