Da Corriere della Sera del 12/11/2004
L’eccezione
di Aldo Grasso
E' stato un addio inaspettato ma difficile da dimenticare: Enrico Mentana ha atteso che fosse finito un drammatico servizio su Nassiriya firmato dal suo miglior inviato, Toni Capuozzo, poi si è rivolto al pubblico. Per congedarsi in maniera franca e inusuale. Per comunicare agli spettatori che Mediaset venerdì lo aveva sollevato dall'incarico (non si è dimesso, come ha detto Ezio Greggio a «Striscia»), per dire che la cosa gli dispiace, pur senza gridare al regime, per ribadire che il suo Tg5 è stato una felice eccezione nell'informazione italiana. Il che è vero. Adesso che non è più direttore glielo possiamo dire: è il più bravo. Nessuno come Mentana ha saputo interpretare il ruolo del conduttore: per ritmo, per senso della notizia, per autorevolezza. Le volte che ci è capitato di richiamare una pagina di un tg particolarmente efficace, un momento su cui riflettere, una sequenza di grande giornalismo tv, la mente è sempre corsa a quella sera del 2001 quando Mentana, commentando i tragici eventi della morte di Carlo Giuliani durante gli scontri del G8 a Genova, era riuscito a costruire un tg di rara intensità e di grande mestiere. Da antologia.
Il Tg5 è il più moderno fra i tg italiani: cucito come un abito di sartoria sul suo direttore, ha fatto della cronaca l'ariete contro l'invadenza della politica e l'enfasi stucchevole del politichese. E' moderno perché sa che in un palinsesto la vitalità di una proposta dipende da un prima e da un dopo. La coabitazione con «Striscia la notizia» lo ha indotto inoltre a dare una cadenza e un taglio alle notizie sconosciuti ad altri tg. Una volta Mentana ha spiegato la sua filosofia: «Sono cresciuto con la tv, appartengo alla generazione dei computer e credo di aver imparato una certa sintassi della comunicazione, per cui se un avvenimento è poco importante si danno due righe, se lo è abbastanza si fa un servizio, se è importantissimo si fa un collegamento».
Qualcuno lo ha accusato di furbizia: il dare più spazio alla cronaca che alla politica è stato il modo di affrancarsi dalle pressioni del suo editore, che si chiama Silvio Berlusconi. Non sarà facile percorrere una via diversa. E comunque, così facendo, Mentana si è liberato di quell'indecenza che si chiama pastone e dalle litanie dei «panini» e della finta par condicio. A differenza di molti suoi colleghi, ha capito che anche in tv l'unica forza cui aggrapparsi è la credibilità. Un fantasma cui è bene credere e utile affrontare.
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