Da La Repubblica del 16/11/2004
Maggioranza battuta in Parlamento
Ungheria, negata la proroga delle truppe in Iraq
BUDAPEST - Maggioranza sconfitta sulla proposta di prolungare la permanenza delle truppe ungheresi in Iraq. Ieri il Parlamento ha respinto la mozione del governo del socialista Ferenc Gyurcsany di allungare di tre mesi, fino al 31 marzo 2005, la missione dei 300 soldati del genio trasporti. Il mandato iniziale, votato nel settembre 2003, stabiliva che il termine della missione degli ungheresi era il 31 dicembre 2004 e che, per eventuali proroghe, sarebbe servita un voto a maggioranza qualificata, cioè di due terzi del Parlamento.
Il voto di ieri ha premiato la proposta del governo ma, con 191 preferenze e 159 voti contrari questa non ha raggiunto il tetto necessario per poter passare. La proroga è stata bocciata per il voto contrario dei due partiti di opposizione di destra che avevano già annunciato battaglia alla proposta.
Il ritiro dunque inizierà a fine anno, ma perché si arrivi al totale disimpegno del contingente serviranno almeno due mesi, quindi questo non si concluderà prima di febbraio 2005. Il primo ministro Gyurcsany ha commentato alla tv: «Non abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo. I nostri alleati non saranno felici».
Il ritiro del contingente ungherese precederà quello dell´Olanda, che ieri ha confermato il rientro per il 15 marzo 200. Non solo: la decisione del Parlamento di Budapest va nella stessa direzione dell´opinione pubblica del paese. Secondo l´ultimo sondaggio pubblicato proprio ieri dal principale quotidiano del paese, Nepszabadsag, il 54% della popolazione è per il ritiro nei termini previsti dal mandato iniziale, il 19% per il ritiro dopo le elezioni e il 18% è favorevole a rimanere «finché necessario per assolvere i compiti».
Il voto di ieri ha premiato la proposta del governo ma, con 191 preferenze e 159 voti contrari questa non ha raggiunto il tetto necessario per poter passare. La proroga è stata bocciata per il voto contrario dei due partiti di opposizione di destra che avevano già annunciato battaglia alla proposta.
Il ritiro dunque inizierà a fine anno, ma perché si arrivi al totale disimpegno del contingente serviranno almeno due mesi, quindi questo non si concluderà prima di febbraio 2005. Il primo ministro Gyurcsany ha commentato alla tv: «Non abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo. I nostri alleati non saranno felici».
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