Da La Repubblica del 18/11/2004

La moneta unica al suo massimo storico: 1,3039. Migliora l´inflazione nell´eurozona. Volano anche oro e yen

Euro record, è scontro Ue-Usa

Almunia: sostenete il dollaro. Snow: decide il mercato

Il commissario europeo "Agli annunci di Washington devono seguire fatti concreti"

di Elena Polidori

ROMA - Di balzo in balzo, l´euro raggiunge l´ennesimo record: è intorno a 1,3039 sul dollaro, con picchi anche maggiori (1,3047). Gli analisti scommettono su una ulteriore discesa della moneta Usa, indicano una nuova "soglia psicologica" a 1,40 e, soprattutto, attribuiscono la sua caduta, mai così vistosa dall´accordo del Plaza del 1985, alla posizione di «non intervento» di Eurolandia e degli Usa. In realtà, non è detto che nulla accada nelle prossime ore: gli sherpa economici stanno lavorando perché venerdi, a Berlino, possa tenersi una riunione riservatissima delle autorità monetarie dei Sette Grandi, un vero e proprio vertice al capezzale del dollaro. Qualcosa di «dedicato», insomma, e non una riunione allargata (che comunque si terrà nel week-end), da cui possa uscire un messaggio univoco e di peso per i mercati.

Nell´attesa, continua lo scontro Europa-Stati Uniti, che si consuma a colpi di frasi taglienti. Così, se l´americano John Snow promette di voler dimezzare il deficit federale in quattro anni, se sostiene che l´Europa deve smetterla di lamentarsi sui cambi e imparare a crescere di più e, soprattutto, se giura di volere un dollaro forte, salvo poi far notare che, comunque, spetta al mercato fissare il valore delle monete, subito il Commissario Ue, Joaquin Almunia ribatte: «Bisogna che gli annunci abbiano delle conseguenze pratiche». Che poi, grosso modo, è il ritornello dell´ultimo Ecofin di Bruxelles, quando a Snow che assicurava di non gradire l´indebolimento della moneta senza però fare niente per rafforzarla, Eurolandia rispondeva a più voci: con Jean Claude Trichet, presidente della Bce, secondo cui le oscillazioni attuali sono «brutali» e comunque «non benvenute»; con il francese Jacques Chirac che auspicava una «reazione» al caro euro; con lo stesso Domenico Siniscalco che reclamava coordinamento, accennando così all´ipotesi di interventi sui mercati; con l´Ecofin contrario a strappi vistosi: sono «indesiderabili».

Sotto sotto però, l´Europa cerca di far capire agli Usa che quotazioni eccessive non convengono a nessuno, perché se mai si verificasse una seria disaffezione dal dollaro, la Fed sarebbe costretta ad alzare i tassi, con conseguenze inevitabili sull´economia. L´ultimo dato sull´inflazione Usa, giunto ieri, segnala a ottobre la maggiore accelerazione dallo scorso maggio (+0,6%; indice "core" +0,2%). Secondo gli esperti, questo risultato, rafforza proprio l´ipotesi di un rialzo dei tassi. Per la cronaca: a Berlino ci sarà anche il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan.

Battibeccano, i Grandi, mentre le quotazioni si infrangono e oggi si riunisce la Bce. Vola l´euro, ma aumenta anche lo yen, giunto a quota 104, il massimo da 8 mesi. Non a caso il ministro Tanigaki fa sapere: «Interverremo con decisione contro i rapidi movimenti dei cambi, se necessario». Come sempre accade nei momenti di tensione, s´impenna anche l´oro, il bene rifugio per eccellenza: 445,10 dollari l´oncia, il massimo da 16 anni.

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