Da La Repubblica del 20/11/2004
Un mese di tempo per le offerte. I manager: "È un furto organizzato dal governo per regolare un conto politico"
Mosca mette all´asta il cuore di Yukos
In vendita Yuganskneftegaz, prezzo base 8,8 miliardi di dollari
di Giampaolo Visetti
MOSCA - «Questo è un giorno triste per la Russia e per la sua gente. Assistiamo a un furto organizzato dal governo per regolare un conto politico». Steven Theede, amministratore delegato della Yukos, ha reagito con inaudita durezza alla notizia dello smantellamento del colosso petrolifero russo. «L´annuncio è sbalorditivo perché dimostra la noncuranza del governo verso la legge: atteso perché tutto era stato deciso già da molto tempo. L´espropriazione illegale di una proprietà privata rappresenta una marcia indietro che comunità e investitori internazionali devono condannare».
Poco prima il governo aveva annunciato quello che sembra l´epilogo-choc del più grande e rivelatore affare politico-economico-giudiziario dell´era di Vladimir Putin: la compagnia fondata da Mikhail Khodorkovski, il magnate in carcere dall´ottobre 2003 con l´accusa di truffa ed evasione fiscale, sarà effettivamente smembrata dallo Stato. La principale delle sue filiali, la società siberiana Yuganskneftegaz, che estrae il 62% del petrolio dell´intero gruppo, è stata messa all´asta. La vendita del 76,79% delle azioni è stata affidata al Fondo federale dei beni di Stato. La base d´asta è stata fissata a 246 miliardi di rubli, 8,79 miliardi di dollari. Le offerte saranno accettate per un mese. Il 19 dicembre alle 16 il Fondo annuncerà chi si è aggiudicato i resti di quella che fino a pochi mesi fa è stata una delle più solide e ricche compagnie petrolifere del mondo.
Il Cremlino ha confermato la fiducia nell´interessamento di grandi gruppi stranieri. «Per ora però - è stato sottolineato - non sono state avviate trattative ufficiali». A Mosca si parla invece ormai apertamente di un possibile acquisto da parte dell´Eni. L´ad Vittorio Mincato non esclude più l´interesse. Due settimane fa Silvio Berlusconi è venuto apposta al Cremlino per parlarne con Putin. Da giorni i manager delle società sono in contatto. La trattativa, martedì e mercoledì, è stata seguita a Mosca dal ministro Marzano. L´Isvestia è arrivata a titolare «Yukos all´Eni» in prima pagina.
L´annuncio della base d´asta è stata una doccia gelida. Dieci giorni fa il ministero della giustizia russo aveva valutato Yuganskneftegaz 10,4 miliardi di dollari. L´advisor - Dresdner Kleinwort Wasserstein - incaricato della stima, aveva fissato il valore tra 14,7 e 17,3 miliardi. I vertici Yukos prevedevano di portare il prezzo a 20 miliardi. La svalutazione governativa ha fatto crollare il titolo. Nel pomeriggio le azioni Yukos, toccata quota -28%, sono state sospese mentre venivano scambiate a 68 rubli. Il livello più basso da sempre. Riammesse, hanno chiuso a -22%. Trascinata nel ribasso anche la Borsa di Mosca: -3,7% in chiusura. Il crollo è stato aggravato dalla notizia di nuove richieste al gruppo per tasse non pagate. Sempre ieri il fisco ha presentato a Yukos un conto di altri 5,95 miliardi di dollari per imposte evase nel 2003. Sale così a 24,3 miliardi la somma che la compagnia dovrebbe rimborsare allo Stato fra arretrati e multe a partire dal 2000.
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Il Cremlino ha confermato la fiducia nell´interessamento di grandi gruppi stranieri. «Per ora però - è stato sottolineato - non sono state avviate trattative ufficiali». A Mosca si parla invece ormai apertamente di un possibile acquisto da parte dell´Eni. L´ad Vittorio Mincato non esclude più l´interesse. Due settimane fa Silvio Berlusconi è venuto apposta al Cremlino per parlarne con Putin. Da giorni i manager delle società sono in contatto. La trattativa, martedì e mercoledì, è stata seguita a Mosca dal ministro Marzano. L´Isvestia è arrivata a titolare «Yukos all´Eni» in prima pagina.
L´annuncio della base d´asta è stata una doccia gelida. Dieci giorni fa il ministero della giustizia russo aveva valutato Yuganskneftegaz 10,4 miliardi di dollari. L´advisor - Dresdner Kleinwort Wasserstein - incaricato della stima, aveva fissato il valore tra 14,7 e 17,3 miliardi. I vertici Yukos prevedevano di portare il prezzo a 20 miliardi. La svalutazione governativa ha fatto crollare il titolo. Nel pomeriggio le azioni Yukos, toccata quota -28%, sono state sospese mentre venivano scambiate a 68 rubli. Il livello più basso da sempre. Riammesse, hanno chiuso a -22%. Trascinata nel ribasso anche la Borsa di Mosca: -3,7% in chiusura. Il crollo è stato aggravato dalla notizia di nuove richieste al gruppo per tasse non pagate. Sempre ieri il fisco ha presentato a Yukos un conto di altri 5,95 miliardi di dollari per imposte evase nel 2003. Sale così a 24,3 miliardi la somma che la compagnia dovrebbe rimborsare allo Stato fra arretrati e multe a partire dal 2000.
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