Da Corriere della Sera del 28/11/2004
Intanto i sostenitori di Yanukovich sono scesi in piazza a Donetsk, a Odessa e nei principali centri dove la maggioranza parla russo
Il Parlamento di Kiev annulla le elezioni
Il ballottaggio potrebbe essere ripetuto il 12 o il 19 dicembre. L’oppositore Yushchenko esulta
di Fabrizio Dragosei
KIEV - E' sempre più forte la pressione perché il voto di una settimana fa sia annullato e gli elettori vengano chiamati nuovamente a esprimere la loro volontà. Ieri il Parlamento ucraino, la Rada, ha votato una mozione per chiedere di cancellare il risultato che ha dato la vittoria al primo ministro Viktor Yanukovich, delfino del presidente uscente Leonid Kuchma. Secondo la maggioranza dei deputati, il ballottaggio del 21 novembre è stato viziato da brogli significativi e non rispecchia la scelta popolare. La Rada ha anche espresso la sfiducia alla commissione elettorale che si era affrettata a ratificare il risultato.
La decisione della Rada non ha effetti pratici immediati ma ha un importante valore politico e costituisce una innegabile vittoria per Viktor Yushchenko, il candidato dell'opposizione che si considera defraudato della vittoria. E' anche un tonico per le centinaia di migliaia di suoi sostenitori che da giorni occupano il centro della capitale e le strade principali di molte città nell'Ucraina occidentale. Gli «arancioni» ancora presidiano i palazzi del potere. Sono fronteggiati da truppe speciali con le quali, però, c'è un buon rapporto. Tutti pensano che in caso di scontri le truppe non spareranno sulla folla. Il sospetto di molti è però che tra i pretoriani di Kuchma ci siano agenti scelti inviati dalla Russia. Così ieri, al cambio di turno, un manifestante ha gridato ai poliziotti col volto coperto dal passamontagna: «Tornate a Mosca!». Ma uno degli agenti si è scoperto il volto e ha risposto in ucraino stretto: «Ti sembra una faccia da russo questa?». Intanto la parte orientale del Paese ha fatto sentire la sua voce. Dopo aver manifestato venerdì a Kiev, i sostenitori di Yanukovich sono scesi in piazza a Donetsk, a Odessa e nei principali centri dei distretti dove la maggioranza della popolazione parla russo e guarda a Mosca. Decine di migliaia di persone, addirittura due milioni e mezzo secondo gli stessi organizzatori della protesta. I bianco-blu (dai colori del raggruppamento di Yanukovich) non chiedono solamente la conferma del loro «presidente». Minacciano contromisure concrete se la vittoria verrà assegnata a Yushchenko. La Crimea ha iniziato a parlare di un referendum sull'autonomia amministrativa. A Donetsk e Lugansk gli amministratori locali hanno lanciato la proposta di uno stato federale con distretti indipendenti. Ma qualcuno pensa addirittura a una scissione delle otto regioni a maggioranza russofona.
Una ipotesi cavalcata dalle tv russe che ieri hanno addirittura interrotto i programmi per annunciare la protesta dei bianco-blu. Il timore che le cose possano precipitare e portare addirittura a una spaccatura del paese è concreto.
La parola passa ora alla Corte Suprema che lunedì si dovrà pronunciare sulla correttezza del voto e sul reclamo presentato dal blocco di opposizione. L'ipotesi più favorevole a Yushchenko è che i supremi giudici decidano di annullare i risultati nei distretti dove i brogli sarebbero stati più ampi, vale a dire nelle roccaforti di Yanukovich. Così Yushchenko potrebbe essere dichiarato vincitore. Questo è però assai difficile perché la corte potrebbe solo esaminare i verbali distrettuali. Ma in buona parte delle urne sono stati effettivamente depositati voti sui quali è scritto il nome di Yanukovich. E ora dimostrare che quei voti sono falsi o sono stati estorti è praticamente impossibile.
L'altra via è quella di indire nuove elezioni, per il 12 o il 19 dicembre. Ma anche questa soluzione presenta rischi per Yushchenko: se non cambia il sistema di voto e non sono diversi i controlli, le stesse falsificazioni si ripeteranno anche questa terza volta.
La decisione della Rada non ha effetti pratici immediati ma ha un importante valore politico e costituisce una innegabile vittoria per Viktor Yushchenko, il candidato dell'opposizione che si considera defraudato della vittoria. E' anche un tonico per le centinaia di migliaia di suoi sostenitori che da giorni occupano il centro della capitale e le strade principali di molte città nell'Ucraina occidentale. Gli «arancioni» ancora presidiano i palazzi del potere. Sono fronteggiati da truppe speciali con le quali, però, c'è un buon rapporto. Tutti pensano che in caso di scontri le truppe non spareranno sulla folla. Il sospetto di molti è però che tra i pretoriani di Kuchma ci siano agenti scelti inviati dalla Russia. Così ieri, al cambio di turno, un manifestante ha gridato ai poliziotti col volto coperto dal passamontagna: «Tornate a Mosca!». Ma uno degli agenti si è scoperto il volto e ha risposto in ucraino stretto: «Ti sembra una faccia da russo questa?». Intanto la parte orientale del Paese ha fatto sentire la sua voce. Dopo aver manifestato venerdì a Kiev, i sostenitori di Yanukovich sono scesi in piazza a Donetsk, a Odessa e nei principali centri dei distretti dove la maggioranza della popolazione parla russo e guarda a Mosca. Decine di migliaia di persone, addirittura due milioni e mezzo secondo gli stessi organizzatori della protesta. I bianco-blu (dai colori del raggruppamento di Yanukovich) non chiedono solamente la conferma del loro «presidente». Minacciano contromisure concrete se la vittoria verrà assegnata a Yushchenko. La Crimea ha iniziato a parlare di un referendum sull'autonomia amministrativa. A Donetsk e Lugansk gli amministratori locali hanno lanciato la proposta di uno stato federale con distretti indipendenti. Ma qualcuno pensa addirittura a una scissione delle otto regioni a maggioranza russofona.
Una ipotesi cavalcata dalle tv russe che ieri hanno addirittura interrotto i programmi per annunciare la protesta dei bianco-blu. Il timore che le cose possano precipitare e portare addirittura a una spaccatura del paese è concreto.
La parola passa ora alla Corte Suprema che lunedì si dovrà pronunciare sulla correttezza del voto e sul reclamo presentato dal blocco di opposizione. L'ipotesi più favorevole a Yushchenko è che i supremi giudici decidano di annullare i risultati nei distretti dove i brogli sarebbero stati più ampi, vale a dire nelle roccaforti di Yanukovich. Così Yushchenko potrebbe essere dichiarato vincitore. Questo è però assai difficile perché la corte potrebbe solo esaminare i verbali distrettuali. Ma in buona parte delle urne sono stati effettivamente depositati voti sui quali è scritto il nome di Yanukovich. E ora dimostrare che quei voti sono falsi o sono stati estorti è praticamente impossibile.
L'altra via è quella di indire nuove elezioni, per il 12 o il 19 dicembre. Ma anche questa soluzione presenta rischi per Yushchenko: se non cambia il sistema di voto e non sono diversi i controlli, le stesse falsificazioni si ripeteranno anche questa terza volta.
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