Da Corriere della Sera del 04/12/2004
Torna l’Eta con cinque bombe a Madrid
La polizia avvertita un’ora prima: possiamo colpire dove vogliamo. Città nel caos
di Mino Vignolo
MADRID - L'Eta, organizzazione separatista armata basca data per moribonda dopo un'ondata di arresti in Spagna e in Francia, ha voluto provare di essere ancora in grado di colpire quando e dove vuole.
Cinque ordigni, tutti di debole potenza, sono esplosi ieri sera in altrettante stazioni di servizio ubicate nelle principali vie di accesso a Madrid. Le deflagrazioni, controllate, sono avvenute circa un'ora dopo una telefonata al giornale basco Gara di San Sebastian in cui si avvertiva dove erano state piazzate le bombe. La polizia ha avuto il tempo di sgomberare le zone interessate e le esplosioni non hanno provocato morti. Due agenti sono rimasti lievemente feriti. L'azione ha avuto un effetto dimostrativo. Di proposito l'Eta ha evitato uno spargimento di sangue ma ha seminato il caos nella capitale dato che le esplosioni sono avvenute all'inizio dell'esodo per il lungo ponte di cinque giorni per la festa della Costituzione e per l'Immacolata. Decine di migliaia di auto sono rimaste bloccate dopo che sono state chiuse alla circolazione in entrambi i sensi le autostrade per Valencia, l'Estremadura, Toledo, così come la strada per Colmenar, verso la Sierra di Guadarrama. Il Dipartimento di traffico di Madrid ha lanciato un appello ai madrileni invitandoli a non mettersi in viaggio in auto a meno che non sia strettamente necessario.
L'Eta si proponeva il caos e il caos è stato ottenuto. Dopo il massacro causato dagli attentati di matrice islamista del 11 marzo a Madrid l'organizzazione armata, etichettata come terrorista dalla Spagna, dagli Stati Uniti e dalla Unione Europea, è rimasta relativamente inattiva ed ha preferito compiere azioni che testimoniano la sua permanenza in vita. La scorsa estate ha posto nove ordigni di bassa potenza in aree turistiche del litorale atlantico, facendo cinque feriti leggeri, e il 13 novembre aveva fatto esplodere due bombe artigianali in un rifugio pirenaico delle forze armate spagnole. Il suo ultimo attentato mortale in ordine di tempo risale a maggio 2003 quando un'autobomba esplose in Navarra uccidendo due poliziotti.
Pochi giorni fa l'Eta aveva diffuso un comunicato in cui annunciava che avrebbe colpito le installazioni delle forze di sicurezza dello Stato. Le stazioni di servizio colpite ieri sera non rientrano in questa categoria ma gli etarra non stanno a sottilizzare. Le forze di sicurezza dello Stato comunque rimangono un obiettivo finché non saranno deposte le armi: dal ’96 hanno arrestato oltre 700 persone collegate con la lotta armata dell'Eta e nel numero sono inclusi quasi tutti i dirigenti. La detenzione in Francia di Mikel Antza, capo politico e supremo ideologo del nazionalismo violento basco, e della sua compagna Anboto ha decapitato il gruppo separatista. La cooperazione tra Francia e Spagna, oltre che la messa fuorilegge di Batasuna, il braccio politico dell'Eta, hanno assestato durissimi colpi a una organizzazione che ha compiuto il suo primo attentato mortale nel 1968 in nome di uno Stato basco indipendente.
Che l'Eta attraversi il suo momento peggiore lo riconoscono anche alcuni militanti storici oggi in prigione, fra i quali l'ex leader Pakito. In una lettera hanno scritto che la lotta armata ha fallito e che la via politica è la sola possibilità. Per la via politica si batte anche Batasuna, che punta a rientrare nel gioco perché, qualora rimanesse fuorilegge, non potrà partecipare alle prossime elezioni regionali. Bisogna vedere quale margine di manovra avrà rispetto all'Eta. Fino ad oggi era vicino allo zero. Tutto cambierebbe se all'interno dell'Eta i duri perdessero potere. E' un'ipotesi che non si può scartare e che avvicinerebbe la fine del terrorismo.
Cinque ordigni, tutti di debole potenza, sono esplosi ieri sera in altrettante stazioni di servizio ubicate nelle principali vie di accesso a Madrid. Le deflagrazioni, controllate, sono avvenute circa un'ora dopo una telefonata al giornale basco Gara di San Sebastian in cui si avvertiva dove erano state piazzate le bombe. La polizia ha avuto il tempo di sgomberare le zone interessate e le esplosioni non hanno provocato morti. Due agenti sono rimasti lievemente feriti. L'azione ha avuto un effetto dimostrativo. Di proposito l'Eta ha evitato uno spargimento di sangue ma ha seminato il caos nella capitale dato che le esplosioni sono avvenute all'inizio dell'esodo per il lungo ponte di cinque giorni per la festa della Costituzione e per l'Immacolata. Decine di migliaia di auto sono rimaste bloccate dopo che sono state chiuse alla circolazione in entrambi i sensi le autostrade per Valencia, l'Estremadura, Toledo, così come la strada per Colmenar, verso la Sierra di Guadarrama. Il Dipartimento di traffico di Madrid ha lanciato un appello ai madrileni invitandoli a non mettersi in viaggio in auto a meno che non sia strettamente necessario.
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Pochi giorni fa l'Eta aveva diffuso un comunicato in cui annunciava che avrebbe colpito le installazioni delle forze di sicurezza dello Stato. Le stazioni di servizio colpite ieri sera non rientrano in questa categoria ma gli etarra non stanno a sottilizzare. Le forze di sicurezza dello Stato comunque rimangono un obiettivo finché non saranno deposte le armi: dal ’96 hanno arrestato oltre 700 persone collegate con la lotta armata dell'Eta e nel numero sono inclusi quasi tutti i dirigenti. La detenzione in Francia di Mikel Antza, capo politico e supremo ideologo del nazionalismo violento basco, e della sua compagna Anboto ha decapitato il gruppo separatista. La cooperazione tra Francia e Spagna, oltre che la messa fuorilegge di Batasuna, il braccio politico dell'Eta, hanno assestato durissimi colpi a una organizzazione che ha compiuto il suo primo attentato mortale nel 1968 in nome di uno Stato basco indipendente.
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