Da Corriere della Sera del 30/12/2004
Meno tasse e caro-bolli, la manovra è legge
Via definitivo alla Finanziaria. Nasce il fondo immobili pubblici. A gennaio Tabellini alla direzione del Tesoro
di Mario Sensini
ROMA - Dopo tre mesi di passione il governo incassa in un sol giorno il via libera alla legge Finanziaria per il 2005 e la sistemazione definitiva dei conti pubblici per il 2004. Mentre il Senato approvava la legge di bilancio in poche ore, senza il ricorso alla fiducia preannunciato da Silvio Berlusconi, il Consiglio dei ministri varava il decreto per la nascita del Fondo Immobili pubblici, che porterà nelle casse dello Stato 3,3 miliardi in zona Cesarini. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, plaude a «una manovra epocale» e il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, tira un sospiro di sollievo allontanando il deficit del 2004, programmato al 2,94%, dalla soglia invalicabile del 3%. Con la Finanziaria, dal primo gennaio 2005 scatteranno le tre aliquote per le imposte sui redditi: il 23%, il 33% e il 39%, accompagnate da una quarta temporanea, al 43%, per i redditi oltre i 100 mila euro. Le detrazioni per i familiari a carico vengono trasformate in deduzioni, decrescenti in funzione del reddito percepito. Sono 6 miliardi di alleggerimento dell’Ire, la ex Irpef, mentre per le imprese arrivano nuovi sgravi Irap per poco meno di 500 milioni.
In compenso, le imprese dovranno rinunciare ai vecchi incentivi a fondo perduto, e le famiglie pagare qualche altra tassa in più. Bolli e imposte di registro aumenteranno, e per gli autonomi soggetti agli studi di settore le imposte saranno più salate. In arrivo anche la rivalutazione degli estimi catastali e la stretta sugli affitti in nero. Sempreché le regioni non siano costrette a far scattare le addizionali Irpef, inevitabili se non riuscissero a tenere a freno i conti della Sanità dopo gli stanziamenti aggiuntivi decisi con la Finanziaria.
Ci sono, poi, i tagli alle spese tendenziali, con l’introduzione del tetto del 2% alla crescita rispetto all’anno precedente. Porterà quasi 10 miliardi dei 30 della manovra correttiva al netto delle tasse. Altri 7 arriveranno dalle una tantum, il resto da nuove tasse e altre entrate. Compreso il Fondo per gli immobili, che al di là del beneficio una tantum sui conti 2004, farà risparmiare allo Stato un 1% di spesa pubblica l’anno.
Chiusa la Finanziaria 2005, come succede ormai ogni anno al termine di una maratona che col tempo si è fatta sempre più dura, tutti pensano alla riforma della legge. Troppo pesante, sfibrante, difficile da comprendere e da difendere dagli assalti del Parlamento. C’è già un ordine del giorno della Casa delle Libertà che impegna in governo in questo senso. Anche se il ministro leghista Roberto Calderoli, non si fida. «Si dice sempre, ogni anno, poi non si fa nulla. Ma riforma deve essere, e allora me ne occuperò io».
In compenso, le imprese dovranno rinunciare ai vecchi incentivi a fondo perduto, e le famiglie pagare qualche altra tassa in più. Bolli e imposte di registro aumenteranno, e per gli autonomi soggetti agli studi di settore le imposte saranno più salate. In arrivo anche la rivalutazione degli estimi catastali e la stretta sugli affitti in nero. Sempreché le regioni non siano costrette a far scattare le addizionali Irpef, inevitabili se non riuscissero a tenere a freno i conti della Sanità dopo gli stanziamenti aggiuntivi decisi con la Finanziaria.
Ci sono, poi, i tagli alle spese tendenziali, con l’introduzione del tetto del 2% alla crescita rispetto all’anno precedente. Porterà quasi 10 miliardi dei 30 della manovra correttiva al netto delle tasse. Altri 7 arriveranno dalle una tantum, il resto da nuove tasse e altre entrate. Compreso il Fondo per gli immobili, che al di là del beneficio una tantum sui conti 2004, farà risparmiare allo Stato un 1% di spesa pubblica l’anno.
Chiusa la Finanziaria 2005, come succede ormai ogni anno al termine di una maratona che col tempo si è fatta sempre più dura, tutti pensano alla riforma della legge. Troppo pesante, sfibrante, difficile da comprendere e da difendere dagli assalti del Parlamento. C’è già un ordine del giorno della Casa delle Libertà che impegna in governo in questo senso. Anche se il ministro leghista Roberto Calderoli, non si fida. «Si dice sempre, ogni anno, poi non si fa nulla. Ma riforma deve essere, e allora me ne occuperò io».
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