Da La Stampa del 17/01/2005
Originale su http://carta.lastampa.it/carta/edicola/nav/view.asp?user=20501&ses...

Dopo le minacce di Sharon di far intervenire l’esercito

Abu Mazen agli ultrà «Fermate le violenze»

Il presidente palestinese si appresta a chiedere un cessate il fuoco di un anno ai miliziani. Un carro armato uccide due donne a Gaza

di Aldo Baquis

TEL AVIV - Un severo appello a tutte le organizzazioni palestinesi affinché mettano fine «ad ogni operazione militare che contrasti con i supremi interessi nazionali» è stato lanciato ieri dal Comitato esecutivo dell'Olp al termine di una seduta presieduta a Ramallah da Abu Mazen. Mercoledì il presidente palestinese sarà a Gaza per incontrare faccia a faccia i principali dirigenti politici locali nel tentativo di persuaderli a sospendere le operazioni che «garantiscono ad Israele pretesti grazie ai quali continua a destabilizzare la situazione nei Territori palestinesi».

Un secondo appello è stato lanciato da Abu Mazen al premier Ariel Sharon, affinché «abbandoni la strada delle esecuzioni mirate, delle distruzioni, delle uccisioni e dell'ampliamento delle colonie» prediligendo piuttosto «un dialogo fra pari» con i dirigenti palestinesi. Ma il primo ministro israeliano deve cimentarsi a sua volta con una opinione pubblica interna infuriata per il ripetersi degli attacchi armati dell’intifada. Giovedì sei civili israeliani sono stati uccisi al valico di Karni (Gaza) in un attacco palestinese che - secondo Israele - poteva e doveva essere sventato dagli agenti palestinesi sul posto. Sabato la città israeliana di Sderot (Neghev) è stata colpita da razzi Qassam sparati dalla vicina Gaza: una esplosione ha ridotto una ragazza di 17 anni in fin di vita. E la popolazione (23 mila abitanti) adesso minaccia di lasciare in massa la città per protesta contro Sharon, la cui fattoria si trova nelle immediate vicinanze. Ieri, due donne palestinesi, madre e figlia (45 e 28 anni) sono stati uccise a Khan Yunes, nel sud della Striscia di Gaza, pare da un proiettile di carro armato israeliano.

Aprendo la riunione del consiglio dei ministri, Sharon ha avvertito i dirigenti dell'Anp che se non prenderanno subito in pugno la situazione a Gaza, sarà l'esercito israeliano ad intervenire direttamente, senza alcun limite. «Ho già impartito gli ordini necessari», ha precisato il premier, che venerdì ha sospeso fino a nuovo ordine qualsiasi contatto con la controparte palestinese. Più esplicito ancora il ministro Israel Katz (Likud), secondo cui presto o tardi i razzi Qassam potenziati potranno colpire da Gaza anche il ranch del Sicomoro di Sharon. «Se dobbiamo scegliere fra la fuga degli abitanti di Sderot verso Tel Aviv o la fuga degli abitanti di Gaza verso il Sinai, preferiamo la seconda strada». ha detto il ministro.

In attesa che Abu Mazen giunga a Gaza, i dirigenti dei gruppi massimalisti hanno affermato che in ogni caso i loro apparati militari non saranno smantellati perché sono riusciti in questi mesi ad assumere la iniziativa sul terreno e a costringere Israele a limitarsi ad operazioni di reazione. «All'origine della violenza c'è la occupazione militare - ha spiegato un leader politico di Hamas, lo sceicco Mahmud a-Zahar. - Non sarebbe morale dire ad una donna che venga violentata che deve cessare di opporre resistenza».

Abu Mazen, ha spiegato il suo ministro degli esteri Nabil Shaath, punta a concordare una «hudna» (cessate il fuoco) israelo-palestinese della durata di un anno: un lasso di tempo in cui sarebbe possibile rimettere in moto i negoziati. Hamas e Jihad islamica dicono che potrebbero «prendere in considerazione» la «hudna» solo dopo che Israele avesse di fatto cessato tutte le ostilità sul terreno. Gli islamici sanno del resto che oltre le argomentazioni, Abu Mazen non ha nei loro confronti un credibile potere di coercizione. Sulla carta ha oltre 30 mila agenti armati a Gaza, suddivisi però in una dozzina di diversi apparati di sicurezza spesso rivali fra di loro. Ancora ieri un agente dell'intelligence è caduto in un'imboscata a Gaza tesagli - secondo fonti islamiche - da una organizzazione segreta (Le Squadre della Morte) che sarebbe manovrata dalla sicurezza preventiva.

Secondo Mohammed Dahlan (uomo di fiducia del Raiss a Gaza) l'obiettivo prioritario di Abu Mazen è appunto quello di eliminare la violenza privata fra i palestinesi della Striscia, secondo il principio: «Una sola autorità, una sola arma». Nel suo mirino ci sono gli spacciatori di droga, i contrabbandieri, la criminalità organizzata, ha precisato Dahlan, e non i gruppi armati dell’intifada.

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