Da Corriere della Sera del 07/11/2003
Negli Usa
Greenspan: bene l’occupazione. Balza dell’8,1% la produttività
L’avvertimento del presidente della Fed: pericoli dal buco di bilancio
di Ennio Caretto
WASHINGTON - Dietro il balzo del Pil o prodotto interno lordo americano nel terzo trimestre, il 7,2%, il massimo dal 1984, c'era un salto ancora più spettacolare della produttività, l'8,1%, il massimo dal primo trimestre 2002.
Lo ha annunciato il ministero del Lavoro, attribuendolo all'espansione delle tecnologie e ai tagli ai costi. Ma secondo il Wall Street Journal , il boom è dovuto anche ad altro, in particolare il controllo dei dipendenti: i loro tempi d'ingresso e uscita, gli intervalli del pasto e così via, ha scritto il giornale, sono sempre più spesso cronometrati anche per i funzionari e i dirigenti. Come a dire che padre della produttività è il Grande fratello, che non lascia respiro al personale.
Confermano la ripresa anche le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione scese a 348 mila unità, il minimo dal gennaio 2001. Secondo Alan Greenspan, il presidente della Federal Reserve, può essere un segno che si creano nuovi posti. In un discorso a Boca Raton in Florida il numero uno della banca centrale ha definito l'economia Usa «in ripresa sempre più solida, tale da rilanciare l’occupazione». Greenspan ha professato «relativo ottimismo sulle nostre prospettive a breve scadenza», sollecitando le imprese ad assumere: «Se così non sarà o, peggio, se continuassero i licenziamenti - ha avvertito - le famiglie potrebbero limitare le spese, e ciò potrebbe danneggiare la ripresa».
È un orizzonte abbastanza roseo, in contrasto con quello dell’Ue. Lo ha ricordato il ministro del tesoro John Snow: «Siamo entrati in una nuova fase di espansione, sebbene sia difficile proseguire al ritmo dello scorso trimestre». Stando a Snow, l'economia «ha tonificato i muscoli, crescerà in modo robusto, e sullo slancio dell'attuale trimestre ridurrà la disoccupazione l'anno prossimo». Ma pur parlando di «rinascita» e di «primavera» economica negli Stati uniti, il ministro non ha voluto fare previsioni, lamentando anzi che «il cammino verso il pieno impiego sia ancora lento». Nei calcoli di molti economisti, la crescita del Pil alla fine di quest'anno e nel 2004 dovrebbe essere del 4%. Oggi sono arrivano i dati sulla disoccupazione di ottobre, attesi invariati al 6,1%.
Da Boca Raton, Greenspan ha introdotto una nota di cautela sul lungo termine. Il presidente della Fed ha manifestato «inquietudine crescente per il deficit del bilancio dello Stato», che è di 374 miliardi di dollari, un record. «Sento discutere solo di riduzione delle tasse o di aumenti della spesa pubblica - ha aggiunto - mentre bisogna programmare il risanamento del bilancio. In caso contrario, i mercati finanziari ne risentiranno gravemente».
Greenspan si è soffermato sull'imminente pensionamento dei baby boomers , la generazione del dopoguerra, oltre 60 milioni di persone: «Rischia di generare una dinamica insostenibile di aumenti progressivi del deficit», ha concluso. Il disavanzo dello Stato minaccia di arrivare a 500 miliardi di dollari nel 2004. Per il presidente Bush, una mina vagante in vista delle elezioni.
Lo ha annunciato il ministero del Lavoro, attribuendolo all'espansione delle tecnologie e ai tagli ai costi. Ma secondo il Wall Street Journal , il boom è dovuto anche ad altro, in particolare il controllo dei dipendenti: i loro tempi d'ingresso e uscita, gli intervalli del pasto e così via, ha scritto il giornale, sono sempre più spesso cronometrati anche per i funzionari e i dirigenti. Come a dire che padre della produttività è il Grande fratello, che non lascia respiro al personale.
Confermano la ripresa anche le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione scese a 348 mila unità, il minimo dal gennaio 2001. Secondo Alan Greenspan, il presidente della Federal Reserve, può essere un segno che si creano nuovi posti. In un discorso a Boca Raton in Florida il numero uno della banca centrale ha definito l'economia Usa «in ripresa sempre più solida, tale da rilanciare l’occupazione». Greenspan ha professato «relativo ottimismo sulle nostre prospettive a breve scadenza», sollecitando le imprese ad assumere: «Se così non sarà o, peggio, se continuassero i licenziamenti - ha avvertito - le famiglie potrebbero limitare le spese, e ciò potrebbe danneggiare la ripresa».
È un orizzonte abbastanza roseo, in contrasto con quello dell’Ue. Lo ha ricordato il ministro del tesoro John Snow: «Siamo entrati in una nuova fase di espansione, sebbene sia difficile proseguire al ritmo dello scorso trimestre». Stando a Snow, l'economia «ha tonificato i muscoli, crescerà in modo robusto, e sullo slancio dell'attuale trimestre ridurrà la disoccupazione l'anno prossimo». Ma pur parlando di «rinascita» e di «primavera» economica negli Stati uniti, il ministro non ha voluto fare previsioni, lamentando anzi che «il cammino verso il pieno impiego sia ancora lento». Nei calcoli di molti economisti, la crescita del Pil alla fine di quest'anno e nel 2004 dovrebbe essere del 4%. Oggi sono arrivano i dati sulla disoccupazione di ottobre, attesi invariati al 6,1%.
Da Boca Raton, Greenspan ha introdotto una nota di cautela sul lungo termine. Il presidente della Fed ha manifestato «inquietudine crescente per il deficit del bilancio dello Stato», che è di 374 miliardi di dollari, un record. «Sento discutere solo di riduzione delle tasse o di aumenti della spesa pubblica - ha aggiunto - mentre bisogna programmare il risanamento del bilancio. In caso contrario, i mercati finanziari ne risentiranno gravemente».
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