Da Corriere della Sera del 10/05/2005
Aumento agli statali, duello Siniscalco-Baccini
«Io guardo i conti, altri i voti. Non vanno superati i 100 euro». Il ministro della Funzione pubblica: il silenzio è d’oro
di Mario Sensini
ROMA - «Troverei complicato spiegare agli italiani che li tassiamo per chiudere a 110 euro il contratto dei dipendenti pubblici... Che peraltro non sono proprio il massimo della produttività». Il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, chiude la porta alle richieste dei sindacati. Immediata la replica del ministro per la Funzione pubblica, Mario Baccini: «Siamo in una fase di esplorazione con le parti sociali, per arrivare a definire la convocazione e la definizione del contratto del pubblico impiego. In questa situazione il silenzio è d'oro. Ribadisco - ha concluso Baccini - che il pubblico impiego è cambiato e ha bisogno di motivazioni». Siniscalco da "tecnico" però vuol mandare anche un segnale al governo e alla maggioranza. «Sul contratto nel governo ci sono forze contrastanti. Una, che sarei io, che guarda alla stabilità dei conti. Poi ce n’è più d’una che considera il proprio elettorato, ovvero i pubblici dipendenti, e un’altra ancora che ritiene che Roma non sia proprio il centro delle virtù», ha detto il ministro parlando alla platea di un convegno organizzato a Torino dalla locale Unione industriali di Torino. «Bisogna lasciarli discutere e poi si vede», ha aggiunto Siniscalco. «Sono convinto che in ogni situazione, se si è razionali e non populisti, alla fine una soluzione si trova», ha detto. Tradotto in cifre: non più di cento euro d’aumento per gli statali. Anche perché, ha aggiunto Siniscalco, «bisogna guardare al settore privato, che in un’economia articolata come la nostra ci può dare una mano. E in quel settore i contratti, biennali, sono stati tutti chiusi con aumenti inferiori ai cento euro».
ULTIMA OFFERTA: 99 EURO - Quella è la diga, essenzialmente psicologica, oltre la quale il ministro dell’Economia non vuol proprio andare. Come conferma l’ultima proposta avanzata ieri dallo stesso ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, con i quali ha avuto un incontro informale, accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Novantanove euro lordi, pari a un aumento del 4,5% (lo 0,2% in più rispetto all’ultima offerta), che potrebbe essere accompagnato da uno 0,4% in più l’anno legato alla produttività. Sul piatto il governo ha messo 300 milioni di euro in più rispetto alla spesa preventivata dall’ultima Finanziaria. Ma ai sindacati, che chiedono un aumento salariale dell’8%, l’offerta non è affatto piaciuta. Così la trattativa. Come la pretesa di An e dell’Udc di chiuderla in tempi brevissimi.
L’INCOGNITA EUROSTAT - Il ministro dell’Economia sembra avere tutta l’intenzione di resistere alle pressioni politiche. Lui guarda ai conti e i conti lo preoccupano. «Il primo obiettivo - ha detto ieri - è chiudere la partita con Eurostat», che potrebbe bocciare alcune operazioni contabili facendo scivolare il deficit dal 3,2% stimato dal governo, a oltre il 3,5%. «Poi si tratterà di gestire con la Commissione il piano per rientrare nei valori di riferimento», ha aggiunto Siniscalco, che evidentemente si sente già oltre una soglia «di riferimento». Quanto alle poste contestate da Eurostat, dall’Anas a Ispa, ai trasferimenti alle Fs, agli anticipi di cassa ottenuti dalle banche, ha detto il ministro, «speriamo di non dover cedere tutto quanto».
ENTRATE: ? 6,9% - I conti pubblici, tuttavia, ieri gli hanno riservato una buona notizia: nei primi due mesi le entrate fiscali di competenza sono cresciute del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2004. Le imposte dirette sono salite dell’8,7% con l’Ire, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, in aumento del 6,7% e un gettito Ires più che raddoppiato rispetto al primo bimestre del 2004: da 274 a 384 milioni di euro. Boom di entrate fiscali sui tabacchi (?8,6%) e soprattutto sul Lotto, con un gettito cresciuto del 49,6%.
ULTIMA OFFERTA: 99 EURO - Quella è la diga, essenzialmente psicologica, oltre la quale il ministro dell’Economia non vuol proprio andare. Come conferma l’ultima proposta avanzata ieri dallo stesso ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, con i quali ha avuto un incontro informale, accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Novantanove euro lordi, pari a un aumento del 4,5% (lo 0,2% in più rispetto all’ultima offerta), che potrebbe essere accompagnato da uno 0,4% in più l’anno legato alla produttività. Sul piatto il governo ha messo 300 milioni di euro in più rispetto alla spesa preventivata dall’ultima Finanziaria. Ma ai sindacati, che chiedono un aumento salariale dell’8%, l’offerta non è affatto piaciuta. Così la trattativa. Come la pretesa di An e dell’Udc di chiuderla in tempi brevissimi.
L’INCOGNITA EUROSTAT - Il ministro dell’Economia sembra avere tutta l’intenzione di resistere alle pressioni politiche. Lui guarda ai conti e i conti lo preoccupano. «Il primo obiettivo - ha detto ieri - è chiudere la partita con Eurostat», che potrebbe bocciare alcune operazioni contabili facendo scivolare il deficit dal 3,2% stimato dal governo, a oltre il 3,5%. «Poi si tratterà di gestire con la Commissione il piano per rientrare nei valori di riferimento», ha aggiunto Siniscalco, che evidentemente si sente già oltre una soglia «di riferimento». Quanto alle poste contestate da Eurostat, dall’Anas a Ispa, ai trasferimenti alle Fs, agli anticipi di cassa ottenuti dalle banche, ha detto il ministro, «speriamo di non dover cedere tutto quanto».
ENTRATE: ? 6,9% - I conti pubblici, tuttavia, ieri gli hanno riservato una buona notizia: nei primi due mesi le entrate fiscali di competenza sono cresciute del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2004. Le imposte dirette sono salite dell’8,7% con l’Ire, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, in aumento del 6,7% e un gettito Ires più che raddoppiato rispetto al primo bimestre del 2004: da 274 a 384 milioni di euro. Boom di entrate fiscali sui tabacchi (?8,6%) e soprattutto sul Lotto, con un gettito cresciuto del 49,6%.
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