Da La Stampa del 20/05/2005
Fotografia sbagliata
di Mario Deaglio
Non molti tra i partecipanti all’incontro tra governo e parti sociali devono aver letto il recente rapporto dell’Ocse sull’economia italiana. E se anche l’hanno fatto, la lettura di questo documento, dal tono pacato ma dalla diagnosi molto severa, non ha influenzato le posizioni del governo e delle «parti sociali» che si sono confrontate ieri a Palazzo Chigi. Sarà stato probabilmente etichettato come l'ennesima predica dell'estero e come tale immediatamente dimenticato nell’ansia di affrontare problemi «concreti».
La cura proposta dall’Ocse (ampie riforme nel senso della concorrenza) può risultare più o meno condivisibile ma si proietta ad ampio raggio in tempi medio-lunghi. Per contro, la «concretezza» dei problemi sul tavolo di Palazzo Chigi è in realtà una forma di, forse voluta, miopia: da un lato del tavolo ci si concentra sul rinnovo dei contratti, dall’altro sulle riduzioni dell’Irap, come l’escursionista che soffre di vertigini si concentra sui fili d’erba del sentiero per non vedere i precipizi che il sentiero attraversa; si parla di qualche euro di aumento in più e di qualche frazione di Irap in meno per evitare di parlare dei pericoli che l’intero sistema italiano sta correndo.
Le parti sociali si sono trovate a fare il… gioco delle parti con posizioni tradizionali e stereotipate (questo è particolarmente vero per il sindacato, per il quale il confronto si trasforma, in definitiva, in una grande trattativa sugli aumenti salariali) di fronte a un governo con le mani legate: non ha soldi da spendere, semmai può tagliare qualche scampolo di imposte - una ricetta più pericolosa che utile - e soprattutto non dispone di molto tempo prima della scadenza naturale della legislatura. Per questo ha desiderato fin da principio che l'incontro si limitasse a «fare la fotografia» della situazione, come aveva da subito dichiarato il presidente del Consiglio. E così è stato: il confronto di Palazzo Chigi non è certo stato l'inizio di un nuovo dialogo bensì una verifica dei punti di disaccordo, un confronto sui minimi sistemi mentre il sistema economico italiano continua, lentamente ma sicuramente, a percorrere la via del declino.
La cura proposta dall’Ocse (ampie riforme nel senso della concorrenza) può risultare più o meno condivisibile ma si proietta ad ampio raggio in tempi medio-lunghi. Per contro, la «concretezza» dei problemi sul tavolo di Palazzo Chigi è in realtà una forma di, forse voluta, miopia: da un lato del tavolo ci si concentra sul rinnovo dei contratti, dall’altro sulle riduzioni dell’Irap, come l’escursionista che soffre di vertigini si concentra sui fili d’erba del sentiero per non vedere i precipizi che il sentiero attraversa; si parla di qualche euro di aumento in più e di qualche frazione di Irap in meno per evitare di parlare dei pericoli che l’intero sistema italiano sta correndo.
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