Da La Repubblica del 18/05/2005

Altri 28 chilometri off limits per eccesso di colibatteri. Il 7% in più del 2004. Torna anche la salmonella

Aumentano le spiagge inquinate maglia nera a Campania e Lazio

Una fuga di notizie rivela il rapporto rimasto nei cassetti

di Antonio Cianciullo

ROMA - S'inverte il trend. Dopo la lunga stagione del miglioramento, il mare torna a essere più sporco. È come se da un anno all'altro ci avessero rubato una spiaggia lunga come quella di Rimini: 28 chilometri di costa che prima erano sicuri oggi sono off limits per i bagni. Un secco 7 per cento in più di litorali vietati per colpa dell'eccesso di colibatteri. Proprio nel momento in cui l'industria nazionale del turismo fatica a reggere una concorrenza sempre più aggressiva e ben organizzata, dal fronte marino arriva così un messaggio che rischia di avere ripercussioni negative, oltre che sulla sicurezza e sulla tranquillità di chi si prepara a godersi le ferie, sulla capacità di appeal del paese.

Un segnale preoccupante che va di pari passo con un altro segnale preoccupante: la mancanza di una comunicazione tempestiva in grado di offrire uno strumento d'informazione e di tutela a tutti coloro che si preparano a scegliere la spiaggia per le vacanze. Per il terzo anno consecutivo il rapporto sulla qualità delle acque di balneazione non è stato divulgato ufficialmente: le pile del volume con la prefazione dell'ex ministro Girolamo Sirchia sono rimaste intonse. È stata un'agenzia di stampa, la Dire, a prendere l'iniziativa rivelando nel dettaglio il rapporto preparato dal Sistema informativo sanitario del ministero della Salute sulla base delle indicazioni raccolte dai Comuni, dalle Regioni e dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente.

In totale i chilometri di spiaggia in cui è vietato tuffarsi sono 433,6. Per altri 1.060,5 chilometri il giudizio è sospeso in assenza di prove: mancano le analisi. Ci sono poi 874,6 chilometri che vengono automaticamente esclusi dalla balneazione perché occupati da porti, aeroporti, servitù militari. Disponibili per le vacanze restano 4.999,4 chilometri, circa i due terzi del totale.

In testa alla classifica delle acque nere figura la Campania, con una spiaggia su cinque che non è sicura; seguono il Lazio, la Calabria, l'Abruzzo, le Marche, la Puglia e la Sicilia. Tra i sei maggiori laghi italiani solo il Trasimeno supera l'esame a pieni voti registrando l'en plein di spiagge pulite. E nell'uno per cento dei campioni di acqua esaminata spunta anche la salmonella, un batterio legato alla presenza di scarichi non depurati.

«Il governo Berlusconi le spiagge vuole venderle e non pulirle», ha commentato il leader dei verdi Alfonso Pecoraro Scanio. «Il governo è doppiamente inadempiente», aggiunge Ermete Realacci, deputato della Margherita e presidente onorario di Legambiente. «Nel luglio dell'anno scorso la Camera ha approvato un ordine del giorno che lo impegnava sia a includere nel rapporto sulle acque di balneazione le cause dell'inquinamento e le misure idonee a prevenirlo che a presentare la relazione al Parlamento entro e non oltre il 31 marzo. Non ha onorato né un impegno né l'altro».

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