Da Corriere della Sera del 30/08/2005

Mandato a termine, il governo prepara la legge

L’esecutivo accelera sulla riforma: sei mesi a Bankitalia per cambiare il proprio statuto

di Mario Sensini

ROMA - La legge per la riforma della Banca d’Italia si avvicina. E il governo avrebbe trovato il modo di salvare capra e cavoli. Di ottenere cioè la riforma, salvando al tempo stesso l’onore del governatore. «Non esiste un caso Fazio, ma la necessità di affrontare il problema delle regole e del funzionamento della Banca d’Italia» ha detto ieri il vice premier, Gianfranco Fini. Nei piani del governo dovrebbe essere infatti lo stesso governatore a scrivere le nuove regole per la Banca. Non su carta bianca, ma rispettando i criteri e i tempi, da tre a sei mesi, che verrebbero puntualizzati in una norma di legge, ovvero in un emendamento al disegno di legge sul risparmio che tra qualche giorno riprenderà l’iter al Senato.


NIENTE AUTORIFORMA - «Potrebbe essere anche un decreto» dice il sottosegretario all’Economia, Maria Teresa Armosino «ma l’autoriforma della Banca è esclusa. Berlusconi è stato chiaro, dicendo che ora è il momento di un intervento legislativo». Alcuni dei principi ispiratori della riforma da inserire nella legge, come il mandato a termine, sono già definiti. Sugli altri dovranno lavorare da mercoledì prossimo, gomito a gomito, il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco e il sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, per arrivare al Consiglio dei ministri del 2 settembre con le idee già chiare. Una di queste, già assodata, è che il modello da ricalcare per la nuova Bankitalia dovrà essere quello della Bce.


UN CDA PER LA BANCA - Intanto una configurazione collegiale, con un Consiglio di Amministrazione di cui il governatore sarebbe presidente. Tutti di nomina politica benchè si stia valutando se in una fase transitoria, che comunque occorrerà prevedere, le funzioni del Consiglio possano essere intanto attribuite al Direttorio, composto dal governatore, dal direttore generale e dai suoi due vice. Il mandato per tutti i consiglieri, compreso il governatore, sarebbe di otto anni. Associato a un’età obbligatoria per la pensione (l’idea è di un massimo di 70 anni, Fazio ne ha quasi 69).

Uno stratagemma per accorciare il più possibile il nuovo mandato di Fazio, che non avendo termine, secondo la Bce, dovrebbe essere confermato in un regime transitorio formalmente di cinque anni (il mandato minimo per i governatori). E nel regime transitorio, a meno che non si opti per l’elevazione del Direttorio al rango di organo decisionale, potrebbe essere prevista la nomina di consiglieri con un mandato di durata diversa (5, 6, 7 e 8 anni) per assicurare continuità di gestione, evitando il ricambio in blocco di tutti i componenti del Consiglio.


TOTO-NOMINE - Altro argomento da affrontare è la competenza sulle concentrazioni bancarie, tornata in ballo tra Via Nazionale e l’Antitrust. E resta da sciogliere il nodo dell’assetto azionario di Bankitalia, oggi controllata dalle banche. Cosa che, per il leghista Roberto Maroni, rappresenta il primo, se non l’unico, problema da risolvere. In attesa della riforma, si ragiona già sulle nomine. Il nome di Mario Monti, candidato da Gianni Alemanno, non sembra piacere al suo leader, Gianfranco Fini. Oltre a quello di Monti, circolano però anche i nomi di Mario Draghi, dell’ex rettore della Bocconi, Carlo Secchi, e dell’economista Paolo Savona.

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