Da Punto Informatico del 02/09/2005
Originale su http://punto-informatico.it/p.asp?i=54698
Vietnam, un'occasione di cyber-libertà
Chiede di sfruttarla Reporters sans frontières che, per il 60esimo anniversario dello stato vietnamita, chiede al regime comunista un segno di comprensione e umanità per i cyber-dissidenti
Roma - C'è chi ha scaricato un articolo sulla democrazia in inglese e lo ha tradotto e distribuito ai suoi concittadini vietnamiti, c'è chi ha tenuto contatti con organizzazioni democratiche internazionali pubblicando articoli filo-democratici e c'è chi ha scritto qualche pezzo contro alcune politiche internazionali del Governo: costoro, tre celebri cyber-dissidenti vietnamiti, da tre anni marciscono in prigione. Ma ora si potrebbe arrivare ad una svolta.
Ricorre oggi infatti il 60esimo anniversario dalla fondazione dell'attuale regime comunista vietnamita, un'occasione di festa per Hanoi, a cui si è appellata l'organizzazione internazionale di Reporters sans frontières, da sempre in prima linea per difendere la libertà di stampa nel mondo.
RSF ha così chiesto un segno di magnanimità e comprensione al regime, sostenendo che tre anni di galera per chi si è macchiato di simili offese dovrebbero essere considerati sufficienti anche per chi ritiene pericolose e sovversive quelle idee.
I tre sono Nguyen Khac Toan, Nguyen Vu Binh e Pham Hong Son e sono in realtà solo alcuni dei cyber-dissidenti detenuti nelle prigioni vietnamite. La loro scarcerazione, secondo RSF, potrebbe dare un segnale di novità e avvicinare posizioni così contrastanti come quelle dei filo-democratici e dell'oligarchia comunista. La richiesta arriva in un momento propizio: il regime ha già annunciato, in occasione dell'anniversario, un'amnistia per 10.400 detenuti, quattro dei quali colpevoli di aver svolto attività a favore dei diritti umani.
Tra i motivi dell'appello anche le precarie condizioni di salute dei tre, e in particolare di Son, che sarebbe ammalato di tubercolosi.
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