Da La Repubblica del 08/09/2005
Il risultato del voto in Egitto sarà annunciato venerdì. Migliaia le denunce di irregolarità ai seggi
Brogli, minacce e premi l'opposizione accusa Mubarak
I sostenitori del raìs hanno organizzato anche una riffa: chi lo vota poi può partecipare ad una lotteria
di Guido Rampoldi
IL CAIRO - Le organizzazioni non governative denunciano un gran numero d'irregolarità, la magistratura promette indagini, l'opposizione si prepara a proclamare illegittima la vittoria (scontata) di Mubarak. Com'era prevedibile, anche la giornata del voto ha confermato quanto controverse siano le prime elezioni presidenziali a più candidati nella storia egiziana, e quanto tormentato l'inizio di questa specie di transizione involontaria ad un futuro da inventare. Mubarak aveva ridotto a 19 giorni il periodo della campagna elettorale, un tempo insufficiente non solo ai suoi rivali per farsi conoscere dagli egiziani, ma anche al regime per guarire dai suoi vizi: stando all'opposizione, nei seggi è accaduto di tutto. Centinaia di impiegati pubblici trasportati come mandrie perché votassero Mubarak, e gli autisti che si rifiutavano minacciati di licenziamento. Il voto in molti seggi palese, e buste con 50 sterline egiziane (l'equivalente di 7 euro) consegnate a chi faceva il suo dovere barrando la mezzaluna, il simbolo di Mubarak. Pacchi di schede già compilate che raggiungevano le urne. Osservatori delle organizzazioni non governative buttati fuori dai seggi e minacciati d'arresto.
Il governo nega e ribadisce la regolarità di queste elezioni. Lo spoglio si concluderà tra venerdì e sabato, quando sarà annunciato il risultato. Necessità politiche suggerirebbero il verdetto seguente. Votanti intorno al 60%: devono essere comunque la maggioranza, per significare che l'Egitto crede al nuovo corso democratico di Mubarak, e un po' più del 52% che secondo il regime avrebbe votato nel referendum di primavera (ma oltre il 60% qualsiasi cifra lascerebbe increduli anche i più fiduciosi). Voti per Mubarak: 80-85%. Vittoria trionfale perché il rais è amato dal popolo (altrimenti si potrebbe supporlo despota). Inoltre la percentuale dev'essere più alta del 75%, la quota già prenotata dal Pnd di Mubarak nelle elezioni politiche di novembre: il rais non può prendere meno del suo partito.
Non sappiamo se queste previsioni risulteranno esatte, ma un giro per i seggi del Cairo ci ha confermato che ieri confliggevano due tendenze opposte: da una parte il tentativo del governo di instaurare una certa legalità elettorale; dall'altra la volontà dell'apparato di mantenere la presa. Abbiamo visto questo conflitto tra il vecchio e il nuovo nel seggio della scuola Khalil Agha, in un quartiere popolare del Cairo. Due rappresentanti di lista, uno per Mubarak e l'altro per il rivale Ayman Nur, sorvegliavano la correttezza del voto insieme al presidente del seggio, un giovane magistrato. Irregolarità? Nessuna. Ma fuori dalla porta gli agit-prop di Mubarak distribuivano liberamente manifestini elettorali che invitavano a votare per l'Amico e Fratello del Popolo, mentre il rais li sorvegliava da un grande ritratto appeso al muro. La cosa più singolare avveniva davanti alla scuola. Due ragazze distribuivano un foglietto agli elettori, alcuni dei quali, dopo aver votato, tornavano per farsi registrare in un elenco. Sul misterioso foglietto erano stampate in sequenza le parole: «Mubarak/Ricchi premi/Computer, viaggi, elettrodomestici/Offerti da Khaled Abdu».
All'indirizzo che seguiva abbiano trovato una stamperia, e un manager che ci ha spiegato il senso di quel volantino. Si trattava d'una lotteria riservata agli elettori di Mubarak. Ricchi premi per chi vota il rais. Organizza la riffa un quadro del Pnd di Mubarak, l'imprenditore Khaled Abdu, che vuole convincere il partito a candidarlo nelle elezioni di novembre (così ci ha raccontato il suo manager, con un'ingenuità che esclude la malizia). Una lotteria come metafora della democrazia: in questo c'è un po' di verità.
Il governo nega e ribadisce la regolarità di queste elezioni. Lo spoglio si concluderà tra venerdì e sabato, quando sarà annunciato il risultato. Necessità politiche suggerirebbero il verdetto seguente. Votanti intorno al 60%: devono essere comunque la maggioranza, per significare che l'Egitto crede al nuovo corso democratico di Mubarak, e un po' più del 52% che secondo il regime avrebbe votato nel referendum di primavera (ma oltre il 60% qualsiasi cifra lascerebbe increduli anche i più fiduciosi). Voti per Mubarak: 80-85%. Vittoria trionfale perché il rais è amato dal popolo (altrimenti si potrebbe supporlo despota). Inoltre la percentuale dev'essere più alta del 75%, la quota già prenotata dal Pnd di Mubarak nelle elezioni politiche di novembre: il rais non può prendere meno del suo partito.
Non sappiamo se queste previsioni risulteranno esatte, ma un giro per i seggi del Cairo ci ha confermato che ieri confliggevano due tendenze opposte: da una parte il tentativo del governo di instaurare una certa legalità elettorale; dall'altra la volontà dell'apparato di mantenere la presa. Abbiamo visto questo conflitto tra il vecchio e il nuovo nel seggio della scuola Khalil Agha, in un quartiere popolare del Cairo. Due rappresentanti di lista, uno per Mubarak e l'altro per il rivale Ayman Nur, sorvegliavano la correttezza del voto insieme al presidente del seggio, un giovane magistrato. Irregolarità? Nessuna. Ma fuori dalla porta gli agit-prop di Mubarak distribuivano liberamente manifestini elettorali che invitavano a votare per l'Amico e Fratello del Popolo, mentre il rais li sorvegliava da un grande ritratto appeso al muro. La cosa più singolare avveniva davanti alla scuola. Due ragazze distribuivano un foglietto agli elettori, alcuni dei quali, dopo aver votato, tornavano per farsi registrare in un elenco. Sul misterioso foglietto erano stampate in sequenza le parole: «Mubarak/Ricchi premi/Computer, viaggi, elettrodomestici/Offerti da Khaled Abdu».
All'indirizzo che seguiva abbiano trovato una stamperia, e un manager che ci ha spiegato il senso di quel volantino. Si trattava d'una lotteria riservata agli elettori di Mubarak. Ricchi premi per chi vota il rais. Organizza la riffa un quadro del Pnd di Mubarak, l'imprenditore Khaled Abdu, che vuole convincere il partito a candidarlo nelle elezioni di novembre (così ci ha raccontato il suo manager, con un'ingenuità che esclude la malizia). Una lotteria come metafora della democrazia: in questo c'è un po' di verità.
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