Da La Repubblica del 11/10/2005

Il voto del 18 giugno ha segnato la svolta nella presenza femminile al potere. Nel governo forse sei "ministre"

Tutte le donne di Angela il nuovo volto della Germania

La Spd ha tre candidate pronte a entrare nel governo. Hanno tutte storie diverse ma sono unite dalla nuova "onda rosa"
Una squadra nata per caso ma che vuole dimostrare di "saper fare benissimo quanto hanno sempre fatto gli uomini"

di Andrea Tarquini

BERLINO - A volte arrivano insieme, a vertici e conferenze stampa. Si accennano sorrisi, si scambiano coraggio, sono un team. A lungo le hanno derise, le chiamavano the girls'camp, il campeggio femminile. Ora devono un po' temerle. Legittimate quale nuova élite proprio dal voto difficile del 18 giugno che sta imponendo la Grande coalizione. Forse pensava a questo Angela Merkel quando ieri rideva divertita alla domanda d'una collega, se si sentisse una donna felice. «Sarò lieta se sarà un incoraggiamento per tutte le donne, mostreremo di saper fare benissimo quanto hanno sempre fatto gli uomini».

Angela Merkel e la sua portavoce Eva Christiansen, la consigliera Beate Baumann, Ursula von der Leyen, e Annette Schavan. La squadra è nata per caso. Storie diverse di donne di sono incontrate nella tempesta della riunificazione e nella lotta per il potere. Angela è nata ad Amburgo ma è cresciuta all'est, nell'idilliaca cittadina prussiana di Templin dove il padre Horst fu inviato come parroco dalla Chiesa luterana. E'segnata dai ricordi del comunismo: il suo trauma di 14enne, nell'estate del ‘68, fu quando a scuola le proibirono di parlare con simpatia dei cecoslovacchi: l'Armata rossa stava invadendo Praga.

Da teen ager cresciuta, l'unico viaggio all'estero possibile fu a Mosca, e là al mercato parallelo comprò il suo primo Lp dei Beatles. Ai tempi duri risale anche l'unione della sua vita, con il secondo marito professor Joachim Sauer.

Tenacia e pazienza sono i segreti del successo di Angie. Kohl le fu padrino e patriarca, la promosse nel governo ma la umiliava chiamandola das Kueken o das Maedchen, il pulcino o la ragazzina. In quegli anni a Bonn conobbe Eva e Beate.

Giovanissima la prima, renana, portavoce perfetta. Precisa, sincera, da brava economista. E' il contrario dello stile assertivo e formale dell'addetto pierre di Schroeder, Béla Anda. Dura, ma anche amica, la seconda, Frau Baumann. Anche lei Wessi (occidentale: viene dalla Bassa Sassonia). Politologa laureata nel Regno Unito, vacanze sempre in Scozia, è tra le poche a darle del tu. Da quando a una riunione Angie reagì a un rimprovero di Kohl con una crisi di pianto, e Beate la redarguì per consolarla: «La smetta, ritorni in se stessa». Il team era già nato, almeno come trio Angela-Eva-Beate, quando nel 1999 Frau Merkel si decise alla grande sfida: la CduCsu all'opposizione era nell'abisso dello scandalo dei fondi neri di Kohl. Lei, in un articolo sulla Frankfurter, chiese di prendere le distanze dal patriarca e di punirlo.

Aspettare il momento, magari anni, poi colpire. Chiedere al partito e al paese scelte chiare, dire anche verità che fanno male. Sembra il credo della futura Cancelliera e della sua squadra. Di cui un'altra esponente è Ursula von der Leyen.

Bassosassone, figlia-modello d'un ex governatore, medico. Magrissima, dinamica, elegante, è l'energia in persona. Madre di sette figli, star scomoda della Cdu: denuncia il maschilismo del partito, chiede una politica più favorevole alle donne. Dal sudovest industriale viene invece Annette Schavan, altro personaggio atipico: divenne famosa chiedendo di vietare il velo islamico nella funzione pubblica. «E'simbolo di oppressione della donna». In una Grosse Koalition, il «team Merkel» potrebbe essere indirettamente allargato: tre donne-leader della Spd sono candidate a incarichi di governo. Se il totoministri di Berlino non mente, le donne nell'esecutivo saranno 6 su 18. La coabitazione alla tedesca tra sinistra e centrodestra ha anche una valenza femminile.

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