Da Corriere della Sera del 18/10/2005

Un appalto da 14 milioni dietro il delitto

Omicidio Fortugno, s'indaga sui lavori di ampliamento dell'ospedale «controllato da un clan»

di Fiorenza Sarzanini

REGGIO CALABRIA - Era tutto pronto: già firmata la delibera, stanziati i soldi, decisi i lavori da fare. Entro qualche giorno sarebbe stata indetta la gara d'appalto. E invece i killer sono entrati in azione e la Calabria si è trovata a fare i conti con un nuovo delitto eccellente. Adesso per cercare il movente dell'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale freddato con cinque colpi di pistola dentro il seggio delle primarie, si parte proprio da quell'affare. E' l'appalto per la ristrutturazione dell'ospedale di Locri, la struttura dove Fortugno era stato primario prima di essere eletto e dove sua moglie fa il direttore sanitario. In ballo ci sono 14 milioni di euro, una cifra che la 'ndrangheta certamente non vuole farsi sfuggire. Altri soldi dovevano arrivare per mettere a posto l'ospedale di Siderno, cittadina che si trova a pochi chilometri. La cifra è più bassa, appena 800.000 mila euro. Ma fa gola comunque, perché chi se li aggiudica conferma il proprio potere.

L'intreccio tra interessi economici e politici resta il filo conduttore di un'indagine che sembra avere mille rivoli e tanti, troppi risvolti. Si spulcia tra gli appalti già concessi e quelli che arriveranno, si analizzano i voti presi, si riesamina l'influenza delle famiglie criminali, in un gioco di rapporti e ricatti che qui sembrano segnare ogni decisione amministrativa. Ma ci si concentra su quell'ospedale che il clan Cataldo controllava e che Fortugno ha sempre detto di voler «ripulire». E così la scelta del giorno e del luogo per ammazzare, diventano un messaggio che per magistrati e investigatori sembra avere soltanto una lettura: avvertimento a chi ha vinto le ultime elezioni e adesso governa questa Regione. Segnale chiaro a quelle imprese e a quegli uomini politici che nei prossimi mesi faranno altri affari con la costruzione del Ponte sullo Stretto e poi si presenteranno alle politiche della prossima primavera.

Fortugno la sua vita l'aveva dedicata alla Sanità, tanto da diventarne il responsabile calabrese per il suo partito. E soprattutto al nosocomio della città dove era nato, Locri appunto. Lì dove lavorano come medici anche i due figli del boss Morabito e dove i Cataldo volevano aprire almeno un paio di negozi e un'agenzia di assicurazione. Proprio dentro l'ospedale, in quella struttura che tra stipendi e acquisti muove circa 140 milioni di euro ogni anno. Lui si opponeva, non senza difficoltà.

Su questo lavorano i carabinieri e la polizia, gli specialisti del Ros e dello Sco, ma anche su quei 5.000 voti che Fortugno è riuscito a spostare. Alle elezioni del 2000 superò di poco le 3.000 preferenze. Cinque anni dopo le ha quasi triplicate arrivando a 8.548 e risultando il primo degli eletti per la Margherita a Reggio. Dopo quel successo, è probabile che qualcuno volesse condizionarne mosse e decisioni. Fortugno potrebbe aver negato il proprio appoggio o comunque aver manifestato la volontà di compiere scelte diverse da quelle che volevano imporgli. Oppure potrebbe essere venuto meno a promesse fatte in passato, quando la campagna elettorale per le Regionali era in pieno svolgimento. Del resto lui di potere ne aveva, visto che era inserito in ben tre commissioni: oltre alla Sanità, si occupava degli Affari regionali e dei Rapporti con gli organismi internazionali. Per questo qualche settimana fa era volato negli Usa per partecipare alle celebrazioni del Columbus Day. Su quel viaggio gli investigatori cercano di scoprire ogni dettaglio, compresa la lista delle persone che Fortugno ha incontrato. Sono dettagli, pezzi di un mosaico che si cerca di comporre.

Ad aiutare gli inquirenti potrebbe essere sua moglie Maria Grazia, la figlia dell'avvocato Mario Laganà, l'ex senatore democristiano che è stato anche sottosegretario alle Finanze. I magistrati dovrebbero incontrarla oggi per avere da lei nuovi elementi, particolari che possano servire a ricostruire i rapporti che Fortugno aveva stretto o le eventuali pressioni che aveva ricevuto. Nell'ospedale di Locri lei occupa un posto strategico, per questo la sua testimonianza può diventare preziosa.

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