Da La Repubblica del 21/10/2005

Il ministro dell'Interno annuncia repliche "proporzionate ma fredde". Prodi: contingente interforze

"Risposta dura alla ‘ndrangheta"

Pisanu invita i poli all'unità. Il centrosinistra: lo Stato sta perdendo

di Claudia Fusani

ROMA - Annuncia risposte «dure e proporzionate ma fredde». Promette direttive speciali «puntuali e avanzate» per le forze dell'ordine - per facilitare le indagini e migliorare la prevenzione - che saranno formalizzate oggi dopo un vertice speciale con i capi delle polizie e dei servizi d'intelligence. Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu va prima al Senato poi alla Camera per dire che «lo Stato in Calabria c'è e non ha alcuna intenzione di andarsene». La prossima settimana sarà a Reggio il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni per valutare il precario stato di salute delle procure. A seguire, appena insediato, andrà il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Una trentina di investigatori specializzati sono già sul posto. Ma Pisanu chiede anche a maggioranza ed opposizione di restare unite di fronte all'omicidio di Francesco Fortugno. «Aiutiamo la Calabria e i calabresi - chiede Pisanu - evitando di gettare la questione calabrese nel tritacarne della politica».

Ma l'appello bipartisan ha poco seguito nel dibattito politico della giornata. Di fronte alla risposta «fredda e non emotiva» prospettata dal Viminale, il segretario dei Ds Piero Fassino chiede «maggiore consapevolezza per fare un salto di qualità nell'azione di contrasto a questa minaccia criminale». Il diessino Marco Minniti è ancora più chiaro: «Lo Stato sta perdendo la Calabria. Basta con l'ordinaria ammnistrazione, serve una risposta forte». Minniti elenca cinque punti tra cui «l'invio di un cospicuo contingente interforze con polizia, carabinieri, finanzieri» (chiesto ieri di nuovo anche da Romano Prodi) «l'applicazione di magistrati esperti presi dalla Procura nazionale antimafia» e «l'aumento della confisca dei beni dei boss». Cosa, quest'ultima «che non si sta facendo da tempo». Anzi, aggiunge Giuseppe Lumia capogruppo ds in commissione Antimafia: «Il disegno di legge sulla confisca dei beni proposto da Berlusconi e Pisanu sembra andare nella direzione opposta». Il tritacarne della politica è già in azione se il premier Berlusconi è costretto ad intervenire per dire che le parole della vedova («neanche un messaggio da Berlusconi») sono state «forzate» dai giornali.

Pisanu, che rassicura Fassino - «sono consapevole della minaccia» - ribadisce in aula che «l'azione dello Stato da sola non basta, se non convince i calabresi onesti a fare leva sulla coscienza civile per cambiare le cose». E al presidente della Confindustria calabrese Pippo Callipo che sul "Sole 24 ore" scrive che «l'omicidio poteva essere evitato se lo stato fosse più presente», il ministro ricorda come «un anno fa ad una riunione con la categoria parteciparono tre industriali». Un numero che denota non proprio un grande interesse da parte della cosiddetta società civile.

Oggi la riunione tecnica presieduta dal ministro che già un anno fa ha incaricato il prefetto Luigi De Sena di studiare una linea di attacco e contrasto all'ndrangheta. «Non si lavorerà sui numeri ma sulla qualità» spiega un alto funzionario del Viminale. Si punta su «più controllo del territorio anche tramite la videosorveglianza dei centri urbani». Su una «maggiore attività investigativa e informativa» e su un «maggiore coinvolgimento delle istituzioni locali».

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