Da Corriere della Sera del 21/10/2005
Un nuovo scandalo coinvolge le truppe americane in Afghanistan
La protesta del presidente Karzai: «Sono inorridito»
KABUL - Un nuovo scandalo coinvolge le truppe americane in Afghanistan e rischia di riportare ai minimi termini la relazioni tra gli Stati Uniti e il mondo arabo islamico. Un video trasmesso dalla tv australiana Sbs , ripreso da un reporter al seguito della 173? Brigata aviotrasportata, ha mostrato immagini di soldati Usa mentre sfidano un gruppo di talebani invitandoli a uscire dalle caverne e accettare lo scontro, con una tecnica a dir poco discutibile, il 1° ottobre sulle colline di Gonbaz, vicino a Kandahar. I soldati infatti hanno dato fuoco ai cadaveri di altri talebani uccisi nella zona dopo aver rivolto i loro volti in direzione della Mecca. Le immagini mostrano i militari in piedi, vicino ai cadaveri ormai carbonizzati: i talebani superstiti osservando la scena avrebbero dovuto «infuriarsi» e accettare lo scontro. Ma secondo i precetti islamici, è vietato cremare i cadaveri oltre che (ma questo vale per qualunque cultura) profanare cadaveri. Il presidente afghano Hamid Karzai si è detto inorridito e ha fatto riferire di ritenere il gesto «ripugnante», condannando «qualsiasi profanazione di corpi umani, a prescindere dal fatto che si tratti di nemici o amici». L’ennesimo scandalo ha spinto il dipartimento di Stato a intervenire immediatamente per evitare una nuova esplosione di antiamericanismo nelle piazze musulmane, come era accaduto all’indomani della profanazione del Corano nel carcere di Guantanamo rivelata da Newsweek . Le accuse ai soldati americani «sono molto serie e, se vere, preoccupanti - ha detto il portavoce Sean McCormack -. Se effettivamente sarà scoperto un comportamento sbagliato, coloro che ne sono responsabili ne risponderanno». McCormack ha sottolineato che ai soldati americani vengono date istruzioni precise di rispettare la Convenzione di Ginevra. Il dipartimento di Stato ha anche dato istruzione alle ambasciate americane in tutto il mondo di «contrastare» le possibili conseguenze dello scandalo affermando che tali gesti non riflettono «i valori americani».
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