Da La Repubblica del 24/10/2005

Contatti 'ndrangheta-Viminale Pisanu: "Faremo chiarezza"

Il ministro sul giallo delle telefonate: "Non avrò riguardo per nessuno"

Polemiche dopo le rivelazioni emerse dai tabulati. Minniti, Ds: "Un quadro inquietante"
Napoli, An, della commissione antimafia "In Calabria connivenze a tutti i livelli"

di Claudia Fusani

ROMA - La mattinata, dopo la lettura di giornali e rassegna stampa, se n'è andata in telefonate soprattutto con i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza per cercare di capire. Poi, nel pomeriggio, il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ha chiamato da casa i suoi collaboratori per dettare un comunicato che non lascia dubbi.

«Il ministero dell'Interno non lascerà nulla, ma proprio nulla, di intentato per chiarire ogni circostanza ed accertare ogni responsabilità di chicchessia, in qualsiasi modo riconducibile alle diverse attività criminali della ‘ndrangheta». Sfogandosi con i suoi collaboratori è stato ancora più chiaro: «Non avrò riguardo per nulla e per nessuno». E nel cercare di capire come sia potuto succedere che persone vicine a Giuseppe Pansera, genero del boss Morabito, abbiano chiamato due cellulari in uso a funzionari del Dipartimento della pubblica sicurezza tra il 1999 e il 2002, il ministro ha tenuto a dire: «Non ho mai avuto alcuna segnalazione di questo tipo». Nessuno degli apparati investigativi lo aveva insomma informato che nella perizia tecnica di un'inchiesta che intreccia droga e ‘ndrangheta c'erano indizi bollenti su contatti tra il Viminale e persone legate a latitanti.

Pisanu ha dettato il comunicato per rispondere all'onorevole Marco Minniti, calabrese, responsabile sicurezza e difesa dei ds, che subito dopo aver letto Repubblica aveva chiesto «parole chiare e definitive perché emerge un quadro inquietante che parla, se non di complicità, quantomeno di rapporti obliqui, oscuri, opachi». Guai, aveva aggiunto, «se c'è confusione tra chi sta da una parte e chi dall'altra, si mina in modo irrimediabile il rapporto di fiducia con i cittadini». Parole che hanno fatto male al ministro dell'Interno e, come ripete, «ministro delle garanzie e non delle polizie». Tanto che, dopo la promessa di andare fino in fondo, ha rilanciato: «Informerò il Parlamento e il paese».

Brutta storia questa delle telefonate al Viminale, emersa a margine dell'inchiesta sull'omicidio del politico calabrese Francesco Fortugno. Per il vicepresidente della commissione giustizia, il verde Paolo Cento, la vicenda «conferma le preoccupazioni sull'esistenza di un'ampia zona grigia di complicità dirette e indirette tra le istituzioni e la criminalità organizzata».

Un problema che Pisanu non scopre certo ora. «Stiamo inviando personale specializzato che prendiamo da fuori regione per evitare il problema del condizionamento ambientale», ha sottolineato l'altro giorno. «In Calabria ci sono protezioni ambientali a tutti i livelli che arrivano nel Palazzo» conferma Angela Napoli (An), vicepresidente della commissione antimafia, di Taurianova, per due volte in questi anni minacciata dagli uomini delle ‘ndrine. «Aggiungo che protezioni e connivenze non sono solo con il Viminale, purtroppo. Lo dico perché conosco la capacità della ‘ndrangheta di mimetizzarsi con istituzioni e colletti bianchi». È la stessa maggioranza che chiede a Pisanu di fare chiarezza. In fretta.

«Dobbiamo verificare immediatamente le coperture all'interno delle istituzioni per evitare infiltrazioni» dice Roberto Centaro, il senatore di Forza Italia che guida da cinque anni la commissione antimafia, da stamani impegnata a Catanzaro e Reggio Calabria. Sia Centaro che Napoli hanno fiducia in Pisanu che, sono sicuri, «saprà fare chiarezza il prima possibile su questa brutta storia».

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