Da Corriere della Sera del 26/10/2005
Finanziaria, governo «sotto» al primo voto
Il Tesoro frena sul condono. Duello su riduzioni per 1,7 miliardi
di Mario Sensini
ROMA - Dieci contro nove. «Chi è favorevole?». Il senatore azzurro Antonio Azzolini, presidente della Commissione Bilancio, aveva fatto i conti giusti prima di dare il via al primo voto sulla legge di bilancio, primo documento del «pacchetto Finanziaria». E mai si sarebbe aspettato di veder spuntare il Ds Giovanni Legnini al momento della controprova. «Contrari?». Risultato: dieci a dieci, emendamento respinto e governo battuto. Un «incidente banale» spiega Mario Ferrara, capogruppo di Forza Italia in Commissione, senza però nascondere la sua delusione: «Abbiamo un solo voto di maggioranza, e almeno in queste prime fasi dobbiamo stare con il sedere incollato alla sedia». La manovra, intanto, parte in salita e perde un pezzo importante. L’emendamento dell’esecutivo riduceva di 1,7 miliardi i fondi di riserva per le spese obbligatorie e quelle impreviste, destinandoli in parte a copertura di altre spese, e per 250 milioni di euro alla riduzione del deficit. Era il vecchio articolo 2 della Finanziaria stralciato dal presidente del Senato Marcello Pera e riproposto come emendamento al ddl di bilancio.
Probabilmente sarà ripresentato dal governo in Aula, dove arriverà anche il maxiemendamento alla Finanziaria con le misure per le famiglie. Oggi ci sarà un nuovo vertice di maggioranza per decidere l’articolazione del pacchetto e le altre correzioni della manovra, che la Confindustria per bocca di Luca Montezemolo chiede di non stravolgere. Il governo ieri ha garantito il ripristino dei fondi per le fregate Fremm ed escluso ancora una volta il condono sia fiscale che edilizio sul quale insistono senatori di An e Forza Italia.
A Palazzo Chigi, oggi, si riaprirà anche il capitolo enti locali. Silvio Berlusconi riceverà Regioni ed enti locali, che in mattinata manifesteranno contro il dimezzamento del Fondo Sociale. Il governo sembra disposto a concedere alle Regioni i 500 milioni promessi e ad alleggerire il conto per i Comuni, con un meccanismo per premiare gli enti più virtuosi, che andrebbe essenzialmente a loro vantaggio. Enrico La Loggia, ministro degli Affari Regionali, boccia intanto la proposta di An di abolire le Comunità Montane.
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