Da La Repubblica del 03/11/2005

Le domande sul Nigergate in attesa di risposta

di Giuseppe D'Avanzo

Oggi, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti ascolterà il direttore del Sismi Nicolò Pollari e il sottosegretario Gianni Letta (delegato da Berlusconi a sovrintendere il lavoro dell'intelligence). Le audizioni dovranno chiarire il ruolo dell'Italia nella raccolta di intelligence sulle armi di distruzione di massa di Saddam; sulla fabbricazione a Roma, e per mano italiana, di un falso dossier che accreditava agli alleati inglesi e americani l'acquisto iracheno di 500 tonnellate di uranio grezzo, con un «memorandum di intesa» (naturalmente fasullo). Che parte, dunque, ha avuto il nostro servizio segreto? Quali sono stati gli indirizzi politici indicati, al servizio segreto, dal governo? Chi, nel governo, ha seguito con Washington, e a Washington, l'«agenda»?

Sono questi gli interrogativi di fondo dell'affare chiamato Nigergate, all'origine del caso Cia-gate che ha già condotto sul banco degli imputati il primo consigliere di Dick Cheney, Lewis Libby.

Come si sa, Palazzo Chigi, con sdegno, respinge ogni responsabilità nell'imbroglio negando alcun «coinvolgimento diretto o indiretto nel confezionamento e nella veicolazione del falso dossier sull'uranio nigerino». Il Sismi è disposto ad ammettere soltanto che il 15 ottobre del 2001, con una lettera di una pagina e mezza, conferma alla Cia che le «evidenze di intelligence», sul tentativo iracheno di procurarsi in Africa uranio grezzo (yellowcake), sono fornite da una fonte attendibile del servizio, la Signora, che già in passato ha consegnato a Forte Braschi codici crittografici del Niger e registri di protocollo dell'ambasciata. Secondo il Messaggero, la Cia dichiara la sua perplessità sulla credibilità di quelle notizie. Pollari, nero su bianco, condivide quelle perplessità. Per un anno il Sismi sostiene di essersene stato come "inattivo" su questo fronte. Si muove soltanto dopo il 9 ottobre del 2002, quando Panorama consegna all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma il dossier (falso) ottenuto da un ex-collaboratore del servizio italiano, Rocco Martino. Anche se non si comprende chi, come, quando trasmetta il dossier fasullo (il direttore di Panorama ha escluso di aver coinvolto il Sismi), la Ditta di Nicolò Pollari comincia a pedinare il venditore. Lo fotografa con un agente francese. Poi quando il vendifumo si presenta all'ambasciata inglese a Bruxelles (è ormai la primavera del 2003: la missione è stata già dichiarata «compiuta» da Bush il 1 maggio) mette in guardia l'Mi6 che quel Rocco Martino è «un truffatore». All'osso è questa la ricostruzione difensiva del Sismi. Che non lesina accuse alla Francia. Sono stati i francesi, dice Pollari, a diffondere e ad accreditare quei documenti infedeli. Infatti. Il 22 novembre del 2002, nel corso di una riunione al Dipartimento di Stato, il direttore della controproliferazione del ministero degli Esteri francese riferisce che Parigi è in possesso di informazioni sul tentativo di Saddam di procurarsi uranio in Niger. Il 27 gennaio 2003 un rapporto del servizi transalpini ricorda ancora che i tentativi iracheni di acquisire yellowcake risalgono al 1999.

La difesa del Sismi ha la debolezza di cancellare con un colpo di spugna un anno cruciale: ottobre 2001/ottobre 2002. In questi dodici mesi si addensano (anche qui per sommi capi) otto fatti e domande a cui Nicolò Pollari dovrà oggi rispondere.

1. Il falso dossier è confezionato da Rocco Martino (collaboratore del Sismi), da «la Signora» (fonte del Sismi), da Antonio Nucera (colonnello del Sismi, in forza al servizio fino all'inizio del 2002, se ha ragione l'Unità). Che cosa ha saputo la direzione del servizio (Battelli prima, Pollari dopo) della loro attività? Il dossier, che i vendifumo manipolano, raccoglie anche vecchia intelligence degli anni ottanta. Come e da chi è stata trafugata dagli archivi di Forte Braschi? C'è stata un'indagine interna? Quali sono state le conclusioni? E se non c'è stata, perché?

2. Il 15 ottobre 2001 il Sismi accredita alla Cia la Signora come fonte attendibile, ma si dice perplesso delle notizie che ella diffonde. Come può essere accreditata una fonte che distribuisce notizie dubbie? Che tipo di controlli e verifiche, il Sismi ha avviato da quel momento sulla correttezza della Signora e sull'attendibilità delle informazioni che aveva raccolto? Il colonnello Antonio Nucera ha fatto parte di questo lavoro, ammesso che ci sia stato? Quali sono stati i risultati?

3. Nel febbraio del 2002, Dick Cheney mette sotto pressione la Cia perché vuole saperne di più sul «dossier italiano». Il vicepresidente degli Stati Uniti si riferisce soltanto al report del 15 ottobre o quel report era stato rinforzato da altre comunicazioni del Sismi? E quali?

4. Che cosa accade dal febbraio del 2002 fino al settembre di quello stesso anno? Quali azioni segue il Sismi? Il 9 settembre 2002, Pollari è a Washington con la squadra delle Armi di Distruzione di Massa. Incontra alla Casa Bianca Condoleezza Rice e Stephen Hadley «per quindici minuti», ma quali sono gli incontri che hanno preceduto o seguito la visita «di cortesia»? E' legittimo pensare, vista la delegazione, che si sia parlato di uranio e centrifughe per arricchirlo. Il Sismi ha comunicato gli esiti dell'inchiesta sulla Signora (ammesso che ci sia stata) e della verifica sulle sue informazioni? Ha confermato le sue perplessità o le ha rimosse, con qualche nuova evidenza raccolta nel corso del tempo? Durante quella missione si sono scambiati documenti con la Cia? O soltanto intelligence, e quale?

5. Il 12 settembre 2002, Panorama dà notizia dello shopping iracheno di uranio in Africa (500 tonnellate) e dell'acquisto in Europa di centrifughe. E' ragionevole pensare che gli accurati cronisti del magazine abbiano interpellato per conferma fonti del Sismi. Il nostro servizio ha confermato o smentito quelle informazioni? E nell'uno o nell'altro caso, con quali "notizie"?

6. Nell'ottobre e nel novembre 2002, il direttore Nicolò Pollari riferisce al comitato parlamentare di avere «prove documentali dell'acquisto di uranio naturale in una repubblica centro-africana e di centrifughe nucleari in Europa». Questa certezza contraddice le perplessità di un anno prima. Che cosa è accaduto di nuovo? Quali documenti giustificano quelle affermazioni? I documenti sono stati condivisi con Washington e con Londra?

7. Siamo ora al 9 ottobre 2002. Per una qualche via, il Sismi entra in possesso del dossier falso consegnato da Rocco Martino a Panorama e da Panorama all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Perché il Sismi non avverte subito della "truffa" Washington, come al contrario fanno i francesi il 4 febbraio del 2003, due settimane prima dell'intervento militare?

8. Dopo il 9 ottobre 2002, un gruppo di agenti del Sismi chiamati, a quanto pare, «Cristo si è fermato ad Eboli» non perde d'occhio Rocco Martino. Perché nessun resoconto o indicazione o rapporto, con Rocco Martino indagato dalla procura di Roma dal luglio del 2003, viene consegnato alla polizia giudiziaria fino all'autunno del 2004? Perché il Sismi non segnala all'Fbi che Martino è partito per gli Stati Uniti dove concederà un'intervista alla Cbs (il Sismi pedina il vendifumo a colloquio con i giornalisti)?

C'è un'altra questione essenziale che sarà al centro delle audizioni: le azioni «sul terreno» in Iraq della nostra intelligence alla vigilia della guerra nonostante la «non belligeranza» approvata dal Parlamento in rispetto degli articoli 10 e 11 della Costituzione. E' una questione che chiama in causa direttamente il governo (e quindi oggi Letta), la sua politica, i protagonisti e gli alleati palesi e occulti della sua azione. Di quell'attività di intelligence nel «teatro di guerra», Palazzo Chigi ha sostenuto di aver sempre dato conto al comitato di controllo. I membri del comitato di controllo sostengono di non averne mai saputo nulla. E allora qualche domanda.

1. Per quale motivo il ministro della Difesa Antonio Martino accredita Michael A. Ledeen (indicato come «indesiderabile» nel nostro Paese) presso il direttore del Sismi? Chi, a Washington, lo ha sponsorizzato e per quale missione?

2. Chi erano gli "invitati" ai meeting organizzati da Ledeen e dal Sismi. E quali erano gli obiettivi di quelle riunioni? Quante riunioni si sono tenute in Italia?

3. Perché nell'estate del 2004 il Sismi "rompe" con Ledeen e perché Pollari afferma che l' "amico americano" sostenuto dal ministro «ha scambiato il nostro servizio segreto per un Carrefour, per un supermercato»? A chi si rivolge, in Italia e negli Stati Uniti, Pollari per impedire che Ledeen agisse nel nostro Paese?

4. Qual è stato il ruolo del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Gianni Castellaneta, nella pianificazione dello scambio di intelligence tra Roma e Washington? Gianni Letta ne era informato? O la "missione" di Castellaneta era autorizzata direttamente dal capo del governo? A chi il Sismi riferiva delle missioni in Iraq per "corrompere" i gerarchi di Saddam?

5. Alla vigilia della guerra, quale missione il governo Berlusconi ha affidato al Sismi?

Come ha detto Marco Minniti su queste pagine, nessuno può credere seriamente che l'impegno dell'Italia, alla vigilia e durante il conflitto, sia stato soltanto «affare di tecnici». Quel che comincia oggi dinanzi alla commissione presieduta da Enzo Bianco è dunque una verifica dei rapporti tra politica e intelligence o, per dirla in altro modo, di quanto in Italia, come negli Stati Uniti, si sia politicizzato il lavoro dell'intelligence. E' un affare che interpella il Sismi, e le sue azioni, ma anche il governo, e le sue decisioni.

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