Da Punto Informatico del 04/11/2005
Originale su http://punto-informatico.it/p.asp?i=56003
Il lato oscuro del Patriot Act
ACLU denuncia le operazioni classificate dall'FBI condotte con le modalità invasive rese possibili dalla durissima legislazione statunitense nata all'indomani dell'11 settembre
di Tommaso Lombardi
Washington (USA) - Il pacchetto di leggi antiterrorismo nato negli USA all'indomani del disastro delle Twin Towers, noto come Patriot Act, squarcia la struttura di Internet e permette al governo federale di Washington di avere il libero accesso a qualsiasi risorsa digitale online.
La denuncia arriva dalla American Civil Liberties Union, storica associazione impegnata nella difesa dei diritti civili. Gli esperti dell'organizzazione sostengono che il Patriot Act dia modo all'FBI di accedere segretamente a dati sensibili o database informatici di qualsiasi ISP o server, insabbiando a piacimento le incursioni e blindandole sotto l'oscura dicitura del "segreto per la sicurezza nazionale".
Uno status quo ben lontano dall'essere felice: secondo i portavoce ACLU, impegnati in una battaglia legale contro lo strapotere dell'FBI in ambito telematico, questo delicatissimo scenario va contro i principi fondamentali della democrazia. Pertanto i membri di ACLU, forti del supporto di altre associazioni come EPIC e EFF, hanno portato la faccenda all'attenzione di alcuni giudici federali, riuscendo ad ottenere l'apertura di un nuovo procedimento.
La decisione che verrà assunta dai magistrati chiamati a giudicare l'applicabilità del Patriot Act in ambito, telematico potrà influenzare decisamente il futuro di Internet - storicamente nato e gestito, quasi nella sua totalità, negli Stati Uniti.
La battaglia legale, poco nota ai media internazionali ma ormai giunta al culmine, è iniziata nel 2004 con l'obiettivo di stroncare la cosiddetta dottrina NSL, un acronimo che indica le cosiddette National Security Letters. Grazie a questo tipo di lettere, l'FBI può intimare ad ogni servizio telematico, pubblico o privato, di collaborare nella massima segretezza: un ISP bersagliato da questo tipo di lettere, per esempio, è costretto a svelare dati ed informazioni riservate per poi coprire ogni cosa nel silenzio più assoluto.
"La democrazia rifiuta qualsiasi tipo di segreto indebito, in qualsiasi ambito", ha sentenziato Victor Marrero, giudice distrettuale della corte di New York che per primo ha tentato di affossare la dottrina NSL. Proprio negli ultimissimi giorni sono emersi alcuni casi di abuso legati alle esose e pesanti ingerenze governative nell'ambito delle telecomunicazioni private.
L'opinione pubblica americana guarda con scetticismo alle sorti di questa vicenda: molti esponenti del governo stanno adoperandosi per apportare modifiche e ritocchi al Patriot Act, tutti nel segno di una maggiore libertà d'azione per le forze dell'ordine.
La denuncia arriva dalla American Civil Liberties Union, storica associazione impegnata nella difesa dei diritti civili. Gli esperti dell'organizzazione sostengono che il Patriot Act dia modo all'FBI di accedere segretamente a dati sensibili o database informatici di qualsiasi ISP o server, insabbiando a piacimento le incursioni e blindandole sotto l'oscura dicitura del "segreto per la sicurezza nazionale".
Uno status quo ben lontano dall'essere felice: secondo i portavoce ACLU, impegnati in una battaglia legale contro lo strapotere dell'FBI in ambito telematico, questo delicatissimo scenario va contro i principi fondamentali della democrazia. Pertanto i membri di ACLU, forti del supporto di altre associazioni come EPIC e EFF, hanno portato la faccenda all'attenzione di alcuni giudici federali, riuscendo ad ottenere l'apertura di un nuovo procedimento.
La decisione che verrà assunta dai magistrati chiamati a giudicare l'applicabilità del Patriot Act in ambito, telematico potrà influenzare decisamente il futuro di Internet - storicamente nato e gestito, quasi nella sua totalità, negli Stati Uniti.
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