Da La Repubblica del 21/11/2005
Il segretario dei centristi della Cdl chiede una commissione sull'attuazione della 194
Aborto, Udc all'offensiva "Un'indagine parlamentare"
Storace: bene, ma ora battiamoci per la difesa della vita
di Mario Reggio
ROMA - I centristi della Cdl lanciano l'offensiva sulla legge 194. Il neosegretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, propone la creazione di una commissione parlamentare d'indagine sull'applicazione della legge. E il ministro della Salute, Francesco Storace, che nei giorni scorsi ha invitato i volontari del Movimento per la vita ad entrare nei consultori, giudicando la proposta «una buona idea», torna alla carica: «In questo dibattito di tutto si parla tranne che dei bambini che muoiono, io credo che occorra parlare anche della vita che nasce». Nessuno osa rimettere in discussione i principi dell'interruzione volontaria di gravidanza, ma dopo il placet del ministro Storace e del cardinale Camillo Ruini il Movimento per la vita si fa più audace: «Non vogliamo entrare nei consultori, sono i consultori che devono diventare dei centri della vita - afferma il presidente del Movimento Carlo Casini - devono diventare dei centri di coordinamento di tutta una rete che deve avere come scopo trasparente un'alternativa all'aborto».
E il mondo laico? La prima risposta arriva dal capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante, che replica al cardinale Ruini: «Non mi stupisco che la Chiesa dica la sua. Se intende avviare una sensibilizzazione contro l'aborto, lo faccia - dichiara - ma sia chiaro innanzitutto che nessuno vuole l'aborto: è una tragica necessità, non è un piacere. La chiesa cattolica faccia anche la sua campagna per prevenirlo, ma utilizzare le strutture pubbliche non mi pare sia giusto».
La replica dei Radicali non si fa attendere: «Non prendiamoci in giro, non scherziamo - commenta il segretario Daniele Capezzone - con la legge finanziaria aperta, e con i tempi tecnici per istituire la nuova commissione, tutto si ridurrebbe agli ultimi due mesi della legislatura, si tratterebbe di un puro e semplice luogo di propaganda elettorale sulla pelle delle donne».
Ma cosa dovrebbe fare la commissione invocata da Lorenzo Cesa? «Dovrà far luce sull'applicazione della 194 - risponde il segretario dell'Udc - è una legge dello Stato e come tale va rispettata, non è all'ordine del giorno un suo cambiamento, è però indispensabile una verifica del suo funzionamento perché ci sono molte parti non applicate o disattese».
Una proposta che l'esponente dei Verdi Paolo Cento invita a restituire al mittente: «Il vero obiettivo di questa destra è in realtà quello di attaccare la 194, mettere sotto tutela i consultori, colpire l'autodeterminazione delle donne. È necessario che tutta l'opposizione si mobiliti per non riportare indietro il Paese di 30 anni». Perplesso sulla proposta di Cesa anche il vicecoordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto: «Non bisogna dimenticare - dichiara - che le donne che vanno nei consultori vivono un dramma e devono quindi trovare un ambiente sereno, professionale, con un personale medico e paramedico che si deve far carico dei loro problemi, e non le deve sottoporre a pressioni di carattere ideologico».
Intanto le associazioni cattoliche stringono le fila. E ieri a Pistoia il mondo cattolico, Azione cattolica e Acli, assieme al movimento per la vita, ha ribadito la propria compattezza e la necessità di dimostrare la stessa capacità di mobilitazione messa in campo nella recente campagna referendaria a difesa della legga sulla fecondazione assistita.
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