Da Adnkronos del 21/11/2005
All'alba operazione dei Carabinieri a Palermo
Mafia, arrestato il boss Baiamonte
L'uomo, 38 anni, aveva il ruolo di smistare i 'pizzini' scritti dai capi del mandamento di Misilmeri a boss vicini al latitante Bernardo Provenzano
Palermo - E' stato arrestato all'alba di oggi dai carabinieri di Palermo il presunto boss mafioso Antonino Baiamonte. L'uomo, 38 anni, avrebbe avuto il ruolo di smistare i 'pizzini', cioe' i biglietti scritti dai boss mafiosi del mandamento di Misilmeri (Palermo). Ne sono convinti i pm della Dda di Palermo, Michele Prestipino e Roberta Buzzolani, che hanno chiesto e ottenuto l'arresto firmato dal gip del Tribunale, Antonio Tricoli.
Secondo gli investigatori, Baiamonte, ritenuto ''sicuro punto di riferimento in tutti i settori'' per i boss, ''era ben inserito nel circuito dello smistamento dei biglietti scritti a mano'' dagli esponenti dei vertici di Cosa nostra. In particolare, Baiamonte avrebbe fatto da intermediario tra la famiglia mafiosa di Misilmeri e Nicolo' la Barbera, arrestato nel gennaio del 2001 insieme con il boss Benedetto Spera.
La Barbera, morto subito dopo la condanna per associazione mafiosa, era considerato vicino al boss latitante Bernardo Provenzano. Ad incastrare Baiamonte ci sono alcune conversazioni registrate dagli investigatori subito dopo incontri ritenuti 'scottanti'. Le indagini per l'arresto di Baiamonte sono state avviate nel 2001 dai Carabinieri nell'ambito della ricerca dell'allora latitante Salvatore Sciarabba, arrestato nell'ottobre del 2003, capo della famiglia mafiosa di Misilmeri.
Baiamonte temeva di essere seguito e ormai se n'era fatto un cruccio. Secondo quanto riporta il gip nell'ordinanza di custodia cautelare si sarebbe ''adoperato in favore non di un solo esponente dell'associazione mafiosa, ma di piu' soggetti, aiutandoli a eludere le ricerche dell'Autorita', mantenendo i collegamenti con la famiglia e con glialtri associati''. Ma, malgrado l'importante ruolo rivestito in Cosa nostra, Baiamonte aveva paura di essere seguito dai militari. E' quanto emerge da un'intercettazione ambientale tra lo stesso Baiamonte e l'anziano padre, Giusto Baiamonte. Sono le 10.19 del 2 dicembre del 2001 e Antonino si sfoga con il padre: ''Minchia, questi cornuti di sbirri appena vedono che uno prende qualche strada... - dice in stretto dialetto siciliano - Erano sbirri sicuro, erano tre a bordo di...''. E il padre risponde: ''Ma tu dove stavi andando?''. E lui, di rimando: ''Da una parte''. ''Forse ci hanno visto, forse non ci hanno visto! Minchia, ma brutta questa strada e'...''. Il padre, nel commentare l'episodio, gli prospetta l'ipotesi che la pattuglia dei Carabinieri li avrebbe osservato perche' riteneva che loro si stessero recando in quel punto per prelevare qualche persona. Ma lui replica sicuro: ''Dato che io non vado piu' in nessun posto fuori ordinanza, diciamo, pure che mi fermavano...''. Per il gip questa frase non fa che sottolineare che ''in passato'' Baiamonte ''frequentasse dei luoghi ritenuti 'a rischio', da lui definiti 'fuori ordinanza'''.
Secondo gli investigatori, Baiamonte, ritenuto ''sicuro punto di riferimento in tutti i settori'' per i boss, ''era ben inserito nel circuito dello smistamento dei biglietti scritti a mano'' dagli esponenti dei vertici di Cosa nostra. In particolare, Baiamonte avrebbe fatto da intermediario tra la famiglia mafiosa di Misilmeri e Nicolo' la Barbera, arrestato nel gennaio del 2001 insieme con il boss Benedetto Spera.
La Barbera, morto subito dopo la condanna per associazione mafiosa, era considerato vicino al boss latitante Bernardo Provenzano. Ad incastrare Baiamonte ci sono alcune conversazioni registrate dagli investigatori subito dopo incontri ritenuti 'scottanti'. Le indagini per l'arresto di Baiamonte sono state avviate nel 2001 dai Carabinieri nell'ambito della ricerca dell'allora latitante Salvatore Sciarabba, arrestato nell'ottobre del 2003, capo della famiglia mafiosa di Misilmeri.
Baiamonte temeva di essere seguito e ormai se n'era fatto un cruccio. Secondo quanto riporta il gip nell'ordinanza di custodia cautelare si sarebbe ''adoperato in favore non di un solo esponente dell'associazione mafiosa, ma di piu' soggetti, aiutandoli a eludere le ricerche dell'Autorita', mantenendo i collegamenti con la famiglia e con glialtri associati''. Ma, malgrado l'importante ruolo rivestito in Cosa nostra, Baiamonte aveva paura di essere seguito dai militari. E' quanto emerge da un'intercettazione ambientale tra lo stesso Baiamonte e l'anziano padre, Giusto Baiamonte. Sono le 10.19 del 2 dicembre del 2001 e Antonino si sfoga con il padre: ''Minchia, questi cornuti di sbirri appena vedono che uno prende qualche strada... - dice in stretto dialetto siciliano - Erano sbirri sicuro, erano tre a bordo di...''. E il padre risponde: ''Ma tu dove stavi andando?''. E lui, di rimando: ''Da una parte''. ''Forse ci hanno visto, forse non ci hanno visto! Minchia, ma brutta questa strada e'...''. Il padre, nel commentare l'episodio, gli prospetta l'ipotesi che la pattuglia dei Carabinieri li avrebbe osservato perche' riteneva che loro si stessero recando in quel punto per prelevare qualche persona. Ma lui replica sicuro: ''Dato che io non vado piu' in nessun posto fuori ordinanza, diciamo, pure che mi fermavano...''. Per il gip questa frase non fa che sottolineare che ''in passato'' Baiamonte ''frequentasse dei luoghi ritenuti 'a rischio', da lui definiti 'fuori ordinanza'''.
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