Da L'Opinione del 10/11/2005
Originale su http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=253&i...

L’Italia si allinea all’Ue sui biocarburanti per diminuire la dipendenza dal petrolio

Più “girasoli nei motori” per risparmiare su benzina, diesel e ridurre l’inquinamento atmosferico

di Roberto Casalena

La Coldiretti, per contrastare l’inquinamento delle città, ma anche per ridurre i costi di benzina e diesel, oltre che per diminuire l’import di petrolio, ha lanciato una proposta di iniziativa popolare per la promozione di biocarburanti di origine agricola. A Cernobbio, intanto, è salpato il primo motoscafo alimentato ad olio di girasole, ottenuto con coltivazioni nazionali. La proposta di legge formulata in otto articoli, che dovrà ottenere almeno 500 mila firme, sarà presentata nelle piazze di tutte le città italiane. Alla Coldiretti ricordano l’esperienza di un’altra proposta di legge popolare del 1993 (furono raccolte un milione di firme), che nel 1994 fu tramutata nella legge 104, che rese obbligatoria l’attestazione della provenienza dei prodotti alimentari. Un provvedimento legislativo che fu votato da tutte le forze politiche.

Ora la Coldiretti ci riprova, con una proposta mirata ad incentivare le produzioni nazionali di cereali, barbabietole e girasole, destinate ai biocarburanti ed alla lotta allo smog, e si prefigge di produrre un milione di tonnellate di carburanti dalle coltivazioni agricole nazionali, pari al 5% del prodotto diesel. Attualmente è vietata la vendita di biocarburanti in rete, e delle 200 mila tonnellate prodotte, il 50% è destinato al riscaldamento. La Coldiretti chiede che la quota miscelata in benzina e diesel che dovesse andare alla pompa venga esentata dall’accisa. Oggi, con modifiche tecniche ai motori, è possibile usare olio grezzo di girasole per motori, con un costo industriale per litro di 80 centesimi di euro. Senza dubbio un bel risparmio ma in Italia, sottolineano alla Coldiretti, i problemi tecnici su questo fronte non vengono affrontati adeguatamente e viene citato l’esempio della Fiat che è molto indietro rispetto alla Volvo sui motori che usano biocarburanti. La proposta di legge, dunque, è destinata a fare allungare il passo all’uso di biocarburanti, ed allo stesso tempo ad incrementare le produzioni agricole di cereali, barbabietole e girasoli, oltre che a rendere l’aria meno inquinata.

Ma anche l’Europa, che pure ha aumentato del 35% la produzione di biodisel, deve fare di più rispetto ai 2 milioni di tonnellate prodotti, soprattutto nei confronti degli Usa, che hanno imboccato una direzione di marcia verso fonti alternative con l’approvazione di un pacchetto di norme sull’energia con il proposito di raddoppiare la produzione di biocarburanti fino a 7,5 miliardi di galloni (828,43 miliardi di litri), che includono biodisel, biotanolo e combustibile da biomasse. Dunque, secondo la Coldiretti, nonostante i progressi compiuti sembra difficile che l’Unione Europea possa raggiungere l’ambizioso obiettivo di sostituire entro l’anno il 2% dei consumi totali di benzina e gasolio da autotrazione con biocarburanti, per poi crescere al 5,75% entro il 2010, per far fronte agli impegni assunti con la firma del protocollo di Kyoto.

La Coldiretti rileva che in Germania sono ormai 1900 le stazioni che distribuiscono biodisel ottenuto dalle coltivazioni agricole, mentre in Francia un proprietario di auto diesel su due viaggia utilizzando miscele con energia verde, sette raffinerie su tredici incorporano il biodisel nel gasolio in percentuale del 5%, ed oltre trenta gruppi industriali utilizzano veicoli con biodisel al 30%. E la Francia ha già annunciato di voler triplicare la propria capacità di produrre biocarburanti, già molto più elevata di quella italiana, portando le coltivazioni ad un milione di ettari (cento volte superiore ai circa 10 mila ettari coltivati attualmente in Italia). Per questo sottolinea la Coldiretti, anche in Italia occorre la messa a punto di un programma di alimentazione delle autovetture con miscele di biocarburanti, anche attraverso l’impegno delle amministrazioni locali ed un piano di defiscalizzazione che incentivi accordi per l’utilizzo e lo sviluppo delle coltivazioni nazionali tra imprese agricole, trasformatori industriali e distributori commerciali. La battaglia per ridurre i prezzi del carburante e l’inquinamento in Italia è appena iniziata.

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