Da La Repubblica del 29/11/2005
Sequestrata due anni fa. L'ex sindaco di Monreale: Stato sconfitto
Mafia, restituita una villa alla famiglia Brusca
Con piscina, pineta e laghetto. La decisione del tribunale per le misure di prevenzione
di Salvo Palazzolo
PALERMO - «La villa dei Brusca non è stata costruita con i soldi della mafia». Dunque, non può essere confiscata. Il tribunale per le misure di prevenzione ha restituito a un cugino del boss Bernardo Brusca la lussuosa villa con piscina, pineta e lago annesso, fra Monreale e Partinico, che due anni fa l'allora procuratore di Palermo Pietro Grasso aveva chiesto di sequestrare. A sollevare il caso è l'ex sindaco di Monreale, Salvino Caputo, che accusa: «Questa restituzione è una grave sconfitta dello Stato e distrugge il lavoro portato avanti da anni dalla Guardia di finanza e dagli amministratori giudiziari. Dalla lettura di uno dei loro rapporti emerge chiaramente che l'intera struttura era nella disponibilità dei Brusca, ufficialmente nullatenenti». Caputo attacca il pentito Giovanni Brusca: «La consegna, che risale a un anno fa, è passata sotto stretto riserbo, come tutto quello che riguarda il collaboratore di giustizia Brusca». Replica duramente l'avvocato Luigi Li Gotti, legale dell'ex boss che pigiò il telecomando della strage di Capaci: «Quella villa non è di Giovanni Brusca, in passato abbiamo già querelato chi ha voluto sostenere il contrario».
Caputo, intanto indagato dalla Procura di Palermo per falsa testimonianza aggravata («per avere agito al fine di occultare altri reati commessi dal presidente Salvatore Cuffaro») insiste sul presunto caso Brusca. La villa resta lì, fra maioliche antiche, ceramiche, legno sulle pareti, panchine e fontane immerse in un parco di otto ettari. Oggi è disabitata.
Caputo, intanto indagato dalla Procura di Palermo per falsa testimonianza aggravata («per avere agito al fine di occultare altri reati commessi dal presidente Salvatore Cuffaro») insiste sul presunto caso Brusca. La villa resta lì, fra maioliche antiche, ceramiche, legno sulle pareti, panchine e fontane immerse in un parco di otto ettari. Oggi è disabitata.
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