Da Vita No Profit del 08/02/2006
Originale su http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=64918
Costa d'Avorio: sanzioni contro i fautori della guerra
Politici del clan presidenziale e della fazione ribelle colpiti da sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza
di Joshua Massarenti
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha applicato oggi le sanzioni contro tre personalità pubbliche accusate di ostacolare la pace. Contro Charles Blé Goudé, leader del movimento giovanile dei "patriotti", Eugène Djué, uno dei capi dei "patriotes" e Fofié Kouakou, un comandante delle Forze nuove (Fn, ex ribelli) con base a Korhogo (nord della Costa d'Avorio), l'Onu ha congelato i beni finanziari e un divieto di viaggiare all'estero per i prossimi dodici mesi. La decione fa seguito alle violenze esplose contro la Missione Onu in Costa d'Avorio (Onuci) nel mese di gennaio scorso.
Ai leader dei "patriotes", l'Onu rimprovera "dichiarazioni pubbliche ripetute tese a fomentare violenze contro le installazioni e il personale delle Nazioni Unite e contro gli stranieri". Blé Goudé e Djué sarebbero inoltre responsabili di "diretto e partecipato atti di violenza commessi da milizie urbane, ivi compreso stupri e esecuzioni extragiudiziarie".
Per quanto riguarda il caporale Kouakou, l'Onu ritiene che"le forze sottoposte al suo comando si sono rese protagoniste di reclutamento di bambini soldato, di sequestri, di lavoro forzato, di violenze sessuali contro le donne, di arresti arbitrari e di esecuzioni extragiudiziarie".
Di fronte alle possibili rappresaglie, l'Onu ha evacuato all'inizio di questa settimana oltre 400 membri del suo personale civile presenti in Costa d'Avorio. Ironia della sorte, l'estradizione del personale Onu e l'annuncio delle sanzioni sono sopraggiunte mentre la squadra di calcio nazionale sta facendo faville in Egitto spingendo migliaia di persone per le strade, pronte a festeggiare l'accesso degli "elefanti" alla finale della Coppa d'Africa in programma domenica prossima.
Ai leader dei "patriotes", l'Onu rimprovera "dichiarazioni pubbliche ripetute tese a fomentare violenze contro le installazioni e il personale delle Nazioni Unite e contro gli stranieri". Blé Goudé e Djué sarebbero inoltre responsabili di "diretto e partecipato atti di violenza commessi da milizie urbane, ivi compreso stupri e esecuzioni extragiudiziarie".
Per quanto riguarda il caporale Kouakou, l'Onu ritiene che"le forze sottoposte al suo comando si sono rese protagoniste di reclutamento di bambini soldato, di sequestri, di lavoro forzato, di violenze sessuali contro le donne, di arresti arbitrari e di esecuzioni extragiudiziarie".
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