Da La Nuova Ecologia del 13/05/2005
Originale su http://www.lanuovaecologia.it/speciale/inchieste/4273.php
Reticenze americane
Due tonnellate di uranio rovesciate dagli inglesi su Bassora. Una quantità imprecisata dagli Usa
di Toni Mira
«Dati complessivi sull’uso di proiettili a uranio impoverito ancora non li abbiamo – spiega Pekka Haavisto, presidente del comitato di valutazione post bellica dell’Unep – Solo i militari britannici ci hanno fornito le mappe dei 51 siti colpiti nell’Iraq meridionale nella primavera del 2003, rivelando di aver usato sulla città di Bassora, e nell’area circostante, 1,9 tonnellate di uranio impoverito. Quelli americani non ci hanno fornito nulla. Inoltre per motivi di sicurezza non possiamo ancora accedere a molte zone». Comunque l’esperto, già ministro dell'Ambiente per i Verdi in Finlandia dal 1995 al 1999, ritiene che i dati saranno molto più alti di quelli del Kosovo, dove vennero usate 10 tonnellate di uranio. «Lì furono usati solamente proiettili lanciati dagli aerei, soprattutto gli A-10 Thunderbolt, le cosiddette “corazzate volanti”, che contenevano 300 grammi di uranio impoverito, in Iraq hanno usato anche proiettili di carrarmato che ne contengono tre chili». E comunque, denuncia ancora Haavisto, «i danni ambientali post bellici non riguardano solo l’uranio».
Insomma, piove sul bagnato. Uranio impoverito in grande quantità, spesso usato contro impianti industriali chimici, rasi al suolo provocando ulteriore danno ambientale. «Abbiamo potuto verificare tre situazioni di grave pericolosità. La prima riguarda il danneggiamento, sia a causa della guerra che dell’embargo, degli impianti industriali. È una condizione molto degradata paragonabile a quella che abbiamo nei paesi dell’Europa orientale. La seconda questione sono i danni ambientali causati coscientemente da Saddam per i suoi calcoli politici. L’esempio più clamoroso è la distruzione della zona umida nel sud, al confine con l’Iran, che pone anche una questione di diritti umani per gli arabi, da sempre oppositori del regime, che lì vivono, e che rappresenta una delle priorità di bonifica. Poi c’è l’uranio impoverito. È stato usato pesantemente e ha infiltrato il terreno sia nella zona di Bassora che in quella di Baghdad».
Insomma, piove sul bagnato. Uranio impoverito in grande quantità, spesso usato contro impianti industriali chimici, rasi al suolo provocando ulteriore danno ambientale. «Abbiamo potuto verificare tre situazioni di grave pericolosità. La prima riguarda il danneggiamento, sia a causa della guerra che dell’embargo, degli impianti industriali. È una condizione molto degradata paragonabile a quella che abbiamo nei paesi dell’Europa orientale. La seconda questione sono i danni ambientali causati coscientemente da Saddam per i suoi calcoli politici. L’esempio più clamoroso è la distruzione della zona umida nel sud, al confine con l’Iran, che pone anche una questione di diritti umani per gli arabi, da sempre oppositori del regime, che lì vivono, e che rappresenta una delle priorità di bonifica. Poi c’è l’uranio impoverito. È stato usato pesantemente e ha infiltrato il terreno sia nella zona di Bassora che in quella di Baghdad».
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